INNO MARZIALE

All’armi, all’armi,Napoli bella

Infranto è il ferro di che eri cinta

Oggi che tutti l’Italia appella

Non sia né petti la fiamma estinta

Una parola ci guiderà

Viva l’Italia,la libertà

Dalle montagne di Valtellina

Fino alla spiaggia del Calabrese

Dal Lilibeo a Teudarmina

Siam tutti figli di un sol paese

Una la fede un il valor

Una la speme dé nostri cor

Scuarcia di servi la bietta vesta

Dell’oppressore smetti il monile

Delle tue glorie cingi la testa

Sfronda del giglio lo stemma vile

All’ombra santa dé tuoi colori

Poni la croce segno d’amor 

Dispiega al vento le tue bandiere

squillin le trombe funereo suono

Ed avvelite vedrai le schiere

                                                                                  Fuggir dinanzi del Teutono

Dove la belva covil si fa

Colà la tomba si schiuderà

Tergi le lacrime pel lungo pianto

Bella Regina della laguna

E’ presso il giorno bramato tanto

Sarai felice di tua fortuna

Dall’Etna all’Alpi con pio desir

Verran fratelli pronti a morir

Un solo gemito il cor mi opprime

Che i dì ricorda della sventura

Viene dall’Alpi dall’alte cime

Scende dall’atria nella pianura

Itali figli prodi guerrier

Soffre la misera giogo stranier.

 


 

Il manoscritto ritrovato nell’archivio della famiglia Stiscia, naturalmente anonimo per il contenuto rivoluzionario,è certamente dei primi dell’800 e di squisita mano liberale,forse legato ai moti di Ariano del 1832(monaco Peluso),del 1837 o ai moti del 1848. Un magnifico Inno all’Unità d’Italia.                                            Antonio Stiscia

 

 

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