PASSEGGIANDO PER IL CENTRO STORICO

Per tornare indietro nel tempo e rivivere le storie e le leggende del passato, ripercorriamo le strade del centro storico alla ricerca di quel che resta dell’antichità. Iniziando da Piazza Porta della Terra, all’altezza dell’attuale casa comunale, vi era una piazza che tutt'ora esiste, chiamata Largo Mercato:  al suo interno sul suolo occupato oggi dal municipio c'era la chiesa dedicata a S.Bartolomeo funzionante fino al 1656. Di fronte si nota il Palazzo La Vigna, situato fra l’odierna Viale Pini e Piazza Porta della Terra cosi denominata per l’esistenza di una porta che chiudeva la vecchia cinta muraria di Montecalvo.
A seguito dell’ultimo sisma del 23 novembre 1980, sono andate distrutte alcune costruzioni che attorniavano la Piazza, e Via Dietro Corte, ridandogli quasi l’aspetto di un tempo quando di là delle mura era già aperta campagna.

 

Sul suolo dove esisteva casa Pirrotti, famiglia d’origine nobile, oggi si trova la Chiesa dedicata a S.Pompilio M.Pirrotti, figlio prediletto ed orgoglio di Montecalvo e di tutta l’Irpinia. Annesso alla Chiesa c’è l’Ente Rosa Cristini, fondato con lo scopo di educare i fanciulli.

Dell’antica casa Pirrotti rimane oggi solo il portale in pietra che immette nel vecchio cortile e le cantine su cui poggiano le fondamenta. Sul portale c’è la riproduzione in pietra dello stemma di famiglia, mentre tra la chiesa ed il cortile si trova l’archivio sacrario del Santo. Salendo verso l’odierna Piazza S.Pompilio, risalente al 1930, degradata dall’incuria degli uomini e abbandonata dagli amministratori locali, sul lato destro si ammira il Palazzo Caccese, uno tra i più imponenti per proporzioni ed eleganza architettonica. In questa piazza fino al 1930, esisteva la chiesa del santissimo Corpo di cristo, tra le più antiche di Montecalvo.

 

Accanto alla chiesa, all’imbocco di Corso Umberto, era situato il campanile arricchito da una meravigliosa cupola d’arte gotica rivestita in ceramica di vari colori. Allo stesso punto si apre Via S.Maria, con la bellezza dei Palazzi: Bozzuti, Pizzillo, Luparella, Caccese - Antinozzi, ancora oggi esistenti. La famiglia Bozzuti, d’origine napoletana, è una delle più nobili dell’epoca, fra I discendenti annovera, dottori, giuristi e sacerdoti, ma anche la nobile donna Orsola Bozzuti, che diventata sposa di Girolamo Pirrotti, dà i natali a San Pompilio Maria Pirrotti. La famiglia Pizziilo, arriva a Montecalvo, circa neI 1693, proveniente da Atripalda e fra i valenti giuristi, notai e la nobildonna suoi discendenti si distinguono Orsina Pizzillo, moglie d’Angelo Cammisa, discendente del più famoso Angelo,consigliere del Fernando Re I d’Aragona. Arrivati all’ingresso del castello, ridiscendendo per un vico parallelo a Via S. Maria si può ammirare lo splendido portale del Palazzo Acquanetti, oggi totalmente restaurato, alla fine del vico, ritornando su Corso Umberto I, di fronte, si osserva, il Palazzo De Marco. Edificato nel diciottesimo secolo, oggi tornato al suo antico splendore, colpisce per la raffinatezza dei portali, le comici delle finestre Proseguendo per Corso Umberto I, sulla destra si ammira il Palazzo De Cillis risalente al XVII° secolo, con un interessante ed originale portale ad arco costituito da ornamenti in stile floreale e la chiave di volta che e dei balconi, addirittura databili in età tarda rinascimentale regge un grande stemma di famiglia.Poco prima del palazzo De Cillis, dove Via S. Caterina confluisce con Corso Umberto 1°, all’altezza dell’attuale Palazzo Siniscalchi, si accede ad un luogo caratterizzato dalla presenza di molti portali in pietra scolpiti meravigliosamente, denominato “Chiassetto Caccese”.  A tale zona si può accedere anche da Via Longara Fossi, attraverso un grande arco ancora oggi intatto, da dove è visibile, incastonato in un angolo del palazzo, un leoncino che sembra divorare un essere umano, simbolo della lotta tra male e bene nell’arte cristiana classica. La famiglia Caccese, d’origine Normanna, stabilitasi a Montecalvo, in seguito alle invasioni del Normanni intorno al 1100, prima nelle campagne di Corsano e dopo una mortale pestilenza, riunitasi intorno al centro abitato del nascente paese di Montecalvo,può essere considerata come una delle prime famiglie aborigena del luogo. Infatti, la presenza, ancora oggi, di moltissimi discendenti di questa famiglia, unica in Italia, dimostra l’assoluta appartenenza e coinvolgimento di questa famiglia nelle vicende storiche di Montecalvo lrpino. Ha annoverato, nel corso dei secoli, sacerdoti, giuristi, scrittori, ufficiali, sindaci, notai ed altri. Poco lontano, uno stupendo panorama si offre, in tutta la sua incantevolezza, agli occhi dei visitatori. In lontananza si colgono le  morbide linee delle montagne Sannite, ma da vicino scorgiamo un incantevole panorama della zona, forse, la più antica di Montecalvo “il Trappeto”, in tutto il suo fascino. Un costone d’arenaria che, in apparenza, dà l’immagine di un gruppo d’antiche costruzioni fatiscenti, ed invece ci troviamo di fronte a delle grotte scavate nel tufo su nove livelli, chiuse all’imbocco da una specie di facciata, che ricorda I famosi “ Sassi Di Matera”, per molti secoli adibiti ad abitazioni dove convivevano uomini ed animali. L’origine è ancora incerta, e sulle volte d’alcune grotte si possono trovare ancora oggi fossili di conchiglie Incastonate nella falda tufacea.

Al termine di Corso Umberto I, si trova la Chiesa di S. Nicola. Distrutta dal terremoto del 1930, ricostruita dopo il 1962, sorge al centro di Piazza Carmine, oggi,d'impianto moderno,con a lato una magnifica piazza che ha al centro una splendida fontana ricca di giochi d'acqua. Al suo interno è collocata la statua lignea della Madonna della Libera, molto venerata dai Montecalvesi. Da poco restaurata, la statua della madonna è ritornata al suo antico splendore.

Notizie attinte da "Montecalvo dalle Pietre alla storia" di G.B.Cavalletti.
 


 Casa comunale in Piazza Porta della Terra


Ente Rosa Cristini


Palazzo Caccese


Campanile del Santissimo

 

 

 

 

 


Leone saraceno Chiassetto Caccese


  Il Trappeto


Statua della Madonna della Libera