COME SONO BUONI
QUESTI BIANCHI
L’operazione
mediatica denominata “Live 8” è
l’ennesima iniziativa sbandierata come un evento filantropico ed
umanitario, con uno scopo liberale quanto pragmatico (almeno stando
agli intenti dichiarati ed alle enunciazioni di principio) quale la
cancellazione del debito economico che strangola i paesi africani.
Al di là della
buona fede di Bob Geldof e delle altre
rockstar che vi hanno aderito (alcune
delle quali hanno partecipato anche per farsi pubblicità, mi riferisco
soprattutto ai personaggi meno noti) a me (che sono sempre diffidente
e malpensante) non è sfuggito il vero carattere – per nulla
misericordioso – di tale manifestazione, ovvero una finalità
assolutamente ipocrita e strumentale di mera propaganda ideologica.
Come altre
“nobili” azioni spettacolari del passato – si ricordi il Live
Aid degli anni ’80, organizzato sempre da
Bob Geldof – anche questa operazione “buonista”
mi è parsa funzionale, o comunque strumentalizzabile, ai fini di un
disegno ideologico-propagandistico teso,
tra l’altro, a “ripulire” la coscienza sporca dell’opulenta civiltà
occidentale, per procedere infine a riabilitare un sistema economico
di rapina, di espropriazione e di sfruttamento a danno di miliardi di
esseri umani nel mondo, un sistema planetario che da anni è
precipitato in una grave crisi di consensi, oltre che in una fase di
vero e proprio declino strutturale.
Mi sorge spontanea una domanda: ma chi
sono i veri debitori e creditori? Mi
spiego.
L’Africa, culla del genere umano, è uno
sterminato continente ricchissimo di risorse umane e naturali:
forza-lavoro, acqua, petrolio, oro, diamanti, avorio ed altre preziose
materie prime.
Queste immense ricchezze – non solo
materiali, se si pensa al saccheggio culturale che ancora oggi
subiscono le popolazioni africane – per secoli sono state depredate ed
estorte ai legittimi proprietari (ossia gli africani) da parte di una
ristretta schiera di superpotenze imperialistiche (soprattutto
europee, con l’aggiunta degli Stati Uniti, mentre il Giappone ha
sempre mirato al dominio ed allo sfruttamento coloniale dell’Asia)
che, in nome di una pseudo-legalità
internazionale, continuano a pretendere la restituzione del cosiddetto
debito economico, accumulato da regimi locali dispotici e corrotti,
collusi con lo strapotere occidentale, in seguito ad incessanti
acquisti di armi da guerra, i cui
principali produttori ed esportatori mondiali sono (non a caso) i
suddetti Stati occidentali.
Voglio dire
che, se leggiamo bene la storia dell’Africa (e dell’intero pianeta),
ci rendiamo conto che è il ricco e civile mondo occidentale ad essere
debitore, sia sotto il profilo materiale che culturale, verso i popoli
africani, non il contrario! Eppure, chi
espone le cose come sono, crudamente e senza ipocrisie, è criticato
quale “nemico” dell’occidente.
Dal canto suo, il “Live 8” ha creato uno
dei paradossi più assurdi che si siano mai visti, ma che esprime
emblematicamente ed efficacemente la follia e le violente
contraddizioni che sono alla base dell’attuale assetto
economico-sociale globale.
Infatti, numerose
rockstar ultramiliardarie (addirittura, nel concerto londinese
è comparso Bill Gates,
l’uomo più ricco del mondo, ad invocare l’elemosina a favore delle
sventurate popolazioni africane) si sono esibite in concerti svoltisi
nelle maggiori metropoli occidentali (Londra,
Philadelphia, Toronto, Mosca, Parigi, Berlino, Roma, Edimburgo
ecc.) per chiedere ai capi di stato che si
incontreranno nel prossimo G8 (in Scozia) di abbattere il colossale
debito economico (che ammonta a svariate migliaia di miliardi di
dollari: una cifra spaventosa) che affoga i paesi africani, e che
tanto non potrà mai essere estinto completamente, dato che solo gli
interessi annui stanno letteralmente strozzando lo sviluppo di quei
popoli, soprattutto dell’Africa sub-sahariana e centro-meridionale. A
parte le condizioni di estrema povertà
materiale in cui versa un miliardo di persone che vive con meno di un
dollaro al giorno, occorre evidenziare la catastrofe sanitaria
provocata dalla crescente diffusione di perniciose epidemie quali
l’Aids, che in occidente sono ormai debellate o sotto controllo,
mentre in vaste zone del continente africano stanno provocando un vero
e proprio sterminio di massa, a causa degli alti costi dei vaccini
imposti dalle multinazionali farmaceutiche.
Ebbene, il mio profondo scetticismo
scaturisce dall’analisi dell’esperienza storica, che
mi induce a dubitare del valore di simili
iniziative che servono, probabilmente, anche a rimuovere i sensi di
colpa e la cattiva coscienza del mondo occidentale.
Non è un caso che l’immenso fiume di
denaro devoluto ai paesi poveri, sia finito in parte nelle tasche dei
ricchi dei paesi poveri, o è ritornato ai ricchi dei paesi ricchi in
termini di interessi (usurai) sul debito,
oppure attraverso la vendita di armi.
Allora, si dirà, come sono “bravi” e
“generosi” i cantanti e i musicisti del “Live
8”! Come sono “buoni” i bianchi occidentali, che sono persino disposti
ad azzerare il debito finanziario che uccide l’Africa e il Terzo mondo
in generale!
Ma, domando, quale strozzino ha mai
estinto, di sua spontanea volontà, il debito (o una parte di
esso) contratto dalle proprie vittime?
Nessuno.
Eppure siamo pronti a credere che una
cosa del genere possa improvvisamente accadere agli usurai
dell’economia globale, soltanto perché lo
ha detto la Tv, solo perché lo hanno chiesto alcune
popstar arcimiliardarie.
Ma che ingenuità sovrumana!
Inoltre, seguendo il concerto londinese,
ad un certo punto ho visto scorrere sul palco le immagini dei
potenti del G8, alla stregua di un vero e proprio spot
elettorale.
Ciò mi ha ulteriormente confermato che
un obiettivo strategico di simili iniziative “benefiche”, condotte a
livello verticistico, è quello di
sottrarre l’iniziativa ai movimenti di base – che, ad esempio, sono
stati protagonisti al G8 di Genova nel 2001 – ed alle masse, che
evidentemente possono solamente svolgere un ruolo da spettatrici, per
assegnare invece una funzione decisiva e primaria sia alle
popstar sia agli statisti del G8 i quali,
grazie ai loro giullari supermiliardari, possono riacquistare la
credibilità ed il prestigio perduti.
Tuttavia, né i cantanti del “Live 8”, né
i capi di stato del G8, sono tanto potenti e
determinanti quanto lo sono, invece, altri centri di comando e
di dominio “imperiali”, ossia le multinazionali (soprattutto quelle
petrolifere, degli armamenti, dei farmaci), il Fondo Monetario
Internazionale, la Banca Mondiale ed altre strutture del potere
economico sovranazionale.
Pertanto, le migliori campagne di
sensibilizzazione non si promuovono organizzando megaconcerti
ultramiliardari, utili soprattutto per far vendere milioni di dischi
alle multinazionali discografiche, o allestendo megaspot elettorali a
beneficio dei presunti padroni della Terra, bensì costruendo
dal basso percorsi di lotta, di
progettazione e di proposta politica, in cui le masse popolari
riescano ad esercitare un ruolo di protagonismo attivo e consapevole,
e non quello di semplici spettatori e consumatori passivi di un
mega-spettacolo dello starsistem
internazionale.
Questa, almeno, è la modesta opinione di
un cittadino del mondo che non ama conformarsi o piegarsi agli schemi
culturali e politici dominanti, ma cerca di
sfuggire alle facili suggestioni suscitate dai mass-media e da simili
iniziative prettamente propagandistiche.
In buona sostanza, e sto per
concludere (finalmente!), il mio intento è
quello di smascherare la natura ipocrita e mistificante di tali
operazioni di portata planetaria che vengono spacciate come attestati
di solidarietà e fratellanza universali, ma in realtà approfittano
della buona fede e delle speranze delle masse popolari.
Non sono un mago o un profeta,
per cui non conosco, né intendo suggerire
la “soluzione” (finale o parziale che sia) rispetto ai gravissimi
problemi che affliggono gran parte dell’umanità, come la drammatica
emergenza dell’estrema povertà in cui versano i popoli africani. A
tale scopo, comunque, non servono le
iniziative quali il “Live 8”, che celano e perseguono ben altri
interessi, più orientati a vantaggio delle
popstar, dei decisori del G8, e di quel 20 % di ricchi che
consumano oltre l’80 % del reddito materiale prodotto dall’intero
pianeta.
Lucio
Garofalo |