Con questo
modesto contributo vorrei
anzitutto dichiarare la mia
adesione, ancorché parziale, critica e in un
certo senso dubbiosa, al progetto
costituente della Sinistra Europea.
Stiamo vivendo
una fase storica di rapidi e convulsi
mutamenti e spostamenti, più o meno
annunciati e non ancora compiuti
chiaramente, dei vari soggetti politici
presenti sulla scena nazionale.
In particolare
il processo di formazione del Partito
Democratico, in cui i Democratici di
sinistra e la Margherita
convergono attestandosi su posizioni
nettamente moderate e neocentriste, persegue
un'evidente finalità di potere di segno
neoconservatore, che solo chi è affetto da
miopia politica ed intellettuale non riesce
a scorgere.
Tutto ciò a me
interessa relativamente.
Mi preme
invece comprendere maggiormente i processi
di trasformazione in atto a sinistra, intesa
come sinistra radicalizzata, nel senso di
quei contenuti e quelle proposte progettuali
che rispondano meglio ai bisogni concreti
delle fasce più indifese ed emarginate della
nostra società, che aderiscano
effettivamente (e non soltanto a
chiacchiere) alle istanze del movimento
pacifista e dei diversi movimenti di lotta
sorti dalle numerose vertenze territoriali e
globali degli ultimi 5 anni, nel senso
dunque di posizioni radicalmente
antagoniste, anticapitaliste ed
antimilitariste di cui, a mio avviso, si
avverte un crescente bisogno in ampi
settori dell'opinione pubblica italiana, e
non solo italiana.
Non si può
ignorare che, a partire dal luglio 2001, a
Genova, si sia mobilitato e sviluppato un
grandioso movimento di ispirazione
antiliberista ed anticapitalista che ancora
non ha esaurito la sua enorme spinta
progressiva e propulsiva, e che attende di
"condensarsi" nella formazione di una
soggettività politico-organizzativa più
ampia e articolata, più ricca e complessa di
quella del Partito della Rifondazione
Comunista.
Non si
tratta quindi di predisporre ed attuare un
semplice allargamento dello spazio
di Rifondazione comunista, benché
questa rappresenti un pezzo assai importante
della nuova soggettività.
Occorre capire
che sono emerse nuove contraddizioni e nuove
conflittualità sociali, materiali e
politiche che hanno attraversato gli spazi
della nostra società e sono riconducibili
alla grave crisi sociale che affligge il
nostro paese e che a sua volta si inserisce
in un contesto di drammatiche tensioni e di
crisi a livello internazionale.
Basti pensare,
ad esempio, che molti settori della
sinistra, del mondo sindacale,
dell'associazionismo cattolico e non
cattolico, si stanno progressivamente (e
inevitabilmente) distaccando dai loro
tradizionali punti di riferimento politico,
ossia DS e Margherita, attualmente impegnati
nel progetto "neodemocristiano" del Partito
Democratico.
Il vuoto di
"rappresentanza", se da un lato può generare
incertezza, confusione,
smarrimento, dall'altro può (e deve)
costituire un prezioso momento di crescita,
di riflessione e di elaborazione critica,
capace di promuovere un vivace dibattito
all'interno delle forze autenticamente di
sinistra, per recuperare ed espandere l'area
della coscienza e della partecipazione
attiva della gente ai processi organizzativi
e decisionali. A quei canali che sono
normalmente controllati e gestiti dai soliti
"addetti ai lavori", vale a dire i
professionisti e carrieristi della politica,
che costringono le "masse" ad un ruolo
marginale e passivo, che nella migliore
delle ipotesi si "riattiva" solo in
occasione di manifestazioni di protesta, di
elezioni, per cui resta relegato a livello
di "tifoseria" o di "manodopera" della lotta
politica, senza mai assorgere al piano più
elevato e nobile del protagonismo politico
vero e proprio.
A sua volta la
Sinistra Europea non può che essere una
parte, seppure molto rilevante, di una nuova
soggettività politica che riunisca altri
pezzi ed altre esperienze che hanno
attraversato ed impreziosito il cosiddetto
"movimento dei movimenti" e che non si
sentono e non intendono essere rappresentati
da nessuno.
In tal senso
il partito della Sinistra Europea deve
recepire quegli orientamenti e quei
contenuti che discendono dal processo di
contaminazione e dall'intreccio tra le
diverse soggettività che hanno animato le
iniziative, le azioni e le riflessioni del
"movimento dei movimenti", da Genova 2001
in poi.
Il netto
rifiuto della "guerra preventiva" e della
violenza neoliberista, la lotta contro le
sperequazioni e le disuguaglianze materiali
e sociali esistenti a livello globale e
locale, l'effettiva socializzazione
dell'economia, la democrazia diretta
e partecipata, e via dicendo, dovranno
essere le "coordinate" principali in grado
di collegarsi alle esperienze reali e ai
bisogni concreti delle masse popolari,
scongiurando in tal modo il rischio di
creare una frattura tra "vertici" e "base",
ossia tra un ceto elitario, minoritario e
specialistico che costituirebbe la guida (o
la "mente") intellettuale e politica del
partito, e la maggioranza che ne formerebbe
la "manovalanza" o la "base".
In tal senso
le forme politico-organizzative più coerenti
con tali intenti e con le stesse esperienze
ed istanze movimentiste, non possono
rivelare alcun carattere autoritario e
verticistico, ma debbono tradursi in
strutture reticolari e orizzontali:
si immagini una "rete di reti" articolata e
diffusa sul territorio, sempre aperta e
sempre suscettibile di essere modificata,
aggiornata e verificata direttamente dal
basso.
Scrivendo tali
cose non vorrei peccare ed essere accusato
di "ingenuità" politica o di "presunzione".
Mi auguro che
la costituzione della Sinistra Europea
avvenga seguendo tali linee e tali
indirizzi, in modo tale da evitare che il
processo si concretizzi semplicemente in
un'estensione del P.R.C., mentre è di vitale
importanza (anzi è urgente) che altri
soggetti politici organizzati o meno, vi
aderiscano in maniera concreta e decisiva.
In questo
sforzo e in questa tensione verso
un'espansione liberatoria delle coscienze e
di tutte le potenziali risorse presenti a
sinistra, potrebbe innestarsi in modo
virtuoso l'impiego di un Forum come questo.
Tuttavia, le
perplessità e le riserve che ho manifestato
all'inizio, si fondano su un dato evidente.
L'operazione
costitutiva della Sinistra Euroepa è,
innegabilmente, il frutto di una volontà
espressa dall'alto, ossia dai vertici di
vari movimenti e partiti politici europei di
sinistra, tra i quali spicca Rifondazione
Comunista, i quali non a caso hanno
designato Fausto Bertinotti quale Presidente
del gruppo euro-parlamentare che fa capo
alla Sinistra Europea.
Ora, come già
è accaduto in simili occasioni, una
volontà sorta in alto viene ad essere calata
ed imposta alla base, ossia in basso. Il
processo in atto è oggettivamente
verticistico e rischia di diventare di tipo
esclusivamente burocratico.
Personalmente
mi auguro che dal basso si cerchi di
recuperare e rilanciare un ruolo di
protagonismo attivo, attraverso anche una
diffusa e crescente partecipazione ad
iniziative (non semplicemente "teoriche")
come questo Forum, allargando gli spazi di
riflessione e di elaborazione del pensiero e
di costruzione della nuova soggettività
politica, ma soprattutto provvedendo ad
allestire un'articolazione orizzontale
composta da tante "reti" territoriali e
locali.
Se la Sinistra
Europea saprà diventare il "referente"
politico-organizzativo di una parte, o gran
parte delle esperienze, delle esigenze e dei
movimenti sorti a partire da Genova nel
luglio 2001, credo che il progetto di
trasformazione/costituzione di una sinistra
radicalmente rinnovata e antagonista, in
grado di proporre una seria e valida
alternativa di società, mi vedrà disposto a
sostenerlo.
Lucio
Garofalo
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