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Il Decurionato

Il 15 febbraio 1806 Giuseppe Bonaparte, entrò a Napoli e assunse il governo del Regno.
I patrioti del 1799 pur rimanendo assertori dello Stato repubblicano, non contrastarono il governo napoleonico che, pure a parole, s'ispirava ai principi della Rivoluzione francese.
Il Governo francese innovò profondamente l'assetto dello Stato, mettendo mani ad importanti riforme quali l'introduzione del Codice napoleonico, la riforma dell'Amministrazione comunale, l'abolizione del feudalesimo.
Con una serie di leggi e decreti venne effettuata una nuova ripartizione amministrativa del Regno.
Furono, infatti, soppresse le Regie Udienze, e furono istituite le Provincie, i Distretti, e i Circondari.
L'Amministrazione comunale fu modificata con la creazione del Decurionato che sostituiva i Parlamenti delle Università.
Esso era un organo decisionale più snello perché costituito da un numero ristretto di elementi eletti per sorteggio (bussolati), ma sottoposto ad un rigoroso controllo dell'Intendente provinciale, il quale non era altro che il rappresentante del potere regio.
Del Decurionato potevano far parte solo gli iscritti nella lista degli eligibili, approvata dagli Intendenti.
Il potenziale Decurione doveva avere una rendita annua imponibile non inferiore a 24 ducati, poteva essere anche analfabeta, ma insieme agli altri colleghi (analfabeti) poteva costituire solo i 2/3 dell'intero organo collegiale (con la legge 12.12.1806, la percentuale fu ridotta ad 1/3).
I Comuni furono divisi in tre categoria:
Comuni di prima classe con una popolazione superiore a 6000 abitanti, e poteva eleggere tre Decurioni ogni mille abitanti fino a un massimo di 30.
Comuni di seconda classe con una popolazione compresa fra 3000 e 6000 abitanti, e poteva eleggere tre Decurioni ogni mille abitanti.
Comuni di terza classe con una popolazione fino a 3000 abitanti, e poteva eleggre fino a un massimo di 10 Decurioni.
Inoltre i paesi molto piccoli che prima del 1806 erano delle universitas autonome, vennero riuniti ai Comuni più grandi vicini a loro.
Infatti al Comune di Paganica vennero riuniti i Comuni di S. Gregorio, Onna, Bazzano, e Tempera, ed anche Camarda dal 1810 al 1814.
Le funzioni del decurionato assorbirono quelle che, in precedenza, erano esercitate dal Parlamento, con l'obbligo, da parte dei decurioni, di riunirsi almeno una volta al mese.
Il Decurionato, con l'intervento del Sindaco, del Cancelliere comunale e del Parroco formava la Lista di leva, proponeva alle autorità competenti le guardie urbane ordinarie e supplenti. In materia di beneficenza proponeva, per terne, ai Consigli degli ospizi i membri e i cassieri.
A capo del Comune stava il Sindaco, che diventava nello stesso tempo ufficiale dello Stato Civile e giudice.
conciliatore.
Dopo il Sindaco veniva il primo eletto per l'ufficio della pulizia urbana e rurale; a lui seguiva il secondo eletto che aiutava il Sindaco, coll'incarico di sostituire quest'ultimo e il primo eletto.
Oltre ai tre già detti, erano nominati anche un cancelliere archivario, un cassiere e un Decurionato, formato come detto sopra da tre membri per ogni mille abitanti, col compito di deliberare sui contratti, di proporre bilanci, di controllare il Sindaco e il cassiere. Le cariche si rinnovavano ogni 4 anni.
Il Decurionato, che si rinnovava per un quarto durante l'anno, designava le terne per eleggere il Sindaco e i due eletti.
Nei Comuni riuniti si aveva un aggiunto come ufficiale di Stato Civile e come incaricato della pulizia urbana e rurale.
Dopo l'abolizione avvenuta nel 1806 del feudalesimo, anche i nostri Comuni ebbero dei vantaggi che prima avrebbero invano sperati.
Infatti, furono essi in parte liberati da diversi pesi nei confronti degli ex-feudatari e le nostre popolazioni non si sentirono oppresse come una volta.
Nel frattempo l'agricoltura prospero e migliorarono le condizioni dei pastori.
Con l'istituzione del Decurionato l'Ottocento segnò l'ascesa della borghesia che acquisì in maniera esclusiva il potere politico.
In particolare, duranne il Decennio Francese (1806 - 1815) i borghesi acquistarono, grazie alle leggi eversive della feudalità, un'ampia fetta del demanio feudale ed ecclesiastico e divennero i padroni assoluti del comune.
L'abolizione degli usi civici e la mancata assegnazione ai contadini delle terre del demanio provocarono per tutto l'Ottocento vigorose proteste.