I giovani liceali
arianesi incontrano il Vescovo emerito Nogaro a Caserta
Da Ariano Irpino a Caserta,
grazie ad un libro che il Prof. Giovanni Maraia, insegnante di
storia e filosofia gli ha fatto leggere (“Ero straniero e mi avete
accolto”). Così i ragazzi del Liceo P.P.Parzanese hanno conosciuto
l’operato e le idee di Raffaele Nogaro, tanto da volerlo incontrare
di persona, giovedì 4 marzo. Una chiacchierata amichevole, ospitata
da don Battista Marello a San Leucio, dove i ragazzi si sono poi
trattenuti col parroco di san Ferdinando Re e così hanno conosciuto
il Belvedere e la visione utopica che l'ha fatto nascere. Tantissime
le domande a cui il vescovo emerito di Caserta ha risposto senza
censure: libero sempre, e adesso più che mai, con gli studenti del
Parzanese. In un clima quasi familiare, i ragazzi chiedono, parlano
dei loro dubbi, cercano di capire perché quelli come Nogaro
all’interno della Chiesa siano un’eccezione, una nota stonata. E
anche a questa domanda il vescovo dà una risposta, parla del ruolo
che ha o dovrebbe avere la Chiesa, a volte più vicina al potere che
a chi ha bisogno. Non si chiude su domande che riguardano temi di
cui la Chiesa preferirebbe proprio non parlare, ma affronta problemi
come l’eutanasia o l’aborto con grande sincerità, dicendo che a
volte si dovrebbe lasciare più spazio alla coscienza individuale,
perché il rapporto che si ha con Dio è qualcosa di personale, che
non può essere incluso in rigide regole. Risponde anche a chi gli
chiede delle sue divergenze con Ruini e a chi, incuriosito da un
passaggio del suo libro, gli domanda perché non veda tanto di buon
occhio la liturgia. “La ritengo una forma di spettacolarizzazione”
dice e racconta di quando per la visita del Papa a Caserta, aveva
bisogno di un vestito rosso e dovette chiederlo ad un canonico. Dice
ai ragazzi delle lettere che scrive al Presidente della Repubblica
per sollecitarlo ad essere più vicino ai lavoratori e ricorda che in
occasione dell’inaugurazione del Polo di Marcianise Napolitano è
stato tenuto il più lontano possibile dagli operai, cui era stato
promesso impiego e le cui speranze erano state deluse. Quando gli
chiede, quindi, se essere definito “il vescovo amico dei Marxisti”
sia stato un onore o un’offesa, Nogaro risponde che non può
considerarla un’offesa, anzi, dice di essere “inevitabilmente
marxista, dal momento che Marx con i suoi ideali di uguaglianza è
forse il filosofo più cristiano di tutti. Ne farei un beato. Così
come di don Diana, che è stato testimone e vittima: abbiamo bisogno
di segnali forti, oggi”
articolo su "Il Mattino" di Caserta del 05/03/2010 |
Il vescovo emerito Nogaro in gruppo con il
Prof.Giovanni Maraia e gli studenti arianesi
Foto di gruppo alla Reggia di Caserta
Momenti di relax |