La Chiesetta dedicata a

San Gaetano Thiene  sec. XVIII

In C/da Malvizza

( Montecalvo Irpino)

 

Masseria Stiscia sec XVII(Contrada Malvizza)

Inserita nel vasto complesso edilizio della Masseria Stiscia*,in posizione centrale e di facile accesso,la Chiesetta fu edificata a seguito del Decreto Reale del 19 Agosto 1797 di S.M.S. Ferdinando IV di Borbone

doc.del 19/8/1797 di S.M.S.

Ferdinando IV di Borbone

(ArchivioPalazzo Stiscia)

 E per volontà del Canonico Don Domenico Stiscia,straordinario ed illuminato personaggio,noto per le sue simpatie liberali(tra i capi della Repubblica Partenopea del 1799)  e per la sua visione moderna del mondo,legata ai principi universali della libertà e dell’uguaglianza e della vera fraternità(nel 1793 aprì a suo spese una scuola pubblica per l’insegnamento della Grammatica e della Letteratura aperta a tutti, ragazzi e ragazze,che in modo assolutamente gratuito poterono imparare a leggere e scrivere,fatto unico nel reame di Napoli e rivoluzionario per il tempo). La prima curiosità,che va appagata prima di ogni considerazione,è il perché in questo Comune esistono ben 2 Chiese dedicate a San Gaetano Thiene,fatto unico al mondo. Cercheremo di capirne i motivi e a tal proposito è necessario parlare di questo straordinario Santo e dei suoi indiscussi legami con Montecalvo.

Statua Lignea sec XVIII

Chiesa San Gaetano ThieneC.da Malvizza

(di proprietà vari eredi Stiscia è custodita dal signor Fedele Stiscia)C/da Malvizza

Gaetano da Thiene,nacque a Vicenza nel 1480,da nobile famiglia,solo 3 anni prima di Martin Lutero,altro grande riformatore.La necessità di operare una riforma all’interno della Chiesa,con nuovi modi di vita e irreprensibilità dei costumi,scandì la vita di questi 2 personaggi,che operarono scelte opposte,l’uno spezzando il legame con la  Sede Romana,l’altro cercando, con la paziente voce della persuasione,di portare quei cambiamenti che il mondo attendeva.Cristo aspetta ! diceva.Fu un uomo pratico e instancabile,e cercò di comprendere le difficoltà della Chiesa,promovendo il dialogo e il chiarimento.Prevalse la logica del potentato e la Chiesa si sfaldò,nessuno capì l’importanza di cavalcare e dirigere la volontà riformatrice,cosa che avvenne in pochi casi,come per la “Riforma Delicetana attuata dal Beato Felice da Corsano” Agostiniano come Lutero, che con una convenzione di stampo moderno simile ad un Accordo di Programma,agli inizi del ‘500 si impegnava ad assistere i malati e i poveri,avendo in cambio non solo il riconoscimento politico e civile ,ma la concreta possibilità di agire nel sociale.

La convenzione fu sottoscritta con l’allora Conte di Montecalvo Sigismondo Carafa,congiunto di quel Giovan Pietro Carafa che proprio con  Gaetano diede vita all’”Ordo Regularium Theatinorum”,vale a dire la Congregazione dei Teatini,dal nome della città Chieti,vescovado di Giovan Pietro Carafa

 

Papa Paolo IV

(Giovan Pietro Carafa) *

 

da cui partì questa straordinaria avventura,per il rinnovamento della Chiesa.

Nel 1524,Papa Clemente VII,approvò la Congregazione e così Gaetano spogliatosi dei suoi averi ,affiancato dal Carafa,che aveva rinunciato ai 2 Vescovati (Brindisi e Chieti),diede corso alla vita comune,dedicandosi all’apostolato tra i poveri,combattendo la miseria istituendo i Monti di Pietà,aprendo ospizi per gli anziani e ospedali.

Operò maggiormente a Napoli,che già allora primeggiava per i  tanti e annosi problemi,dove si spense nel 1547.

Fu canonizzato da Clemente X nel 1671.

 

 

Acquasantiera della Chiesetta di S.Gaetano sec XVIII

Provvisoriamente installata nella Chiesa dedicata

A Maria SS.regina della Pace-C/da Malvizza

Il Canonico Don Domenico Stiscia,studente di medicina presso l’Ospedale degli Incurabili in Napoli,da cui prese inizio la Rivoluzione Napoletana ,imparò a conoscere e apprezzare la figura di San Gaetano,a cui devesi il potenziamento e la modernizzazione dell’Ospedale fondato dalla nobile spagnola Maria Lorenza Longo

 

Canonico Don Domenico Stiscia

Ritratto olio su tela sec XIX

Pinacoteca Palazzo Stiscia

Il Sacro Sacello come recita il documento che seguita,fu edificato in località Sette Bovi ,toponimo che la dice lunga sulla presenza Sannitica e sul culto della Mefite ,il cui tempio doveva trovarsi nelle vicinanze delle “Bolle della Malvizza”,fenomeno vulcanico naturale(eruzione del gas metano a formare crateri in ebollizione).

Documento Originale che riproduce 2 ipotesi di lapide commemorativa

Per la dedicazione del sacro Tempio a San Gaetano

Alla Malvitiae 1805(Archivio Palazzo Stiscia)

Il toponimo di che trattasi è riportato in alcuni documenti con la dizione MALVITIAE- trasposizione dei termini classici MALA VICTIA da tradursi nel senso di luogo di Cattive Malvagità-Cattivi Vizi,credo in riferimento ai fatti connessi alla cultura popolare e alla vicenda dell’Oste famoso,che più cattivo del Diavolo,derubava i suoi avventori assassinandoli e/o propinava carne umana,anche di bambini;

Il toponimo,ancora,in altri documenti è riportato con la dizione di MALAVIZZA o MALIVIZZA,trasposizione dal classico della unione dei termini MALA e VICTA(vizza),a simboleggiare la Sconfitta del Male Supremo,per il solito legame alla leggenda dell’Oste malefico,che sprofondò negli inferi per intervento degli stessi demoni(perché più malefico di loro) e (altra variante)per l’intervento di San Nicola ,che fermatosi alla locanda per riposare e  nel compiere il rituale atto benedicente al cibo propinatogli,dal perfido oste,decretò la resuscitazione dei bambini,tramutati in pasto.La nascita delle Bolle della Malvizza,fenomeno naturale inspiegabile,venne così accomunata alla leggenda,o meglio forse si verificò l’esatto contrario.Sta di fatto che il luogo metteva paura e i miasmi puzzolenti,infettavano l’aria,che si rendeva irrespirabile ,tanto da essere evitata anche dagli uccelli,dalché nasce la trasposizione etimologica dell’ultimo significato della parola composita Malvizza:

c) MALA-AVIS   -Luogo non buono per gli Uccelli .

* La stessa parola AVERNO,sembra derivare etimologicamente dal Greco

“Luogo    privo di Uccelli”

* Si pensi alla correlazione tra Male Ventum(Benevento) e Male Victia (Malvizza).

 

sec.XIX pergamena della Masseria Stiscia(campana)

con la riproduzione della Chiesetta di San Gaetano da Thiene

Archivio Palazzo Stiscia

La Chiesetta venne consacrata l’11 Novembre 1805,di Lunedì,con qualche anno di ritardo dalla data dell’ autorizzazione reale,per il sol fatto che il benefattore Don Domenico Stiscia,arresosi con altri rivoluzionari,alla caduta di Castel dell’Ovo (giugno 1799)  che decretò,di fatto, la fine della Repubblica Partenopea,ebbe salva la vita perché Sacerdote e per intervento del Cardinale Ruffo,che ne conosceva gli scritti filosofici e le opere umanitarie,ma fu condannato all’esilio a vita.

Rifugiatosi in Francia,fu acclamato come un eroe dai tanti esuli Italiani e per le sue conoscenze e titoli ricoprì importanti incarichi ecclesiastici sotto la Repubblica Francese,proteggendo il clero e meritandosi apprezzamenti da ogni dove.

Sebbene fosse soggetto ad amnistia per i fatti del 99,non rientrò subito nel Regno di Napoli,diffidando dell’Acton e del Nelson,ma la vittoria di Napoleone a Marengo,cambiò il quadro politico europeo spianando, finalmente, il suo ritorno,il cui viaggio è narrato  in un suo diario dove riporta le sue impressioni sugli uomini  e le città che incontra,dando uno spaccato della vita del tempo e dei tanti libertari che credevano in un ideale di vita migliore.

Era partito da Giacobino ed era ritornato da patriota!

Il nostro Don Domenico,potè,così,ritornare a casa e alle sue attività,anche rivoluzionarie,ed è per questo che quel sacro Sacello dovette attendere il 1805 per la Solenne Consacrazione e apertura al culto.

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Il documento ufficiale dell’epoca ricorda:

In adempimento dell’onorevole incarico datomi da S.E.Reverendissima e da V.S.Illustrissima…….per la benedizione di una Chiesa Campestre,costruita dal Reverendo Sacerdote D.Domenico Stiscia,Cappellano insignito,nel luogo detto La Malvizza,sono con questa mia umilissima a riferirle,come nel dì 11 del detto mese(novembre),giorno di Lunedì,mi portai nel riferito luogo,e ritrovai già la detta Chiesa Campestre,sotto il titolo di S.Gaetano,in ottima e pulitissima forma edificata,con altare di bello stucco,e con pavimento decente per un luogo sacro,destinato per la celebrazione della santa Messa,fornita benanche di tutti i sacri arredi necessari e dotata pure di annui ducati quattordici per la manutenzione.Vennero con me il rettore di san Nicola,due signori  Canonici,tre Cappellani insigniti e due chierici,tutti delle loro insegne vestiti,e feci già la benedizione secondo il Rituale Romano e coll’intervento di molti coloni che ringraziavano il Signore per un sì gran beneficio:terminata la quale cantai la Messa solenne pro gratiarum catione,ed in onore del Santo Tutelare,dopo la quale si celebrarono due altre Messe…….

Monte Calvo 13 Novembre 1805

Giovan Lorenzo decano Bozzuti

I documenti e le testimonianze pubblicate in questo saggino,sono solo una parte dell’ingente materiale legato alla Storia della Masseria Stiscia e annessa Chiesa di San Gaetano Thiene alla C/da Malvizza,meritevoli di pubblicazione qualora si manifestassero sicuri interessamenti e incoraggianti proponimenti.

Montecalvo Irpino 23 Aprile 2005                                                                                                                                   Dott. Antonio Stiscia

Masseria Stiscia C/da Malvizza

Sec. XVII lato sud

 

La Masseria Stiscia è databile alla metà del 1600,e comunque edificata su più antiche vestigia,legate alla presenza delle Bolle della Malvizza e all’antichissimo Tratturello che da Casalbore attraversava la Malvizza e si congiungeva al Grande Regio Tratturo(Pescasseroli-Candela) nonché alla Via Traiana,per sconfinare nelle fertili pianure pugliesi.La masseria Stiscia occupa la parte centrale di una vasta area (Campana) di circa 1 Ha  e comprende mandre,ovili,pollai,orti e una sorgente.La mancanza di strutture difensive,testimonia una certa tranquillità del sito,dovuta anche alla presenza di un posto di guardia e/o stazione di sosta per i cavalli(Taverna del Duca),lungo uno delle direttrici più antiche.La masseria ha dato comoda ospitalità fino a 30 persone,in quella straordinarie famiglie patriarcali,dove vi era un saggio e proficuo utilizzo della forza lavoro e una rigida divisione dei compiti.La famiglia era composta da un Patriarca,dalla moglie,dai figli maschi con le rispettive mogli e figli,e dalle figlie nubili.Ognuno aveva degli spazi alloggiativi propri,nel mentre la grande cucina e sala da pranzo,vedeva allo stesso desco l’intero nucleo familiare,che si ampliava enormemente con l’aggiunta dei tanti braccianti durante la mietitura.La presenza di 2 grandi Stalloni(Cavalli e Vacche),di 1 piccionaia,di 2 grandi ovili,di grandi recinti per i cavalli (malvizzani),e le tante camere da letto,con numerose  altre costruzioni,posizionate perfettamente sull’aia,davano alla struttura la configurazione di una piccola cittadella autonoma,considerando la notevole estensione dei terreni da coltivare  300 Ha circa,(compreso il feudo di Pietra Piccola),posti anche nei territori dei vicini Comuni di  Casalbore,Castelfranco, Ginestra,Ariano.. )

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