La Chiesetta dedicata a San Gaetano Thiene in C/da Malvizza
( Montecalvo Irpino) Contributo
inedito di -
Dott. Antonio Stiscia
Mi sono deciso a
scrivere questo piccolo saggio,non per divulgare o promuovere
qualcosa,ma solo per rispettare la tradizione storica e religiosa di
questa terra,che insegue le mode e ingigantisce le
normalità,dimenticando i valori e le tradizioni fondanti.
E’ proprio strano,ma sa di rancido,questo esasperato
ecumenismo,intriso di goliardia e dionisismo,frutto del protagonismo e
non della vera fede. Altro non può essere,se si pensa al chiaro
contraddittorio porsi nei confronti dei sentimenti umani e delle
miserie della vita.Come può accadere che incredibili testimonianza di
vera fede e nobile tradizione,vengano abbandonate alla sicura
distruzione ed all’oblìo? Forse perché viene graduata la spiritualità
dei luoghi in base alla loro grandezza e magnificenza? Non è stato
proprio il Poverello di Assisi,ad insegnarci che il Buon Dio abita le
case più umili e le chiese abbandonate(Porziuncola)?
Evidentemente
questa lezione è finita nel dimenticatoio,la grandeur,manifestata nei
più stupidi,clamorosi ed esilaranti atteggiamenti,rischia di riportare
in vita quel demoniaco caos che è la vera fonte del disagio umano e
spirituale di questo tempo.
Che senso
ha,abbinare la sagra della porchetta alla Madonna,quella della
salsiccia al Santo di turno,che scopo ha creare e inventare nuove
madonne,specializzate in un qualche settore specifico,se poi manca la
vera fede, e l’esercizio principale rimane la voluntas di sodomizzare
il prossimo.
Chiedo scusa per
lo sfogo,ma da troppo tempo non si ascoltano più considerazioni,tutto
sembra finito nella sfera del relativismo,mancando una partecipazione
critica dei cittadini,che si adeguano alla massa per non restare
indietro e per non rimanere isolati,con la pericolosa conseguenza del
crearsi della partigianeria,vera causa della morte dei movimenti e
dell’associazionismo.
I paesi,più sono
piccoli e indifesi,più si dividono al loro interno.
Paesi di poche
centinaia di abitanti,sono sottoposti ad un fazionismo stupido e
negletto,dove quel che nasce e si propone,nasce in virtù
dell’antagonismo all’altro,in una logica perversa e
autodistruttiva,vera causa della nostra povertà.
In questa logica
vado a parlare delle 2 Chiese,site nel territorio di Montecalvo
ed entrambe dedicate a San Gaetano da Thiene,entrambe in penoso
stato di abbandono.
Di quella più
nota,sita ai piedi del Castello Ducale “Pignatelli di Montecalvo”,non
parlerò,stante le numerose e qualificanti informazioni storiche
fornite e pubblicate per il passato.
Parlerò della
Chiesetta sita alla C/da Malvizza,il cui colpevole abbandono(anche il
mio),non trova giustificazione alcuna e la cui importanza cercherò di
spiegare nelle pagine a seguire,ricordando l’importanza storica di
quel sacro Sacello e le vicende religiose ad esso legate,con la
sottile speranza di veder premiata la mia opera di sensibilizzazione
nei confronti degli altri comproprietari,per un restauro o una
riedificazione del tempio.
Inserita nel vasto complesso edilizio della
Masseria Stiscia,in posizionecentrale e di facile accesso,la
Chiesetta fu edificata a seguito del
Decreto Reale del 19 Agosto 1797 di S.M.S. Ferdinando IV di
Borbone
e per
volontà del Canonico Don Domenico Stiscia,straordinarioed illuminato personaggio,noto per
le sue simpatie liberali(tra i capi
della Repubblica Partenopea del 1799)
e per la sua visionemoderna del mondo,legata ai principi
universali della libertà e
dell’uguaglianza edella vera
fraternità(nel 1793 aprì a suo spese una scuola pubblica per
l’insegnamento della Grammatica e della Letteratura aperta a tutti,
ragazzi e ragazze,che in modo assolutamente gratuito poterono imparare
a leggere e scrivere,fatto unico nel reame di Napoli e rivoluzionario
per il tempo).
La prima curiosità,che va appagata
prima di ogni considerazione,è il perché in questo Comune esistono ben
2 Chiese dedicate a San Gaetano Thiene,fatto unico al mondo.
Cercheremo di capirne
i motivi e a tal proposito è necessario parlare di questo
straordinario Santo e dei suoi indiscussi legami con Montecalvo.
Gaetano da Thiene,nacque a Vicenza nel
1480,da nobile famiglia,solo 3 anni prima di Martin Lutero,altro
grande riformatore.
La necessità di operare una riforma
all’interno della Chiesa,con nuovi modi di vita e irreprensibilità dei
costumi,scandì la vita di questi 2 personaggi,che operarono scelte
opposte,l’uno spezzando il legame con la Sede Romana,l’altro
cercando, con la paziente voce della persuasione,di portare quei
cambiamenti che il mondo attendeva.
Cristo aspetta !
diceva.
Fu un uomo
pratico e instancabile,e cercò di comprendere le difficoltà della
Chiesa,promovendo il dialogo e il chiarimento.
Prevalse la logica del potentato e la
Chiesa si sfaldò,nessuno capì l’importanza di cavalcare e dirigere la
volontà riformatrice,cosa che avvenne in pochi casi,come per la
“Riforma Delicetana attuata dal Beato Felice da Corsano” Agostiniano
come Lutero, che con una convenzione di stampo moderno simile ad un
Accordo di Programma,agli inizi del ‘500 si impegnava ad assistere i
malati e i poveri,avendo in cambio non solo il riconoscimento politico
e civile ,ma la concreta possibilità di agire nel sociale.
La convenzione fu sottoscritta con
l’allora Conte di Montecalvo Sigismondo Carafa,congiunto di quel
Giovan Pietro Carafa che proprio con Gaetano diede vita all’”Ordo
Regularium Theatinorum”,vale a dire la Congregazione dei
Teatini,dal nome della città Chieti,vescovado di Giovan Pietro
Carafa
da cui partì questa
straordinaria avventura,per il rinnovamento della Chiesa.
Nel 1524,Papa Clemente VII,approvò la
Congregazione e così Gaetano spogliatosi dei suoi averi ,affiancato
dal Carafa,che aveva rinunciato ai 2 Vescovati (Brindisi e Chieti),diede
corso alla vita comune,dedicandosi all’apostolato tra i
poveri,combattendo la miseria istituendo i Monti di Pietà,aprendo
ospizi per gli anziani e ospedali.
Operò maggiormente
a Napoli,che già allora primeggiava per i tanti e annosi
problemi,dove si spense nel 1547.
Fu canonizzato da
Clemente X nel 1671.
Il Canonico Don
Domenico Stiscia,studente di medicina presso l’Ospedale degli
Incurabili in Napoli,da cui prese inizio la Rivoluzione Napoletana *,
imparò a conoscere
e apprezzare la figura di San Gaetano,a cui devesi il potenziamento e
la modernizzazione dell’Ospedale fondato dalla nobile spagnola Maria
Lorenza Longo
Il Sacro Sacello come recita il documento che seguita,fu edificato in
località Sette Bovi ,toponimo che la dice lunga sulla presenza
Sannitica e sul culto della Mefite ,il cui tempio doveva trovarsi
nelle vicinanze delle “Bolle della Malvizza”,fenomeno vulcanico
naturale(eruzione del gas metano a formare crateri in ebollizione).
La Chiesetta
venne consacrata l’11 Novembre 1805,di Lunedì,con qualche anno di
ritardo dalla data dell’ autorizzazione reale,per il sol fatto che il
benefattore DonDomenico Stiscia,arresosi con altri
rivoluzionari,alla caduta di Castel dell’Ovo (giugno 1799) che
decretò,di fatto, la fine della Repubblica Partenopea,ebbe salva la
vita perché Sacerdote e per intervento del Cardinale Ruffo,che ne
conosceva gli scritti filosofici e le opere umanitarie,ma fu
condannato all’esilio a vita.
Rifugiatosi in
Francia,fu acclamato come un eroe dai tanti esuli Italiani e per le
sue conoscenze e titoli ricoprì importanti incarichi ecclesiastici
sotto la Repubblica Francese,proteggendo il clero e meritandosi
apprezzamenti da ogni dove.
Sebbene fosse
soggetto ad amnistia per i fatti del 99,non rientrò subito nel Regno
di Napoli,diffidando dell’Acton e del Nelson,ma la vittoria di
Napoleone a Marengo,cambiò il quadro politico europeo,spianando,
finalmente, il suo ritorno,il cui viaggio è narrato in un suo diario
dove riporta le sue impressioni sugli uomini e le città che
incontra,dando uno spaccato della vita del tempo e dei tanti libertari
che credevano in un ideale di vita migliore.
Era partito da
Giacobino ed era ritornato da patriota!
Il nostro Don
Domenico,potè,così,ritornare a casa e alle sue attività,anche
rivoluzionarie,ed è per questo che quel sacro Sacello dovette
attendere il 1805 per la Solenne Consacrazione e apertura al culto.
Il documento
ufficiale dell’epoca ricorda:
In adempimento
dell’onorevole incarico datomi da S.E.Reverendissima e da
V.S.Illustrissima…….per la benedizione di una Chiesa
Campestre,costruita dal Reverendo Sacerdote D.Domenico Stiscia,Cappellano
insignito,nel luogo detto La Malvizza,sono con questa mia umilissima a
riferirle,come nel dì 11 del detto mese(novembre),giorno di Lunedì,mi
portai nel riferito luogo,e ritrovai già la detta Chiesa
Campestre,sotto il titolo di S.Gaetano,in ottima e pulitissima forma
edificata,con altare di bello stucco,e con pavimento decente per un
luogo sacro,destinato per la celebrazione della santa Messa,fornita
benanche di tutti i sacri arredi necessari e dotata pure di annui
ducati quattordici per la manutenzione.Vennero con me il rettore di
san Nicola,due signori Canonici,tre Cappellani insigniti e due
chierici,tutti delle loro insegne vestiti,e feci già la benedizione
secondo il Rituale Romano e coll’intervento di molti coloni che
ringraziavano il Signore per un sì gran beneficio:terminata la quale
cantai la Messa solenne pro gratiarum catione,ed in onore del Santo
Tutelare,dopo la quale si celebrarono due altre Messe…….
Monte Calvo 13
Novembre 1805
Giovan Lorenzo
decano Bozzuti
I documenti e le
testimonianze pubblicate in questo saggino,sono solo una parte
dell’ingente materiale legato alla Storia della Masseria Stiscia e
Chiesa di San Gaetano alla C/da Malvizza,meritevoli di pubblicazione
qualora si manifestassero sicuri interessamenti e incoraggianti
proponimenti.
Montecalvo
Irpino 23 Aprile
2005
Dott. Antonio Stiscia