La
Madonna della Libera
o
La
Madonna del Parto
o
Santa
Maria Liberatrice dei Templari
Madonna
della Libera sec XIV-XV Croce Patente
Templare Icona Bizantina sec XIV
La
Religione Cristiana ebbe la straordinarietà di saper
amalgamare e assorbire tutte le preesistenti religioni,fino
a diventare Religio Romana e come tale “imporsi”nel vasto
Impero.
La
proliferazione del Cristianesimo avvenne naturalmente,quasi
atteso ultimo appiglio ad un crescente decadentismo sociale
e al dilagare della corruzione dello stato,una sorta di
estremo rimedio alla fine di un impero(oriente)che aveva in
sé i mali di quello di occidente e che troverà nel
Cristianesimo un fondante motivo esistenziale.
Il
Cristianesimo saprà impossessarsi dei riti pagani,orfici e
mitraici,raggiungendo in tal modo anche le classi più
abbienti e di potere,assorbendo la stessa filosofia greca
,influenzando le classi sociali più culturalmente
elevate,trovando le giuste risposte alle esigenze degli
intellettuali che vedranno nelle parole di un umile
falegname le risposte esaurienti tanto ricercate,rimodulando
alla semplicità ,uno stile di vita sprecone e corrotto,non
più adatto ai tempi .
Miriam(Maria)
ne è un esempio straordinario.
Intorno a
questo personaggio straordinariamente centrale nella storia
del Cristianesimo ruota l’evoluzione di una religione che
ha segnato il mondo e che ancora oggi ne determina il
cammino morale e spirituale.
Una
giovinetta ebrea,gracile e non ancora sessualmente
matura,sarà la madre del Salvatore Gesù,resterà
miracolosamente incinta in modo portentoso quanto
Rebecca,Anna o Elisabetta,queste ultime ingravidate oltre la
menopausa.
“Colei
che non ha mai visto il sangue” ,Vergine e senza peccato
originale,l’unica fanciulla di sana e completa purezza
fisica e mentale , degna di poter ospitare il corpo del
Salvatore.
Portatrice
di vita,legame tra la terra e il cielo,protettrice delle
partorienti e delle gestanti, Miriam
raccoglie,naturalmente, la positività delle divinità
femminili precedenti. (Era,Giunone,Diana,Mater Matuta).
Le prime
raffigurazioni di Maria risentono di queste influenze
pagane, dovute al manierismo degli artisti del tempo ,che
devono in un certo qual modo accontentare i nuovi
committenti e non avendo parametri o esempi antichi,si
vedono costretti a riciclare e riciclarsi proponendo vecchie
immagini e figure, adattate al nuovo che avanza in modo
prorompente. L’iconografia delle origini mantenne la
simbologia pagana:La Luna di Diana,il Melograno di Cerere……
Le prime
raffigurazioni di Maria risentono di questa influenza
pagana,ma la bravura degli artisti saprà ben rappresentare
la virginale semplicità e la fattezza del viso di una
fanciulla ebrea. Maria viene raffigurata in piedi come
Giunone,Diana o Atena o seduta in trono come Iside,Cibele o
la Mater Matuta.
Maria non è
solo la madre del Salvatore è anche l’esempio della
Fertilità e della Ricchezza della Procreazione.
Il Ventre
di Maria origine del Mondo.
“Porta
nel tuo seno,o Maria,Colui che è padre del mondo,nel tuo
seno glorioso,tu porti il mondo”
Sofronio
Nella
Bibbia sovente si parla di figli e la sterilità è vista come
una maledizione divina e si fa di tutto per evitarla.
Una
famiglia numerosa è sintomo di grazia divina e di
prosperità.
Sara,
a lungo sterile concepisce Isacco,quando è in menopausa.
Non
sottacendo che sarà proprio lei a convincere la schiava Agar
a concepire un figlio con Abramo pur di conservarne la
discendenza.
Nel disegno
divino, Ismaele, figlio di un capo non potrà che essere capo
di un grande popolo ,da cui discenderà il profeta Maometto
che darà vita all’Islam.
Elisabetta,sorellastra di Miriam,vecchia e
sterile,concepisce il Battista.
Maria non è
ancora sessualmente matura,eppure viene ingravidata dal
Verbo di Dio.
Maria
è l’ultimo anello di una umanità che fonda la sua forza
sulla capacità di procreare in condizioni
eccezionali,diventando naturalmente nume tutelare della
famiglia e soprattutto delle gestanti e delle
partorienti.(Madonna del Parto).
Chiamata
mater regina,mater gentium,mater deorum,sancta dei genitrix.
La
positività di Maria si manifesta nel partorire con gioia e
senza dolore,messaggio di sicuro conforto alle partorienti.
La
simbologia delle origini e la raffigurazione delle Madonne
Bizantine sono la conseguenza di tutte queste esigenze
popolari più che religiose.
”Non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me”.
San Paolo
La
Madonna Platytera,quale
cosmo e universo,con la visione del figlio all’interno del
corpo come una ecografia,ricorda alcune statue egizie.
La Madonna Platytera fa la sua comparsa in Italia tra la
fine del XIV e l’inizio del XV secolo soprattutto nell’area
adriatica compresa tra le Marche e Venezia , cioè in quei
territori che avevano mantenuto i rapporti commerciali con
l’oriente. Verso la fine del XIV secolo ritroviamo lo stesso
motivo anche in Toscana con la differenza che l’espediente
della mandorla viene qui sostituito con il motivo
naturalistico della cinta alta e ricurva sopra il ventre
leggermente sporgente di Maria. Un altro espediente era la
rappresentazione del Cristo in forma simbolica o con il
monogramma IHS. Mentre in Toscana già dalla prima metà del
Trecento circolava la raffigurazione realistica della
Vergine incinta. Questo soggetto iconografico venne chiamato
Madonna del parto e rappresenta la Madonna da sola, in
piedi, in posizione frontale e visibilmente incinta. Il
concilio di Trento,ritenne non ortodosse le madonne incinte
e molte statue vennero distrutte o modificate. Gli esemplari
superstiti sono quasi tutti di scuola toscana,perché fuori
della Toscana le altre raffigurazioni della Madonna
incinta(madonna del parto) sono sedute.(da studi di
Abramo Morandi)
La
madonna orante che ha sul ventre, dipinto il volto o il
simbolo di Gesù è la madonna Blachermitissa ,evoluzione
delle prime raffigurazioni della Madre Celeste.
Madonna
della Libera
Dalla
confluenza delle 2 iconografie della Madonna (Platytera e
Blachermitissa-Blacherniotissa),si è sviluppata la
raffigurazione della Vergine col ventre pronunciato dalla
gravidanza,di cui un altissimo esempio è proprio la
Madonna della Libera.
La madre di
Dio è raffigurata al 7° mese,numero di Gesù,che porta all’8
numero di Maria ,per poi giungere al 9,numero dei cavalieri
templari.
Nel 300 si
consolida l’iconografia della Madonna Gestante/Madonna del
Parto,
Alcuni
studiosi riconducono tale tipo di iconografia ad un periodo
storico immediatamente successivo alla soppressione
dell’Ordine dei Templari,avvenuta il 1312 per imposta
volontà di Papa Clemente V
La
rappresentazione della Madonna gravida è la visione del
Tempio e della Chiesa universale racchiusa e protetta dal
ventre della Vergine che attende il suo tempo per partorire
il Salvatore.
Un
messaggio nemmeno tanto oscuro,che rappresenta la volontà di
attendere tempi migliori per rinascere ,utili e indefessi
custodi del Sacro Tempio.
D’altronde
la pseudo scomunica o meglio lo pseudo scioglimento
dell’Ordine,lasciò più che speranze ai migliaia di monaci
cavalieri che confluiti negli Ospitalieri,aspettavano con
ansia il riscatto e la liberazione,per rinascere a nuova
vita
Le madonne
del parto del 300,hanno la veste rossa e il velo blu,in
evidente stato interessante,con un aggraziato accenno alla
rotondità del ventre.
Ritratto
di Mons. Stiscia 1860 raffigurato con
Il quadro
della Vergine SS. della Libera come era a quel tempo
La Madonna
diventa Chiesa e Tempio ,alla cui tutela sovrintendono i
Cavalieri Templari.
I recenti
studi parlano dei Templari come di un ordine monastico sui
generis,dove confluiva la “inttellighentia” del tempo. Si
sa per certo che furono ingiustamente perseguitati non tanto
per intascare le enormi ricchezze e le immense proprietà,che
confluirono,ben separate,nell’ordine degli Ospitalieri di
Sant’Agostino,ma soprattutto perché la conoscenza del mondo
e della civiltà araba,li aveva avvicinati ad un movimento di
pensiero che ricercava i punti di incontro tra le
religioni,più che i punti di contrasto. I rapporti con i
Sufisti,ordine di cavalieri musulmani d’elite e di pari
valenza dei templari,segna la nascita di un sodalizio e di
una rispettosa convivenza,alla ricerca del bene supremo e
delle ragioni dell’amore,unico e universale punto di origine
di ogni cosa.(cfr. La visita effettuata da San Francesco
d’Assisi,nel 1219, al Capo delle forze musulmane(sufista),il
sultano Al Malik per trovare la pace con la serena
convivenza,rientra nel novero di quel gran movimento
culturale occidentale fondato sul Messaggio d’Amore).
La ricerca
dei valori comuni,avvalorati dalla discendenza dal Dio di
Abramo e la visione di un mondo di “Fedeli d’amore”,avranno
una certa rilevanza,per alcuni intellettuali(Dante) e
attraverserà tutto il medio evo,tramutandosi negli ideali
dell’ Umanesimo e del Rinascimento.
I musulmani
che venerano Gesù figlio di Maria e hanno un
riferimento costante alle storie del Vecchio Testamento( il
libro dei libri per le tre grandi religioni
monoteistiche),tramite i Sufisti perseguirono la ricerca di
una nuova strada per la convivenza pacifica nella Terra
Santa,in contrapposizione ad altri interessi meno nobili e
tutt’altro che fideistici,di entrambi gli schieramenti.
Sembra assurdo, ma la sconfitta di questi moderati rese più
profondo il solco tra le Biunivoche religioni,con le
disastrose conseguenze che vediamo e sentiamo ancor oggi.
“Il mio
cuore è diventato capace di accogliere ogni forma,è un
pascolo per le gazzelle,un convento per i monaci cristiani.
E’ un tempio per gli idoli,è Kaaba per i Pellegrini,è le
tavole della Torah,è il sacro libro del Corano”
Ibn Arabi
I
Templari furono annientati perché ricchissimi e forse
perché antesignani di una civile convivenza tra i popoli e
le religioni,nel nome dell’Unico Dio.
La
conoscenza e lo studio,la pratica esoterica e la
medicina,furono le concause della loro dissoluzione,senza
dimenticarne la potenza politica e religiosa,rafforzate dal
fatto che i cavalieri templari erano alle dirette
dipendenze del Papa e non soggetti a nessuna limitazione
canonica.
I Templari
non sparirono,anzi,giustiziati i capi e pochi altri,la gran
parte di loro confluì ,per volontà del Papa, nell’Ordine dei
Cavalieri Gerosolimitani e/o Girolamini o nell’Ordine degli
Ospitalieri di Sant’Agostino,l’ordine che reggerà l’Ospedale
di Santa Caterina di Montecalvo dal 1500 sotto l’egida del
Beato Felice da Corsano e nel di cui Atto di affidamento si
ricorda la presenza dei Cavalieri (Templari ) fin dal 1200.*
*Dal
Registro della Cancelleria Angioina anni 1273-1283
,regnando Carlo I d’Angiò,fratello del re di Francia
– San Luigi IX,si legge di un proprio rescritto che viene
riportato integralmente:
“12,
ivi.( 12 febbraio 1273)
—
Il milite Sinibaldo de Yallecupa regio familiare ricorre
a re Carlo dicendo che do^'endo egli mandare i suoi armenti
di vacci-
ne e di pecore della Puglia ad partes Marsie Montanas ,
molti di questi
animali vengono presi arbitrariamente ed altri uccisi. Per
la qual cosa
il re ordina a tutti gli uffiziali regi di Puglia e di
Abruzzo di non
commettere essi , né di fare ad altri commettere siflatti
eccessi .
In questo stesso giorno re Carlo ordina al Giustiziere ed a'
pro-
fessori dello Studio di Napoli di permettere a Maestro
Giacomo For-
roaldo di Scalea di poter liberamente in NeapoUfano Studio
regerc ac
docere in phisica , essendo stato all'oggetto esaminato ed
approvato da
Maestro Simone di Montecalvo,
da Maestro Giovanni de Nigel e da
Tommaso di Firenze, i primi due suoi chierici e tutti suoi
medici e
familiari .
Il rescritto la dice lunga su questo Maestro Simone
che oltre a essere Medico (Fisico) è anche Religioso (forse
monaco templare) nonché familiare del Re.
Capitelli
provenienti dalla Chiesa di Santa Caterina
(Simbologia Templare sec. XIII-XIV)
Colleggiata Santa Maria (Cappella Ottagonale Carafa)
Non va
trascurato che la regola di Sant’Agostino era quella che i
primi Templari avevano mutuato dai Canonici della Cattedrale
del Santo Sepolcro a Gerusalemme
Carlo II
d’Angiò ,detto lo zoppo,cugino di Filippo il Bello(il re
persecutore dei Templari) si adopererà per annientare i
templari anche nel Regno di Napoli,riuscendovi,solo
parzialmente,a Montecalvo, per la vicinanza storica,politica
e religiosa della nostra cittadina a Benevento e quindi a
Roma e per la presenza di Cavalieri Templari tra le famiglie
feudatarie della Contea.
“Ecce Ancilla Domini”
La Madonna
della Libera sembra incamminarsi ,con questo suo protendere
le braccia rassicuranti ad abbracciare il mondo al suo
seno,pieno di grazia.
In età
bizantina,la Madonna orante diventa la Vergine che protende
le mani immacolate ed è proprio durante l’impero bizantino
che si avrà una particolare venerazione per la Madre di
Dio.
Il Basileus
condivideva con Lei l’effigie sulle monete, e i
documenti venivano autenticati con i sigilli riportanti
l’immagine della Vergine.
L’Imperatore Andronico II Paleologo (1282-1328),esprime la
sua gratitudine a “Colei che vigila sulla nostra
tranquillità in mille circostanze e respinge i nostri
nemici”
Una
particolare statua della Vergine,proveniente dalla basilica
del Santo Sepolcro,veniva portata in processione e sulle
mura di Gerusalemme in caso di assedio da parte dei Turchi.
La Vergine
più volte aveva “liberato” Bisanzio dall’assedio dei
nemici,la statua lignea di facile trasporto sulle mura era
rappresentata con le mani protese a baluardo,come se volesse
respingere il male (cfr. Madonna della libera)
Sigillo dei Cavalieri Templari
Sicuramente,il Gran Maestro dei Templari (Jacques De Molay)nel
suo viaggio di ritorno in Francia(1303)col suo tesoro e con
i suoi cavalieri,ha attraversato la Via Traiana,collegamento
alla Via Francigena, e con buona probabilità , stante la
presenza dello Ospitale di Santa Caterina in Montecalvo vi
ha fatto sosta,nella considerazione che si stava
trasportando un Tesoro composto da diverse decine di carri,
scortati da almeno 2000 cavalieri.
Pianta della Via Francigena
Capitello secXIII
Leoncino
sec. XIII
Cappella
Carafa-Collegiata S. Maria
Chiassetto
Caccese
Stessa
rappresentazione del Bene(Leone) che sconfigge il Male
Provenienti entrambi dalla complesso monastico templare di
Santa Caterina
Portale di
Ingresso alla collegiata di Santa Maria sec XV
(
architrave con simboli templari proveniente da S.Caterina)
Croci
templari presenti su architravi e pilastri
Colleggiata S. Maria Assunta
Toponimi Templari
estratto art. I Templari a
Varese di Fernando Cova
Molti degli
insediamenti templari in Italia sono andati distrutti oppure
se ne è persa traccia. Si possono fare alcune ipotesi
basandosi sui toponimi dei luoghi, ma occorre tener presente
che i Templari provvedevano alle intitolazioni solo nel caso
di costruzione ex-novo, mentre lasciavano il nome originale
nel caso di subentro o di donazioni di chiese o di ospizi.
Ciò premesso si possono fare alcune osservazioni:
- Il titolo attribuito
più frequentemente alle loro chiese è "Santa Maria"
seguita da un qualche appellativo (ad es., S. Maria del
Tempio, S. Maria dei Franconi, ecc.)
- Gli altri santi più
frequentemente usati erano gli Apostoli, S. Giovanni
Battista, S. Maria Maddalena, S. Lazzaro di
Betania, S. Bernardo, S. Ilario da Poitiers, S. Giorgio, S.
Tommaso Becket, S. Gregorio Magno, S. Pellegrino da
Tallerona, S. Dionigi di Parigi, S. Nicola, S.
Caterina di Alessandria.( Santa Maria Liberatrice)
Altri toponimi che
possono evidenziare un insediamento sono:
- colombera,
colombara, palombara: ha il duplice
significato di a) luogo dove stanno i colombi b) edificio
posto in luogo elevato; in Terrasanta i Templari appresero
dagli Arabi l'uso dei colombi viaggiatori. Tale toponimo si
trova sempre nelle immediate vicinanze di insediamenti
templari. Nell'ottica templare indica una torre di
avvistamento con colombaia;
Il
Palummaro
c/da e zona di Montecalvo ricca di acqua e dove è
posizionata l’omonima antichissima sorgente di proprietà
della Universitas di Montecalvo
.
- commenda:
toponimo appartenente all'ordine di S Giovanni di
Gerusalemme (di Malta), attribuito, dopo il 1400, agli ex
possessi templari assorbiti da detto ordine;
Nella Chiesa del Santissimo,si ricorda la presenza di
un altare le cui entrate erano destinate alla
Commenda di Malta.
- grancia,
grangia, granza, granziera, ganzaria,
grasceta, rance e derivati: fattoria o
insediamento rurale di conventi, ordini religiosi e ordini
monastico-militari; usato dai benedettini e cistercensi
nelle loro zone di bonifica e sfruttamento rurale ed in
seguito usato dai Templari, data la stretta relazione tra i
due ordini.
Grascia
tipico
sostantivo dialettale montecalvese che significa abbondanza.
- hospitale,
ospitale, ospedaletto, ospizio,
spedale : deve intendersi come ospizio o luogo di
tappa; si trova, di solito, fuori le mura della città od
addossato ad esse per essere in grado di accogliere i
pellegrini anche dopo la chiusura delle porte d'accesso alla
città;
Ospitale di Santa Caterina sec.
XIII
- mulino
(seguito dalla specifica "del Tempio" o dal titolo di uno o
più santi: ogni precettoria importante od ospizio aveva il
suo corso d'acqua e relativo mulino (non è specifico dei
Templari);
La
presenze di molti mulini ad acqua
(Mulini Gelormini toponimo)
- peschiera,
piscaria, piscatoria e simili: stagno
creato artificialmente per allevare il pesce; a causa
dell'alto consumo di pesce da parte dei Templari ogni
precettoria, autosufficiente, ne creava una nel caso non ci
fossero già quelle naturali;
C/da Pescara
zona ricca di acqua al limitare del centro urbano.
Madonna
della Libera anni 20- lastra fotografica(archivio Stiscia)
La statua
lignea della Vergine (Santa Maria Liberatrice),probabilmente
del XIV-XV secolo,di provenienza Toscana e/o marchigiana,è
un vero unicum nella iconografia medioevale.
Di statura
regolare, è rappresentata nell’atto di protendere le mani
per diffondere più che preservare,con le mani al centro
del cui palmo sono ben visibili le croci rosse a 8 punte dei
Templari (Croce delle 8 beatitudini).
Una statua
ricchissima di simboli e un concentrato di fede
straordinaria.
La Vergine
è incinta,con i ricci capelli scuri che le adornano il viso
finissimo e aggraziato,un po’ paffuto dalla gravidanza e ben
evidenziato dal gonfiore delle gote e dalla leggera
prominenza del sottomento.
Lo sguardo
dolcissimo e una luce negli occhi,tipico delle donne
incinte,è rappresentato con maestria dall’ignoto
scultore,che ha ben evidenziato un innaturale rossore alle
gote, tipico delle donne in stato interessante,avvolte da un
pallore perenne contrastato con l’ausilio di un colorito
artificiale,a cui non si sottraevano,certamente,le donne di
tutte le epoche e nemmeno le ebree.
Il
Mantello,originariamente di colore blu,tipico delle statue
del 3 e 4cento,sembra posizionato nell’unico modo possibile
ad una ragazza che mostra con orgoglio e con riservatezza la
sua imminente ed evidente maternità.
La Madonna
sembra al 7 mese,numero del Cristo,prima di passare all’8
numero legato alla madre di Dio e al tempio e infine al 9
che segna il tempo del parto e che però è anche il numero
proprio dei Templari.
Sul petto
della vergine è riprodotta la croce patente dei
Templari,racchiusa in un cerchio,retaggio della iconografia
bizantina ,a rappresentare la presenza del Cristo nel suo
ventre.
La veste
damascata è sorretta da una cintura(in-cinta) tipica delle
donne ebree e annodata sul davanti a mo di fiocco con il
Nodo di Salomone,di facile apertura,a dimostrare la
discendenza divina e la continuità storica del Salvatore,con
il popolo di Israele.
La
tradizione storica montecalvese,ricorda che la statua della
Vergine fu trovata miracolosamente in quel di Corsano
nell’anno 1630 e in concomitanza della Peste,di manzoniana
memoria e che l’evento,con conseguente processione
devozionale,abbia “liberato” montecalvo dal gravissimo
flagello:”Libera nos a malo”.
Molto
probabilmente le cose sono andate in modo diverso,ritenendo
che, effettivamente la statua era “custodita” presso il
Convento di San Giovanni Battista in Corsano,appartenuto ai
templari e di poi agli Agostiniani ,quale icona templare e
perciò soggetta a distruzione,(Il Concilio di Trento (XVI
sec) vietava di conservare immagini sacre non rispondenti ai
canoni ,come la vergine incinta,quindi da distruggere).
La
distruzione della statua grazie a Dio non avvenne, forse per
la particolare bellezza della sacra icona o soprattutto per
il recondito significato, la sacrale simbologia di
riferimento e la documentata presenza di Cavalieri
Gerosolimitani nei secoli successivi e nelle più importanti
famiglie montecalvesi, imparentate e legate alle più
potenti famiglie regnanti d’Europa.
Il miracolo
vero o no che fosse,abbinato ad un evento
eccezionale,consentì il recupero di una immagine sacra di
eccezionale fattura e bellezza,a cui il tempo aveva ridato
una nuova funzionalità,conservando però,almeno in parte,le
straordinarie simbologie originarie.
Da oltre 3
secoli una delle opere d’arte e di fede più importanti del
basso medioevo,illumina la Chiesa del Carmine di Montecalvo
Irpino,conforto delle gestanti e rifugio delle partorienti.
Molte donne
hanno avuto la gioia della maternità,grazie alla sua
intercessione e la tradizione vuole che una principessa di
casa Borbone ne ha testimoniato la potente intercessione
con il dono di quel prezioso medaglione aureo che campeggia
maestoso e centrale sul manto d’oro e che rappresenta la
gloria della madre celeste nello splendore dei cieli.
Montecalvo Irpino 26 Settembre
2009 Antonio Stiscia