La rivoluzione dell’89 - Repubblica napoletana - Montecalvo alza l’ albero della Repubblica - Restaurazione ed eccidi. Siamo agli anni della rivoluzione francese. Se ai tempi di Luigi XI, in Francia fu abolito da quel re il feudalismo e create le leggi civili, con la rivoluzione dell’89 si spazzava via ogni antico privilegio nobiliare e si fondava la repubblica in nome della fraternità, dell’ uguaglianza e della libertà. Si ebbero giorni tragici e terribili, nella vicina repubblica d’occidente. Il grande rivolgimento che si era compiuto oltralpe, fu una minaccia pericolosa per la tranquillità dell’Europa in genere, e per la sicurezza dell’ Italia in ispe cie. Politicamente, però tutto era cambiato, e quello che accadeva in questi anni al di là delle Alpi, più tardi accadeva anche al di qua. Ormai un’ aura nuova spirava in tutte le regioni d’italia. Nella metropoli partenopea già si apriva la prima pagina di quel grande martirologio, che doveva segnare, a lettere d’ oro, tutti quelli che, per prima servirono alla causa della Patria. Il 3 Aprile del 1795 si scopri a Palermo una con giura contro il re Ferdinando IV di Borbone e nel 1799 si ebbe la rivoluzione napoletana. Intorno a tale periodo, ecco ciò che scrive Vincenzo Cuoco, già Consigliere di Stato e magistrato coltissimo del tempo : « La rivoluzione napoletana del 1799 - è il piccolo saggio, la circoscritta prova dei principii dell’ 89. Quivi si compiono, in breve giro, tutte le fasi del ciclo rivoluzionario, che su più vasta scala si son compiute poi nei grandi rivolgimenti eu ropei. - Se questi principii, nella loro astrattezza si propagarono a Napoli e furono causa del mutamento di governo, ciò derivò in gran parte, dalla stolta politica dei Borboni, che con le loro persecuzioni li polarizzarono, mentre prima non erano che patrimonio di dottrinarii. - La rivoluzione di Francia a Napoli s’in tendeva da pochi, da pochissimi si approvava, quasi nessuno la desiderava. — E per quanto fossero vivi i bisogni nuovi del popolo, erano pertanto troppo di versi da quelli dei francesi perchè fosse possibile soddisfarvi nell’ identico modo. Donde la caducità della rivoluzione - e il rapido successo della reazione borbonica, ecc. » I paesi del reame partecipavano, relativamente, ai destini della capitale. Le condizioni della nostra gente - mentre il secolo XVIII moriva - disgraziatamente, non dissomigliavano molto dalle precedenti. Montecalvo, condannata, nei secoli passati, ad un fatale abbandono e decadimento cercava rialzarsi. L’ultima fase dell’antico regime e delle condizioni esaurite e servili del regno, sono descritte dagli storici contemporanei. la continuazione degli antichi sistemi sotto il comando degli antichi dominatori. La nostra gente immiserita dall’ignoranza, in uno a molte altre circostanze locali, ubbidiva al Borbone, e per lui ai minacciosi rappresentanti ufficiali del Il nuovo soffio di vita repubblicana, poco durata ,produsse da noi un lieve e breve mutamento, come in altri paesi provinciali. Montecalvo ha un particolare degno di menzione in questo periodo di rivoluzioni, e cioè, che riconobbe la repubblica alzando , in diversi punti del paese ,’albero della repubblica medesima. La notizia corrisponde a verità, perchè nei ricordi popolari , nella tradizione di un fatto non molto lontano , si raccontano altri particolari dai vecchi centenari, relativi a quell’epoca.
Restaurazione borbonica – Gli eccidi
E’ noto come per le campagne napoleoniche, queste nostre provincie passarono, successivamente, sotto i due re napoleonidi , Giuseppe Bonaparte ed il re Cavaliere, Gioacchino Murat. Essi, in nome del primo Napoleone portavano la parola di liberazione alle contrade del Mezzogiorno, modificando in un decennio, l’un dopo l’altro, tutto il vecchio regime e distruggendo gli ultimi avanzi del feudalismo , tanto letale ai nostri paesi , e dando quel complesso di leggi civili e penali, che tutti conosciamo. Il fato napoleonico si era avverato, la sua potenza veniva fiaccata a Watterlòo e i destini dell’Europa e d’italia, si erano cambiati. Il congresso di Vienna, per la guerra d’italia mossa da Gioacchino, nell’anno quindicesimo lo dichiarò decaduto dal trono di Napoli e ristabilita la vecchia dinastia dei Borboni. E riunendo in un regno le due Sicilie, re Ferdinando IV di Borbone si chiamò Ferdinando I nel regno unito, sul finire del 1815. Inenarrabili furono gli orrori e la barbarie compiuti al ritorno di re Nasone, dopo i pochi mesi di repubblica. Egli e i suoi accoliti, furono presi addirittura da follia sanguinaria e gli eccidi le scene di terrore e le altre misure punitive che si praticarono, fanno rabbrividire chicchessia. I rappresentanti del pensiero del secolo XVIII , i più grandi ed illustri giuriconsulti del tempo , le più chiare intelligenze di ogni età e di ogni famiglia , furono crudelmente colpiti, con terribile spargimento di sangue.
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