Una delegazione del comune di
Montecalvo Irpino, guidata dal vice-sindaco Gianni Iorio, con
la presenza dell'assessore Nicola Serafino ed il funzionario
comunale Avv.Antonio Stiscia,ha partecipato, il 24 maggio a
Roma, al convegno
"Il pane
tipico e tradizionale" promosso
dalle oltre 40 'Citta' del Pane',
progetto nazionale al quale il nostro comune è associato. E'
stata una occasione per promuovere la qualità dei nostri
prodotti da forno, in primis il nostro pane di saraolla,
servito e fatto degustare agli intervenuti magistralmente da
alcune ragazze montecalvesi nel classico costume della
Pacchiana, coadiuvate dal presidente della Proloco, Franco
Aramini e dal consigliere Franco D'Addona, insieme agli altri
prodotti tipici della nostra zona.
Dopo la breve
introduzione di Sandro Vannucci, giornalista da sempre
sensibile alle tematiche enogastronomiche, il primo intervento
è stato apportato dal Sindaco di Matera Michele Porcari.
Porcari ha speso parole accalorate in difesa del pane e dei
prodotti tipici legati al territorio, facendo riferimento
anche al progetto ANCI “Res Tipica” di cui è responsabile,
richiamando l’attenzione sulla necessità di una strategia di
ampio respiro per arginare la diminuzione della cultura e del
consumo del pane. Questo ragionamento ha introdotto la
presentazione dei risultati dell’indagine SWG sul vissuto
degli italiani rispetto al pane tradizionale legato ai
territori. L’indagine ha evidenziato come, sebbene il consumo
di pane fresco abbia conosciuto in questi anni una netta
flessione, una larghissima maggioranza (l’80%circa) tra gli
intervistati individui spontaneamente almeno un pane tipico
legato al territorio e ne riconosca e apprezzi ampiamente la
maggiore qualità, apprezzamento confermato anche di fronte
all’eventualità di dover pagare di più per l’acquisto del
prodotto. L’indagine mostrava come uno dei nodi da sciogliere
per rinvigorire la cultura del pane sia la cattiva
informazione e i falsi miti a cui sono sottoposti i
consumatori a vantaggio di crackers, merendine e prodotti
confezionati. A tal proposito l’Associazione Città del Pane ha
creato OsservaPane, l’osservatorio del pane legato ai
territori, di cui Maurizio Marchetti (presidente
dell’Associazione delle Città del Pane) e il Presidente
Onorario Corrado Barberis hanno illustrato le caratteristiche.
“OsservaPane”, ha detto Corrado Barberis ”mira a risolvere
problemi legati al pane sia di natura qualitativa che
quantitativa”, sottolineando come nella storia la “forza
prorompente del pane” si sia levata contro rapporti sociali di
carattere iniquo. L’orazione suggestiva di Barberis ha dato
adito ad una riflessione da parte di Sandro Vannucci sulla
necessità di “ristabilire la qualità” del pane, contrapponendo
con maggior fermezza i prodotti industriali a quelli
artigianali, a partire dalla tutela delle tipologie di grano.
Del medesimo parere Edvino Jerian, presidente
Federpanificatori, che oltre a far notare l’urgenza di una
maggior tutela del mercato del grano, salutava la creazione di
OsservaPane e in generale le attività di rilancio dei prodotti
legati al territorio di Città del Pane con vivo entusiasmo e
sentita partecipazione. Daniela Piccione, segretaria nazionale
CNA Alimentare, richiamava la necessità di coinvolgere tutto
il tessuto artigianale alimentare ma anche politico, notando
come vi siano delle insidie legislative come ad esempio un
legge di mezzo secolo fa sul contingentamento della produzione
del pane tradizionale in base al numero degli abitanti del
paese d’origine. Da ultimo Antonio Menconi, consigliere
delegato dell’agenzia Nouvelle di Bologna e coordinatore delle
attività di comunicazione dell’Associazione, ha presentato
congiuntamente a Francesco Marsico, vice direttore della
Caritas Italiana, il progetto Beato Pane, una campagna
promossa da Città del Pane e Caritas in occasione del Corpus
Domini, evidenziando come il pane sia un elemento essenziale
nella tradizione cristiana e non, e di come la cultura
materiale legata al territorio vada salvaguardata. La
Presidenza della Repubblica ha espresso apprezzamento
all'Associazione delle Città del Pane per l'impegno a
rafforzare e far conoscere il "valore della qualità" dei
prodotti italiani, della loro varietà e ricchezza, in
particolare per un'iniziativa che mantiene vive le tipicità
del territorio e valorizza antiche tradizioni che hanno
contribuito
a promuovere un prezioso
patrimonio enogastronomico regionale.
dal sito cittàdelpane.it
MENO PANE SULLA
TAVOLA, MA PIU' ATTENZIONE ALLA QUALITA'
Meno pane sulle tavole degli
italiani, ma sicuramente piu' attenzione alla qualita'. Gusti
e consumi cambiano e talvolta si rischia di perdere preziosi
tesori della tradizione alimentare. Nel caso del pane,
alimento per antonomasia, la tradizione continua a vincere: se
e' vero che in cento anni il consumo di pane e' sceso da 1.000
a 120 grammi al giorno, e' pur vero che al declino della
domanda si accompagna una insoddisfazione dei consumatori per
un prodotto spesso non all'altezza delle aspettative.
A metterlo in luce, nel corso di un incontro organizzato delle
oltre 40 'Citta' del Pane', e' stato il presidente
dell'Istituto nazionale di sociologia rurale e neo-presidente
dell'osservatorio nazionale OsservaPane Corrado Barberis,
secondo il quale all'origine di questa ''delusione al gusto e
diffuso rimpianto dei sapori di una volta ci possono essere
ragioni legate a farine impoverite dall'uniformita' delle
varieta' seminate, progressiva scomparsa dei forni a legna e
lieviti artificiali''.
Sul fronte del consumo, secondo dati Istat, su 22.876.000
famiglie censite in Italia, 12.870.00 acquistano pane fresco
tutti i giorni, 2.688.000 acquistano raramente o mai pane
fresco, 844.000 fanno il pane a casa. Rimane stabile dal 2003
il numero delle famiglie che vanno dal fornaio tutti i giorni
mentre si riduce la percentuale dei consumatori piu' saltuari.
Mentre dal lato della produzione sono 25.082 le imprese
artigianali, secondo una stima di Cna alimentare, del settore
artigianale mentre 150 i forni industriali per una produzione
annua di 3.120.000 tonnellate di pane, un fatturato annuo di
7,8 milioni di euro e 230.000 occupati diretti oltre ai
180.000 dell'indotto.
Secondo un sondaggio, commissionato dall'associazione Citta'
del pane e presentato oggi presso l'Anci dalla Swg, su un
campione di 800 responsabili di acquisto delle famiglie resta
costante, negli ultimi due anni, il numero di coloro che
associano il consumo del pane al piacere edonistico e alla
tradizione del territorio mentre e' in calo il numero dei
consumatori che associa al pane proprieta' salutistiche.
Rispetto al pane di una volta, gli intervistati dichiarano che
quello oggi reperibile e' meno genuino (71), meno sano (68),
meno buono (62), dura di meno (59), meno nutriente (49), meno
sicuro (47). Inoltre per il 60% degli italiani il pane tipico
tradizionale delle regioni e delle citta' e' piu' buono
rispetto al pane comune.In termini di conoscenza dei pani tipici tradizionali gli
intervistati hanno dimostrato buona confidenza con la
geografia regionale del pane, tra i piu' riconosciuti
risultano il pane pugliese, toscano e quello di Altamura, meno
nota l'associazione alle singole citta' di produzione. Per
questi pani tipici il 46% per cento dei consumatori non e'
disposto a costi aggiuntivi ma gli altri sono disponibili ad
incrementare lo scontrino al forno del 5,5% a fronte della
garanzia di genuinita' e freschezza.Secondo l' istituto di ricerca, c'e' ancora spazio di crescita
per il pane tipico e tradizionale, soprattutto se associato
alla riscoperta dei territori rurali e dei piccoli comunI.
Basti pensare che 4 turisti italiani su 10 dichiarano di
scegliere una meta turistica sulla base di cio' che offre dal
punto di vista enogastronomico e per il 36% degli intervistati
in ogni vacanza capita di acquistare il pane tipico locale.
Ansa del 25 maggio 2005
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Sandro Vannucci giornalista
RAI
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