MENO PANE SULLA TAVOLA, MA PIU' ATTENZIONE ALLA QUALITA'
da Roma reportage fotografico Franco D'Addona

24/05/2005


Una delegazione del comune di Montecalvo Irpino, guidata dal vice-sindaco Gianni Iorio, con la presenza dell'assessore Nicola Serafino ed il funzionario comunale Avv.Antonio Stiscia,ha partecipato, il 24 maggio a Roma, al convegno "Il pane tipico e tradizionale" promosso dalle oltre 40 'Citta' del Pane', progetto nazionale al quale il nostro comune è associato. E' stata una occasione per promuovere la qualità dei nostri prodotti da forno, in primis il nostro pane di saraolla, servito e fatto degustare agli intervenuti magistralmente da alcune ragazze montecalvesi nel classico costume della Pacchiana, coadiuvate dal presidente della Proloco, Franco Aramini e dal consigliere Franco D'Addona, insieme agli altri prodotti tipici della nostra zona.
Dopo la breve introduzione di Sandro Vannucci, giornalista da sempre sensibile alle tematiche enogastronomiche, il primo intervento è stato apportato dal Sindaco di Matera Michele Porcari. Porcari ha speso parole accalorate in difesa del pane e dei prodotti tipici legati al territorio, facendo riferimento anche al progetto ANCI “Res Tipica” di cui è responsabile, richiamando l’attenzione sulla necessità di una strategia di ampio respiro per arginare la diminuzione della cultura e del consumo del pane. Questo ragionamento ha introdotto la presentazione dei risultati dell’indagine SWG sul vissuto degli italiani rispetto al pane tradizionale legato ai territori. L’indagine ha evidenziato come, sebbene il consumo di pane fresco abbia conosciuto in questi anni una netta flessione, una larghissima maggioranza (l’80%circa) tra gli intervistati individui spontaneamente almeno un pane tipico legato al territorio e ne riconosca e apprezzi ampiamente la maggiore qualità, apprezzamento confermato anche di fronte all’eventualità di dover pagare di più per l’acquisto del prodotto. L’indagine mostrava come uno dei nodi da sciogliere per rinvigorire la cultura del pane sia la cattiva informazione e i falsi miti a cui sono sottoposti i consumatori a vantaggio di crackers, merendine e prodotti confezionati. A tal proposito l’Associazione Città del Pane ha creato OsservaPane, l’osservatorio del pane legato ai territori, di cui Maurizio Marchetti (presidente dell’Associazione delle Città del Pane) e il Presidente Onorario Corrado Barberis hanno illustrato le caratteristiche. “OsservaPane”, ha detto Corrado Barberis ”mira a risolvere problemi legati al pane sia di natura qualitativa che quantitativa”, sottolineando come nella storia la “forza prorompente del pane” si sia levata contro rapporti sociali di carattere iniquo. L’orazione suggestiva di Barberis ha dato adito ad una riflessione da parte di Sandro Vannucci sulla necessità di “ristabilire la qualità” del pane, contrapponendo con maggior fermezza i prodotti industriali a quelli artigianali, a partire dalla tutela delle tipologie di grano. Del medesimo parere Edvino Jerian, presidente Federpanificatori, che oltre a far notare l’urgenza di una maggior tutela del mercato del grano, salutava la creazione di OsservaPane e in generale le attività di rilancio dei prodotti legati al territorio di Città del Pane con vivo entusiasmo e sentita partecipazione. Daniela Piccione, segretaria nazionale CNA Alimentare, richiamava la necessità di coinvolgere tutto il tessuto artigianale alimentare ma anche politico, notando come vi siano delle insidie legislative come ad esempio un legge di mezzo secolo fa sul contingentamento della produzione del pane tradizionale in base al numero degli abitanti del paese d’origine. Da ultimo Antonio Menconi, consigliere delegato dell’agenzia Nouvelle di Bologna e coordinatore delle attività di comunicazione dell’Associazione, ha presentato congiuntamente a Francesco Marsico, vice direttore della Caritas Italiana, il progetto Beato Pane, una campagna promossa da Città del Pane e Caritas in occasione del Corpus Domini, evidenziando come il pane sia un elemento essenziale nella tradizione cristiana e non, e di come la cultura materiale legata al territorio vada salvaguardata. La Presidenza della Repubblica ha espresso apprezzamento all'Associazione delle Città del Pane per l'impegno a rafforzare e far conoscere il "valore della qualità" dei prodotti italiani, della loro varietà e ricchezza, in particolare per un'iniziativa che mantiene vive le tipicità del territorio e valorizza antiche tradizioni che hanno contribuito
 
a promuovere un prezioso patrimonio enogastronomico regionale.

dal sito cittàdelpane.it

MENO PANE SULLA TAVOLA, MA PIU' ATTENZIONE ALLA QUALITA'

Meno pane sulle tavole degli italiani, ma sicuramente piu' attenzione alla qualita'. Gusti e consumi cambiano e talvolta si rischia di perdere preziosi tesori della tradizione alimentare. Nel caso del pane, alimento per antonomasia, la tradizione continua a vincere: se e' vero che in cento anni il consumo di pane e' sceso da 1.000 a 120 grammi al giorno, e' pur vero che al declino della domanda si accompagna una insoddisfazione dei consumatori per un prodotto spesso non all'altezza delle aspettative. A metterlo in luce, nel corso di un incontro organizzato delle oltre 40 'Citta' del Pane', e' stato il presidente dell'Istituto nazionale di sociologia rurale e neo-presidente dell'osservatorio nazionale OsservaPane Corrado Barberis, secondo il quale all'origine di questa ''delusione al gusto e diffuso rimpianto dei sapori di una volta ci possono essere ragioni legate a farine impoverite dall'uniformita' delle varieta' seminate, progressiva scomparsa dei forni a legna e lieviti artificiali''.
Sul fronte del consumo, secondo dati Istat, su 22.876.000 famiglie censite in Italia, 12.870.00 acquistano pane fresco tutti i giorni, 2.688.000 acquistano raramente o mai pane fresco, 844.000 fanno il pane a casa. Rimane stabile dal 2003 il numero delle famiglie che vanno dal fornaio tutti i giorni mentre si riduce la percentuale dei consumatori piu' saltuari. Mentre dal lato della produzione sono 25.082 le imprese artigianali, secondo una stima di Cna alimentare, del settore artigianale mentre 150 i forni industriali per una produzione annua di 3.120.000 tonnellate di pane, un fatturato annuo di 7,8 milioni di euro e 230.000 occupati diretti oltre ai 180.000 dell'indotto. Secondo un sondaggio, commissionato dall'associazione Citta' del pane e presentato oggi presso l'Anci dalla Swg, su un campione di 800 responsabili di acquisto delle famiglie resta costante, negli ultimi due anni, il numero di coloro che associano il consumo del pane al piacere edonistico e alla tradizione del territorio mentre e' in calo il numero dei consumatori che associa al pane proprieta' salutistiche. Rispetto al pane di una volta, gli intervistati dichiarano che quello oggi reperibile e' meno genuino (71), meno sano (68), meno buono (62), dura di meno (59), meno nutriente (49), meno sicuro (47). Inoltre per il 60% degli italiani il pane tipico tradizionale delle regioni e delle citta' e' piu' buono rispetto al pane comune.In termini di conoscenza dei pani tipici tradizionali gli intervistati hanno dimostrato buona confidenza con la geografia regionale del pane, tra i piu' riconosciuti risultano il pane pugliese, toscano e quello di Altamura, meno nota l'associazione alle singole citta' di produzione. Per questi pani tipici il 46% per cento dei consumatori non e' disposto a costi aggiuntivi ma gli altri sono disponibili ad incrementare lo scontrino al forno del 5,5% a fronte della garanzia di genuinita' e freschezza.Secondo l' istituto di ricerca, c'e' ancora spazio di crescita per il pane tipico e tradizionale, soprattutto se associato alla riscoperta dei territori rurali e dei piccoli comunI. Basti pensare che 4 turisti italiani su 10 dichiarano di scegliere una meta turistica sulla base di cio' che offre dal punto di vista enogastronomico e per il 36% degli intervistati in ogni vacanza capita di acquistare il pane tipico locale.

Ansa del 25 maggio 2005

 

Sandro Vannucci giornalista RAI