"Li
Fierri e gli alberi"
di "ncoppa la chiazza"
Montecalvo 17/04/2005
A noi cinquantenni di oggi,
" li fierri" di "ncoppa la chiazza" evocano ricordi di un passato, non troppo lontano ma ormai
impresso nella nostra memoria con emozioni e tristezza.
Ricordi certo di
ragazzini "cianculusi" dediti ai giochi per strada, chiassosi ed
indisponenti, ma conpartecipiti di una quotidianità globale che vedeva
quella zona come scena unica e principale della Montecalvo prima del
terremoto del 1962.
Testimoni ,inconsapevoli e disincantati, di una storia
d'altri tempi che scorreva e traspariva dallo sguardo di una anziana
femmina , stretta nel proprio dolore o da una serie di schiene curve di
vecchi contadini seduti con il " culo" sporto nel vuoto sui "ferri".
Immagini da c'era una volta, e adesso? La piazza di nessuno.
Non ci sono
più ragazzini "cianculosi" e chiassosi, non ci sono più le schiene curve
dei contadini, non c'è più il ciarlare degli uomini intenti a commentare
le disgrazie del giorno, rimangono loro " li Fierri" come monumento in
memoria della vita, abbandonati al loro misero e desolante destino .
Li "Fierri" di "ncoppa la chiazza", e il relativo impianto degli
alberi , come noi li ricordiamo, erano stati lì sistemati all'indomani
del sisma del 1930 per meglio armonizzare l'architettura della
costruenda nuova sede municipale.
Luogo di incontro e di dibattito politico hanno assistito alla
trasformazione e alla evoluzione della storia del nostro paese dal
doposisma in poi.
Avevano la stessa importante funzione dell' Agorà di
ellenica memoria, testimoni silenti di tutto il micro cosmo vitale di
una popolazione, prettamente contadina, come quella montecalvese.
Luogo di battaglie sociali e politiche dure e senza tregua, punto di
riferimento per massari e braccianti in cerca gli uni di mano d'opera
e gli altri di guadagnarsi la giornata, centro di scambi di
informazioni,richieste o lamentele da presentare all'istituzione
pubblica, teatro di grandi manifestazioni in occasioni speciali ed
importanti come quelle delle elezioni amministrative, quando,con gli
occhi rivolti al balcone del municipio,si applaudivano o fischiavano i
nuovi eletti affacciatisi per consumare l'ennesimo bagno di folla
scaturito dalla vittoria elettorale.
Il tutto all'ombra frescheggiante di quei quattro alberi oggi
agonizzanti per il trascorrere del tempo e un pò anche per l'incuria
degli uomini, oggi, dopo settantacinque anni, uno di loro è stato
abbattuto senza tanti fronzoli, ovviamente la speranza è quella di
vederlo rinascere ma come in tutte le cose di questo mondo tutto
cambia , sorte tristemente condivisa anche dai vecchi "fierri" di "ncoppa
la chiazza", tra l'indifferenza generale di tutti.
Alfonso Caccese |
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