Quando
progettavano gli Architetti
Lettera dattiloscritta a firma dell’arch.Eugenio Paroletti
indirizzata a
Don Fedele Stiscia arciprete di Montecalvo Irpino
(Archivio Palazzo Stiscia)
Si
riporta la lettera a firma dell’Architetto Eugenio Paroletti
progettista della Cappella Cimiteriale e della Chiesa
Parrocchiale di San Bartolomeo.
Il
contenuto è per alcuni versi sconcertante ma non
stupente,specie per le considerazioni sul paese che sono
sempre attualissime e denotano una certa predisposizione
genetica all’imbroglio.
L’aspetto positivo è invece che negli anni 30 e dopo il
terremoto si comprese che la ricostruzione doveva essere
affidata agli Architetti,assicurando una visione estetica
ottimale e una continuità prospettica data dall’architettura
fascista,ultimo esempio di architettura moderna di scuola
oltreché di razionalità
Una
lezione di stile, specie se si vedono le più assurde e
contraddittorie visioni delle case ricostruite dopo i
terremoti del 1962 e 1980 ,frutto di un urbanesimo selvaggio
che ha distrutto tutti gli spazi verdi pubblici e privati,cementificando
le piazze e rimuovendo l’alberatura dei viali sottoposti ad
una maniacale manutenzione e/o rifacimento ,come se questa
fosse la principale aspirazione dei cittadini .
Il
taglio degli alberi,la cementificazione,le brutture
estetiche,l’imperizia nelle opere pubbliche,una smania di
protagonismo che si perpetua nel fare, a tutti i costi e
anche se non ve ne è necessità ,hanno inguaiato un
paese,che vive ormai, di ricordi e di rimpianti.
Montecalvo Giugno
2009
Antonio Stiscia |