Ritorna il Proporzionale

 
 
Voteremo con il proporzionale,con  l’unico sistema elettorale veramente democratico.
In verità, il sistema vigente,non può dirsi compiutamente proporzionale,mancando la possibilità di scelta del candidato,inserito in una lista di autoeletti,dove confluiscono i nomi eccellenti,in una sorte di autoproclamazione politica e istituzionale.
Si sa che le scelte politiche sono condizionate dai partiti,cioè da particolari esigenze,da linee guida fondate più sulla visibilità che non sulla deputazione,ecco perché sono palpabili alcune storture. Evidentemente la logica compromissoria che ha animato un processo di riforma elettorale,che non poteva ricordare il vecchio,ha avuto il sopravvento,ma “alea iacta est”.
Il partito trasversale dei proporzionalisti è già al lavoro e la logica umana del potere a chi ha più consenso non può più essere disattesa,ricordando che è il popolo a scegliere,come del resto va ricordato che il termine onorevole,non è un titolo elettivo,rientrando nella specifica e personale considerazione di giudizio generale di chi è stato scelto dal popolo.
“Ogni cittadino è potenzialmente Onorevole,non certamente perché titolare di un mandato elettorale.Se così fosse dovrebbe essere onorevole anche il Sindaco,il consigliere…
La Costituzione dà ai cittadini con cariche elettive parlamentari,la connotazione di DEPUTATO,colui cioè che è incaricato dai cittadini a rappresentarli,si spera ,onorevolmente”.
Qualunque coalizione vinca le prossime elezioni politiche,non si tornerà indietro.
Il proporzionale resterà,modificato forse,migliorato è auspicabile, anche perché,qualora si dovesse ritornare alla logica maggioritaria,i parlamentari eletti,perderebbero,automaticamente, il valore della loro investitura,venendo a smentire se stessi e il proprio ruolo.
Ecco perché il proporzionale resterà, ed ecco perché le riforme elettorali,vanno formulate e approvate solo al termine della legislatura,per non creare quel vuoto di rappresentatività,vero male di questo periodo storico della nostra democrazia.”E’ pericolosissimo,infatti,perseguire la logica denigratoria degli apparati dello stato,mortificando il ruolo di chi ci rappresenta,perché in questa perversa logica autodistruttiva,si vanno a premiare le idealità anarchiche,affascinanti perché ideali e utopiche,come del resto inattuabili in uno stato di Diritto”.
Avremo un proporzionale sempre più puro,con una sempre maggiore tutela delle minoranze e delle idee,vera linfa della democrazia partecipata.
Riscopriremo e riapprezzeremo gli ideali di un tempo e la nostra storia,fatta di sane divisioni ma di concrete visioni democratiche.
D’altronde,un paese che si avvia al federalismo(voluto sia dal centro sinistra che dal centro destra)non può che avere un sistema elettorale di tipo proporzionale,stante la specificità storica e geografica di tanti gruppi e movimenti,che sono nati proprio col maggioritario,e di cui non se ne vedeva la necessità col sistema proporzionale,in quanto i partiti di un tempo,avevano al loro interno(correnti),diverse anime e progettualità,che svisceravano i problemi,senza scaricarli sulle Istituzioni generali,che ricevevano il meglio di ogni raggruppamento,lasciando allo stesso il compito di trovare gli equilibri,salvaguardando lo Stato unitario .
Il proporzionale riavvicinerà i cittadini alla politica e si avrà più partecipazione al voto.
Ognuno si sentirà protagonista ed elemento indispensabile della macchina civile.
Il maggioritario,che resiste ancora nelle elezioni amministrative locali,sarà spazzato via,proprio dalle elezioni del  9 Aprile,allorché i partiti riscopriranno il loro ruolo ed avranno bisogno di riterritorializzarsi.
Addio quindi,alle liste civiche,più o meno spurie,alle alleanze di comodo e di interesse,alle confraternite elettorali e ai voti di riconoscenza.
Addio alle maggioranze bulgare nei consigli comunali,conquistate con 2 voti di scarto.
Addio alla mortificazione del libero cittadino,costretto a celare le sue idee,a scegliere tra due schieramenti e a mortificare le proprie convinzioni,in una logica di aspra divisione politica di origine medioevale tra la parte Guelfa e Ghibellina.
Noi Italiani non saremo mai politicamente anglosassoni,la nostra storia politica è ben più evoluta di quegli Stati che hanno un retaggio politico di stampo medioevale.
La diversità e la molteplicità di idee,ci rende unici e testimonia la nostra creatività intellettuale ,artistica e politica.
Non c’è fenomeno politico o filosofico che non sià già nato in Italia.
Dal Comunismo al liberalismo,dal radicalesimo al socialismo,dal fascismo alla destra storica,dal clericalismo alla Democrazia Cristiana,dall’autonomismo al leghismo………..e anche quando si parla di Anarchia è qui in Italia che ha trovato i più noti assertori,senza dimenticare il Repubblicanesimo,teorizzato e politicizzato,ancorché difeso dalla Monarchia,e che ha in Giuseppe Mazzini un universale punto di riferimento continentale (Giovine Europa).
Potrei andare avanti per tanto tempo ancora,ma il testo diventerebbe pesante e lezioso.
Ho una certa nostalgia per quei sani distinguo e quelle sottili argomentazioni,a cui ci ha abituati il divo Giulio,scioccamente considerati sterili alchimie,ma in verità sano frutto di esperienza politica,raffinata nell’attività diplomatica e che vede l’Italia paese di riferimento in ambito internazionale.
A quelli che storceranno il naso,ricordo che un illustre filosofo meridionale G.B.Vico ha argomentato sulla necessità, più che sulla inevitabilità dei ricorsi storici,specie quando sono invocati dal popolo,ricordando che è compito della politica accorgersi dei cambiamenti  e delle aspettative, assorbendoli prima e commisurandoli al bene comune.
 
 
Montecalvo Febbraio 2006
Dott.Antonio Stiscia

 

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