LA FIERA DI MONTECALVO IN
ONORE
DI SANTA CATERINA
contributo
inedito di
Mario Sorrentino
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S. Caterina
è una delle figure più colpite dalla maldestra ripintura di
epoca napoleonica. E' appunto dalla foggia del suo abito che
si ritiene di poter datare il rifacimento. Quadro di
Michelangelo Merisi detto il "Caravaggio". |
La fiera di
Montecalvo in onore di S.Caterina Dovrebbe trattarsi di Santa
Caterina d’Alessandria, la cui festa cade il 25 novembre, e
non della Santa di Siena, che viene festeggiata il 29 aprile.
Inoltre, ricordo che nella chiesa di S. Bartolomeo ( a
Montecalvo) c’era, quand’ero piccolo, una statua lignea della
Santa che si appoggiava a una ruota dentata, proprio lo
strumento di tortura di Santa Caterina d’Alessandria. Del
resto, era proprio per questa ruota – anche se con uno
stravolgimento tragico e un po’ farsesco – che i mercanti si
aggiungevano alla lunga teoria di categorie sociali e di
mestiere devote alla Santa. Speravano, i mercanti, che la
Santa proteggesse le ruote dei loro carri, mentre si
spostavano da una fiera all’altra, dimenticandosi che quella
ruota dentata di ferro serviva a tutt’altro scopo. Forse
dobbiamo scusarli perché nel Medioevo, quando maggiormente
fiorì la devozione a Santa Caterina, era difficile arrivare
con le ruote e le ossa intatte, viaggiando lungo le vie
scassate che c’erano allora.
LA LEGGENDA AGIOGRAFICA DI SANTA
CATERINA D’ALESSANDRIA
L’imperatore Massenzio (o forse
Massimino) trovandosi ad Alessandria d’Egitto ordinò che tutti
i cittadini, di qualsiasi condizione sociale fossero,
dovessero recarsi in un tempio e lì immolare uccelli e tori
agli dèi. Anche Caterina, che era una bellissima giovane di
diciotto anni, benché di stirpe regale ubbidì. Ma lei sperava
soltanto di rincuorare i cristiani e fortificarli nella fede,
invitandoli a non cedere all’ordine imperiale. Appena giunta
davanti a Massenzio, anziché inchinarglisi, lo apostrofò così:
“Vuoi forse sacrificare la vita eterna di questa brava gente
facendoli sacrificare ai tuoi falsi dèi? Cerca invece tu di
conoscere il vero Dio, il creatore del mondo; e il suo unico
figliolo Gesù, il quale ha salvato l’umanità dall’Inferno
morendo per essa sulla croce.”
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L’imperatore non gradì quell’invito;
anzi convocò i suoi rètori e i suoi filosofi per confutare
quella sconsiderata. Ma Caterina, soccorsa da una visione di
San Michele Arcangelo, parlò della propria fede con tale
efficacia che i filosofi dell’imperatore si convertirono
seduta stante al cristianesimo. Massenzio arrabbiato fece
portare via i filosofi perché fossero bruciati vivi. Quanto
alla giovane se la fece venire nel suo palazzo dove tentò in
ogni modo di sedurla. Promise addirittura di sposarla. Ma lei
niente.
Allora Massenzio la fa buttare in
prigione perché vi muoia di sete e di fame. Lì però viene
soccorsa da una colomba che le portava da bere e da mangiare,
da Gesù e dagli angeli. L’imperatrice, sentendo parlare della
giovane, volle andare a visitarla. Andò e a scortarla c’era
l’ufficiale di corte, Porfirio, e duecento soldati. Caterina
parla con loro e li converte in massa, Porfirio e
l’imperatrice in testa. L’imperatore a questo punto s’infuria
sul serio e ordina che Caterina sia fatta morire dilaniata
dalle punte di ferro di una ruota..
Un angelo salva Caterina e la
ruota stritola invece i soldati che dovevano suppliziarla.
L’imperatrice
allora chiede la grazia per la giovane e subito viene
condannata al taglio delle mammelle e alla decapitazione. Alla
decapitazione viene condannato anche Porfirio e Caterina. Ma
dal collo reciso della Santa fuoriesce latte anziché sangue e
una schiera di angeli viene a prenderla e in volo la portano
sul monte Sinai. Era il 24 o il 25 novembre del 305 d.C.
Questa è la leggenda che ho
sintetizzato desumendola da:
AA.VV. Enciclopedia dei Santi,
Città Nuova Ed., 1998 e da un dizionario biografico dei Santi.
Furono i filosofi dell’Università
di Parigi a dichiararla loro patrona, nel 1229. I mercanti e
tutte le categorie professionali che avevano a che fare con le
ruote, prima o poi, nel corso di quella fervente e un po’
fantasiosa stagione della fede che fu il Medioevo, si unirono
ai filosofi nella devozione a Santa Caterina principessa
d’Alessandria vergine e martire.
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