Vocazione
religiosa e sacerdozio
«La storia
della vocazione religiosa di San Pompilio, anche se non
unica nella storia della vita Religiosa, ha indubbiamente
dell’insolito, dello straordinario, come lo avrà quella,
in certo senso, della seconda vocazione della sua vita.
La
famiglia Pirrotti, rispettando e venerando la voce dello
Spirito che li chiamava al suo servizio, aveva già offerto
al Signore tre dei suoi figli: Pompilio, il più grande,
aveva abbracciato la via del sacerdozio, entrando nel
seminario di Benevento, dove parve maturo per il Cielo nel
fiore degli anni; Francesco (Fra’ Giuseppe) aveva
abbracciato la Regola di San Francesco, e Bartolomeo (Fra’
Raffaele) quella di San Domenico
...
Tutte
le preghiere del giovane, tutte le sue segrete lacrime
erano rivolte al Signore perché un po’ di luce si facesse
nella sua anima
...
A questo scopo
...
decise di fare
un ritiro spirituale di otto giorni. Di questi esercizi
... sono
giunte a noi le conclusioni dei temi di meditazione e i
propositi che il giovane giorno per giorno veniva
annotando in un suo quadernetto» (1).
Da
questi scritti dell’adolescenza (2), si evince che il pio
giovanetto si poneva seriamente il problema specifico
della scelta dello stato di vita. La madre umanamente e
comprensibilmente intendeva, dopo aver lasciato partire
tre figli maschi, indirizzare Domenico alla cura delle
faccende e degli interessi di famiglia. Durante la
quaresima del 1726, il Signore si servi del predicatore
di turno, giunto in quell’anno dal collegio degli Scolopi
di Benevento, per rompere gli indugi e avviare Domenico
Pirrotti verso le Scuole Pie, sulle orme del Calasanzio
(3).
Dopo una lunga e sofferta riflessione,
Domenico si allontanò da casa e bussò alla porta del
Collegio degli Scolopi di Benevento. Al fratello laico
che, aprendogli la porta, gli aveva chiesto: « Che cosa
desiderate, buon giovane?» prontamente rispose: «Voglio
farmi Santo». Venne subito ammesso come postulante.
Trascorso alcun tempo di prova nelle Scuole Pie di
Benevento, Domenico fu inviato a Napoli per il noviziato
(4), iniziato formalmente il 2 febbraio 1727 con la
Vestizione religiosa.
«Al termine
del primo anno di noviziato, derogando dalle Costituzioni
che prescrivevano due anni di noviziato, i Superiori
fanno chiedere al Nostro la dispensa dal secondo anno e
l’ammissione alla Professione solenne al Superiore
Generale, cui spettava concedere l’una e l’altra, previo
il parere favorevole della Comunità del Noviziato, che
veniva espresso con votazione segreta» (5).
Il 28
febbraio 1728 la richiesta da Napoli fu inoltrata a Roma.
La dispensa generalizia porta la data del 6 marzo
successivo. Cosicché, il 25 marzo 1728, nella solennità
dell’Annunziata, il Santo di Casa Pirrotti giurò
solennemente perpetua fedeltà nelle Scuole Pie, nelle
quali professò col nome di Pompilio Maria di San Nicola.
Nel
successivo mese di aprile, il giovane professo fu inviato
allo Studentato di Chieti per gli studi di filosofia e
teologia.
Il 28
febbraio 1728 la richiesta da Napoli fu inoltrata a Roma.
La dispensa generalizia porta la data del 6 marzo
successivo. Cosicché, il 25 marzo 1728, nella solennità
dell’Annunziata, il Santo di Casa Pirrotti giurò
solennemente perpetua fedeltà nelle Scuole Pie, nelle
quali professò col nome di Pompilio Maria di San Nicola.
Nel
successivo mese di aprile, il giovane professo fu inviato
allo Studentato di Chieti per gli studi di filosofia e
teologia. Durante i due anni trascorsi in quella città
abruzzese, lo studente Pompilio ricevette la tonsura
sabato 5 febbraio 1729 e, il giorno seguente, gli Ordini
minori (6) dalle mani del vescovo scolopio, monsignor
Francesco Andrea Correa, vescovo di Ripatransone, con
facoltà dell’Ordinario diocesano Filippo Valignani.
Nell’estate
del 1730, il chierico Pompilio Pirrotti trascorse
un lungo periodo di tempo in famiglia a Montecalvo Irpino
per rimettersi in salute e per recuperare le energie
richieste dall’impegno degli studi superiori.
Per l’anno
di studi 1730/31 lo studente Pompilio, invece di rientrare
a Chieti, fu inviato a Melfi, in Lucania, forse per
ragioni climatiche e/o per le pressioni del nuovo vescovo
mons. Giovanni Saverio Lioni, di Ariano Irpino, amico del
dottor Girolamo Pirrotti e da poco passato a reggere
quella diocesi.
Dopo due
anni, tra l’ottobre e il novembre 1732, fratel Pompilio fu
trasferito a Turi in Puglia come insegnante; nell’autunno
del 1733, dall’obbedienza religiosa fu assegnato alle
Scuole Pie di Francavilla Fontana come «maestro di
retorica».
Acquisita
una vasta erudizione e una buona maturità umana e
religiosa, fu presentato e ammesso alla sacra ordinazione
sacerdotale, che gli fu conferita dal Vescovo di Brindisi
il 20 marzo 1734 (7).
(1) 0. Tosti, o.c., p. 16 e
ss.
(2) Vedi nota 4, p. 13.
(3)
San Giuseppe Calasanzio (1557-1648), fondatore delle
Scuole Pie (Roma-Santa Dorotea, 1597) e
dell’Ordine dei Padri Scolopi.
(4) Tempo
canonico di iniziazione alla Vita religiosa di almeno un
intero anno.
(5) 0. Tosti,
o.c., p. 21.
(6) La tonsura era un
particolare taglio dei capelli che segnava l’ingresso
nello stato clericale; i quattro Ordini minori
(ostiariato, lettorato, esorcistato, acolitato) erano
gradi inferiori nella gerarchia ecclesiastica; oggi,
nell’azione pastorale e liturgica, ridotti ai due
ministeri del lettorato e dell’acolitato, accessibili
anche ai laici.
(7) Sempre in Brindisi da
Mons. Andrea Maddalena aveva ricevuto nello stesso 1734,
con dispensa degli interstizi, il suddiaconato (28
febbraio) ed il diaconato