SAN
POMPILIO MARIA PIRROTTI
delle Scuole Pie
Prologo
Alla
Comunità degli Scolopi di Benevento era giunta, dal non
lontano paese di Montecalvo Irpino, la richiesta di un
predicatore per la quaresima del 1726. Vi fu inviato un
religioso erudito, teologicamente preparato e buon
parlatore (1).Detto Padre ebbe modo di frequentare una
buona famiglia del paese, ricca di tradizioni e di figli,
uno dei quali, un quindicenne di nome Domenico, a quella
frequentazione « si scuote come da un letargo, si
commuove, si agita. Una brama ardente lo frugò, lo accese
e, come se un raggio di luce lo rischiarasse, vide svanito
dal suo cuore l’incertezza, e il dubbio dalla mente»(P.
Rolletta). «Figliolo, volete farvi della nostra
compagnia?», gli aveva detto il predicatore prima di
rientrare a Benevento. Il ragazzo « dopo pochi giorni,
senza intesa de’ genitori se ne fuggi secondo stava
vestito giornalmente in casa, e se ne andò a Benevento a
vestirsi da Scolopio, e per discolpa della sua fuga lasciò
scritto un biglietto» (2).
L’odoroso maggio gli riempì, di aure salutari, l’ansimante
petto e lo portò definitivamente sulla via della
perfezione delle
virtù
cristiane.
(1) Dovrebbe trattarsi del padre Niccolò Severino di San
Pietro (Napoli 1695
-
Roma 1759), uomo colto e
buon rètore. Altra testimonianza parla del p. Giuseppe
Maria della Passione, Rettore del Collegio di Benevento.
(2) Dalle deposizioni
testimoniali nel processi per gli onori degli altari.
Infanzia
e adolescenza
Nel
Sannio, dopo il Passo di Vinchiaturo, l’Appennino
centro-meridionale digrada verso la ferace « Campania
felix » e, a Sud-Est, verso la desolata Daunia e la
collinosa Irpinia. In questa regione, piuttosto aspra, è
situato il paese di Montecalvo Irpino, che appartiene
all’arcidiocesi di Benevento e all’odierna provincia di
Avellino; al tempo della nostra storia apparteneva al
Principato di Ellira. Ad illustrare questo lembo di terra
irpina è toccato, in modo preminente, alla figura di
Domenico Pirrotti, cittadino d’eccezione, divenuto
religioso scolopio col nome di Pompilio Maria di San
Nicola. I suoi genitori furono il « professore in Legge»,
dottor Girolamo Pirrotti, e Orsola Bozzuti, appartenenti a
due solide famiglie del luogo. Alla loro unione
matrimoniale fu elargito il dono di undici figli (1).
Nei genitori e in don
Antonio Bozzuti, zio materno, il piccolo Domenico ebbe
valenti formatori della sua personalità che, dotata sin
dai più teneri anni di virtù umane (2) e cristiane,
(1) 1. Giuseppina (1699-1762), nubile; 2.
Pompilio, nato nel 1701, alunno del Seminario di
Benevento, morto a Montecalvo il 22 febbraio 1719; 3.
Francesco (1703-33), francescano col nome di Fra’
Giuseppe; 4. Bartolomeo (1705-45
Ca.),
domenicano col nome di Fra’ Raffaele; 5. Monica (1708-69),
sposata Peluso; 6. Domenico (1710-66), il nostro Santo,
scolopio col nome di Pompilio Maria;
7.
Giovan Battista
(1712
-
...),
morto
giovanissimo; 8. Carlo (n. e m. nel 1715); 9. Carlo
(1717-64), canonico; 10. Pompilio (1719-1784), sposato
con Anna d’Orra; 11. Michele
(1723-83), sposato con Irene Panari e, in seconde nozze,
con Vincenza Macchione, dalla quale ebbe Pompilio che
depose al processo diocesano di Benevento.
(2) Il nostro
Santo fu sempre particolarmente fiero del motto di
famiglia che indicava virtù e onore sempre in Casa
Pirrotti. Tra i paesani si diceva anche: «In Casa Pirrotti
la virtù è ereditaria».
andò emergendo per
profonda pietà e devozione mariana. Il sano ambiente
familiare e di campagna contribuì a fargli acquistare
una « bella civiltà», cioè una straordinaria delicatezza
di tratto e una mirabile sensibilità d’animo.
La filiale devozione
mariana del piccolo Domenico si esternò in modo
significativo allorquando, rinvenuta un’immagine della
Beata Vergine in un ripostiglio di casa, corse dalla
mamma e volle che la sacra effige fosse ripulita ed
esposta alla venerazione di tutta la famiglia nella
cappella domestica, intitolata alla Madonna
dell’Abbondanza.
Mentre qualche testimonianza ce lo
presenta « nella fanciullezza
...
un poco scapestrato, cioè non
...
docile alla volontà del
padre
...
», altri ci dicono che trascorreva le giornate «
applicato con tutto fervore
...
allo studio di umanità
insegnatagli dal padre» con il quale la sera «se ne
andava, anche datagli licenza di potersi spassare nelle
ore di ricreazione, nel monastero di S. Antonio
...
ch’è fuori dell’abitato».
Lo
studioso padre Osvaldo Tosti, biografo critico di San
Pompilio, afferma: « Fu certamente in queste
passeggiate, come quelle al piccolo santuario di
famiglia dedicato a Nostra Signora dell’Abbondanza, che
con una certa nostalgia ricorderà a distanza di anni,
fu in questi colloqui che ragazzo e poi giovane imparò,
più e meglio che sui libri, la lezione della vita,
cominciò a sentire i primi richiami dall’alto, le prime
aspirazioni verso una esistenza che meglio lo garantisse
dalle fallacie del mondo. Ed in queste passeggiate e
colloqui nacque e si irrobustì il grande amore a Mamma
Bella »
(3),
come sempre il nostro
Santo amò chiamare la Beata Vergine Maria.
Questo cammino di
formazione era stato rinvigorito, fin
dall’età di quattro anni, dal
Sacramento della Cresima, ricevuta il 9 dicembre
1714, per mano di Mons. Simone Veglini, delegato del
cardinale domenicano Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo
di Benevento e futuro papa Benedetto XIII
(1724-30).
Nello studio, nella
riflessione e nell’esercizio in famiglia delle virtù
cristiane Domenico fece enormi progressi e acquistò
grande sensibilità verso le cose spirituali, come è
testimoniato anche nei suoi scritti dell’adolescenza
(4).
(3) OSVALDO TOSTI, Cronologia storico-critica della
vita e lettere datate, Roma (Ed. Calasanctianae) 1981,
p. 7.
(4)
«Proponimenti fatti dal giovane Domenico Pirrotti in tempo
degli esercizi spirituali e da lui scritti per suo
ricordo» (1725/26).
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