Spara alla nuora e tenta di uccidersi
In preda ad un
raptus senile anziano suocero spara con il suo fucile da caccia alla
nuora e, convinto di averla uccisa, tenta il suicidio buttandosi due
volte dal tetto di un capannone. Rosalia De Rosa, quarantaseienne
agricoltrice di Montecalvo, dopo essere stata sottoposta ad intervento
chirurgico, è ora ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di
Ariano Irpino con il corpo crivellato di pallini di piombo. Pellegrino
Di Rubbo, ottantaseienne pensionato, è immobilizzato con un femore ed
un braccio rotti in un letto dello stesso ospedale. E’ questo il
bilancio di un drammatico pomeriggio di novembre che per gli effetti
della senilità poteva finire in tragedia. Erano circa le 16 e 45,
quando Rosalia sta lavorando nel giardino che separa la sua abitazione
da quella dei genitori del marito. Vive da tanti anni con i due figli
a Corsano, nella casetta bianca monopiano che ha costruito insieme al
marito. Il marito cinque anni fa è morto per un male incurabile e da
allora Rosalia si occupa dei figli e degli anziani genitori del povero
marito. Da un po’ di giorni Pellegrino è visibilmente dimagrito e
Rosalia, preoccupata del suo stato di salute l’ha accompagnato più
volte da un medico. Ma Pellegrino non accetta di buon grado le visite
mediche, anzi lo infastidiscono. I due ne parlano davanti alla porta
di casa, probabilmente nel classico tira e molla delle discussioni
famigliari. Ad un certo punto, però, la situazione degenera.
Pellegrino entra in casa, imbraccia il suo fucile da caccia, lo carica
con le cartucce a pallini, esce sulla porta di casa ed esplode due
colpi nella direzione della nuora che sta strappando le erbacce nel
giardino. Rosalia, colpita praticamente su tutto il corpo, si accascia
al suolo, perdendo sangue sul prato. Solo a quel punto Pellegrino
ritorna in sé e si rende conto di averla fatta grossa e di essere
andato decisamente oltre il consentito. Preso dal rimorso, convinto di
aver uccisa la nuora che lo accudisce, sale al primo piano della sua
abitazione, da una botola laterale esce sul tetto di un capannone
adiacente la casa e si butta nel vuoto. La sua intenzione è di farla
finita, attanagliato da rimorso. Ma, una volta arrivato al suolo, si è
rotto un braccio. Allora, sempre più angustiato per quanto crede di
aver fatto, risale al primo piano e si butta nuovamente nel vuoto,
riuscendo a fratturarsi il femore. Nel frattempo arrivano gli altri
famigliari presenti in casa: l’anziana suocera, la figlia di Rosalia
ed il suo fidanzato che stavano lavorando nelle stalle. Le due donne
danno l’allarme e portano i primi soccorsi sia a Rosalia che a
Pellegrino. Fortunatamente i colpi sono stati sparati da una distanza
di circa 10 metri ed i pallini, pur essendosi aperti a ventaglio, come
succede nei colpi da caccia, hanno perso una parte del loro
potenziale, colpendo Rosalia in modo non mortale. Rosalia, nonostante
le ferite è rimasta cosciente. Intanto arriva la prima ambulanza
dell’associazione Vita di Montecalvo che la trasporta all’ospedale di
Ariano Irpino. Il personale del Pronto Soccorso ha impiegato diverse
ore con un delicato intervento chirurgico per estrarre tutti i
pallini. Ora la donna non dovrebbe correre pericolo di vita, ma la
prognosi è riservata. Una seconda ambulanza, ha trasportato Pellegrino
nello stesso ospedale dove gli è stata riscontrata una frattura al
femore destro e la rottura del braccio sinistro, oltre a diverse
abrasioni sul corpo. Dal corriere dell'Irpinia del 11 novembre 2005
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