Caro
Alfonso,
Mi chiamo Stefania Longo, ho 22 anni e sono italoamericana di
origine irpina (da Guardia dei Lombardi). Sono anche studiosa
dell'Irpinia, nel campo di letteratura, avendo scritto la mia
tesi di laurea sulla letteratura dell'Irpinia dopo il
terremoto del 1980. Sono italianista di professione ma
preferisco concentrarmi solo sull'Irpinia perché i miei legami
con la zona-- pur non essendoci mai stata-- sono fortissimi.
Sono un'amica di Angelo Siciliano, il quale mi ha segnalato il
tuo sito che trovo meraviglioso perché mi permette di sapere
chi sono gli altri studiosi dell'Irpinia!
Sto provando a procurarmi una copia del libro di Louis A. De
Furia, potresti dirmi dove l'avesti trovato? Grazie!
Tanti saluti ed a presto!
Stefania
Il
terremoto dell’Irpinia degli anni ’80 è ancora ben presente
nella mente di chi ha vissuto quella tragedia. A distanza di
tanti anni e di tanti chilometri, la storia rivive nella tesi
di laurea di una brillante italoamericana che fa onore alla
terra d’origine dei propri nonni. Stefania Longo, nata e
cresciuta a Scranton (in Pennsylvania), si è recentemente
laureata discutendo una tesi sull’Irpinia, sulla letteratura
autoctona e meridionale in genere. Quanto prima Stefania
insegnerà italianistica alla prestigiosa Università Cattolica
di Washington. Qui Italia ha avuto il piacere di
intervistarla.
D – Stefania, Sei mai stata in Irpinia, la terra d'origine dei
tuoi nonni?
R - Sono stata in Italia tre volte. La prima volta è stata nel
1997, per il Giorno Internazionale della Gioventù di Parigi.
Siamo stati a Roma, in Vaticano, ad Assisi e a Firenze. Poi,
nel 1998, sono andata in Vaticano con mia madre. L'estate
scorsa sono stata scelta per partecipare al "Regalo della
Scoperta" della Fondazione Nazionale degli Italoamericani. Il
"Regalo" è una borsa di studio assegnata ad 80 studenti
americani di origine italiana per "scoprire" la terra dei loro
antenati. Siamo andati dappertutto in Sardegna ed è stata
un'esperienza meravigliosa. Purtroppo non sono mai stata né in
Irpinia né in Campania; però è il mio più grande sogno e so
che ci andrò la prossima volta che visiterò l’Italia.
D -Come mai hai deciso di trattare l'argomento del terremoto
irpino, un evento così tragico e drammatico?
R - Il terremoto non è stata la prima scelta per l'argomento
della mia tesi.
Avrei voluto soprattutto fare uno studio sull'Irpinia
ed analizzare la letteratura delle persone emigrate in
America, per onorare i miei antenati. Dopo aver fatto un po'
di ricerche, ho deciso che sarebbe stato meglio fare uno
studio sull'Irpinia dopo il terremoto, perché è ancora
conosciuta come la zona del sisma. Volevo mostrare il
territorio di oggi, ad oltre 20 anni dall'evento. Il terremoto
è il mio "punto di partenza" per la tesi, perché ogni libro
studiato da me ne fa riferimento. L'argomento della mia tesi è
la modernizzazione dell'Irpinia vista attraverso la
letteratura italiana pubblicata dopo il sisma.
D -Quanto alla letteratura locale, esattamente di cosa ti sei
occupata? Quali tradizioni culturali hai trattato e quali
autori? Sono conosciuti al grande pubblico?
R - Mi sono occupata della modernizzazione dell'Irpinia. Ho
trattato la ricostruzione, i cambiamenti nella società, i
cambiamenti proposti per la zona, l'emigrazione della gente ed
il bisogno di sviluppare un turismo irpino basato sulle
antiche tradizioni della zona. Le opere principali da cui ho
tratto informazioni sono: il racconto "Terra" di Tina Rigione;
i romanzi "Il pane e l'argilla" di Emilia Bersabea Cirillo e
"Lezione d'amore" di Giuliana Caputo. Ho avuto la fortuna di
potermi mettere in contatto con queste scrittrici, le quali mi
hanno concesso molto del loro tempo. Queste tre scrittrici
sono conosciute non solo in Irpinia ed in Campania ma anche
nel resto dell’Italia.
D - Quali comunità irpine e campane in genere conosci negli
USA? Come vengono considerate dagli americani di "prima
generazione"?
R - La comunità campana più conosciuta in America è quella
napoletana. Si conoscono anche la costiera amalfitana e la
Provincia di Salerno. Per quanto riguarda l'Irpinia, molte
persone della mia città natale (Scranton, Pennsylvania)
provengono dal comune di Guardia dei Lombardi (come la mia
famiglia) e Sant'Angelo dei Lombardi. Ci sono anche molti
“scrantonesi” di origine napoletana. Gli Italiani di "prima
generazione" hanno un forte sentimento di nostalgia per
l'Italia. So che mio nonno, morto prima della mia nascita e
vera fonte di ispirazione per questo mio lavoro, voleva
tornare a Guardia dei Lombardi un giorno, perché gli era molto
mancato.
D - Come ti trovi in America? Che difficoltà hai avuto per
ambientarti nel mondo accademico?
R -Mi trovo molto bene qui in America. Sono fiera di essere
nata americana ed ancora più orgogliosa di essere nata
italoamericana. Mia madre (la figlia di mio nonno “guardiese”)
mi ha insegnato che le vecchie tradizioni italiane della
nostra famiglia sono importantissime; un giorno vorrei
trasmettere queste tradizioni ai miei figli e nipoti. L'unica
difficoltà che ho avuto nel mondo accademico è stata questa
tesi. Per fortuna ho incontrato molte persone generose in
Italia, come le tre scrittrici ed anche molti storici e
giornalisti, che mi hanno aiutata a sviluppare il mio lavoro
ed a creare qualcosa di utile per gli studi sul Mezzogiorno.
D - Qual'è il sentimento degli Italiani d’America, per quanto
puoi cogliere, nei confronti della madrepatria, a così tanti
chilometri di distanza?
R - Gli italoamericani adorano la madrepatria. C'è un vero
desiderio da parte loro di conoscere le tradizioni italiane e
di trasmetterle alle future generazioni. C'è una grandissima
distanza fra l'Italia e l'America ma la forte volontà delle
famiglie di mantenere la loro italianità rende più piccola
questa distanza. C'è un po' di nostalgia per l'Italia da parte
delle vecchie generazioni; esse trasmettono quest'amore alle
nuove ed è nato da questo processo l'orgoglio di essere
italoamericano.
D - C'è il rischio che, stando negli USA per molti anni, si
perdano completamente le radici culturali ed emotive della
nostra straordinaria Italia?
R - C'è sempre il rischio per l'emigrante di perdere le radici
culturali ed emotive della madrepatria, non importa da quale
paese venga. Però, la maggior parte degli italoamericani hanno
mantenuto le loro radici con molta cura. Non sono stati
completamente assorbiti dalla cultura americana come molti
altri gruppi etnici. Ne conosco anche alcuni che sono
diventati completamente americanizzati ma, dalla mia
esperienza, molti altri mantengono la loro italianità
mostrandola in pubblico con orgoglio, ad esempio nelle feste
italiane e nei gruppi che promuovono la cultura delle aree da
cui provengono (come la Fondazione Nazionale degli
Italoamericani).
D - Nelle tue prossime esperienze lavorative continuerai ad
occuparti dello spazio concesso alle comunità italoamericane,
nello specifico a quello della tua area di origine? Come pensi
di farlo? Quali sono i tuoi punti di riferimento in America,
in tal senso (Istituti Italiani di Cultura, Consolati,
Università con corsi di italiano...)?
R - Continuerò sempre ad occuparmi della comunità
italoamericana, facendo di tutto per smentire gli stereotipi
di sempre e per promuoverne la letteratura. L'Irpinia è la mia
terra; farò il massimo per promuoverne i valori qui in
America, soprattutto nei miei studi accademici. Vorrei anche
occuparmi degli studi della letteratura del Mezzogiorno,
perché ce n'è davvero bisogno. L'Italia non finisce a Roma,
c'è un mondo a Sud della capitale chiamato Mezzogiorno che
merita di essere studiato. In autunno, comincerò i miei studi
post-laurea per un dottorato di ricerca in italiano
all'Università Cattolica dell'America a Washington, DC. Sarò
anche assistente pedagogica; sono nata per insegnare e mi
rende davvero felice sapere che posso insegnare alle future
generazioni di italoamericani ad essere orgogliosi della loro
eredità. Io sono membro della Fondazione Nazionale degli
Italoamericani e UNICO, un gruppo nazionale che promuove
l'italianità facendo del volontarismo per la comunità. Mi
farebbe piacere creare un gruppo di Irpini in America. Intanto
sto lavorando ad un libro bilingue di racconti in italiano ed
in inglese sugli italoamericani di Scranton e dintorni. Poi,
quest'estate, vorrei cominciare a scrivere un libro sui
Guardiesi a Scranton per l'UNLA di Guardia dei Lombardi, il
quale mi ha molto aiutato nella mia ricerca per la mia tesi.
Sto anche lavorando ad una mostra fotografica sugli emigranti
guardiesi in America con l'UNLA di Guardia. I miei legami sono
soprattutto con l'Irpinia ed, ovviamente, con Guardia dei
Lombardi, ma sono aperta ad imparare di più sull'Italia. In
parte, sono anche di origine calabrese e vorrei imparare
qualcosa sulla Calabria.
D - Che cosa ne pensi, per trattare temi attuali, della
politica estera del Presidente Bush e del dopoguerra iracheno?
R - Io non sono una tifosa del presidente Bush ma, essendo
un'americana, devo supportare il mio paese. Io spero che la
ricostruzione dell'Irak proceda per il meglio e nell’interesse
del popolo, soprattutto per le donne ed i bambini. Quest’ultimi
rappresentano la speranza nel futuro e la vera ricostruzione
può compiersi solo attraverso la cura delle future
generazioni. Spero che il nuovo governo iracheno faccia il
massimo per dare una buona istruzione scolastica ai bambini
del paese, perché saranno loro la prossima classe dirigente.
|