URBINO e MONTECALVO
Un gemellaggio di arte e fede
Nel corso degli scavi per
il restauro architettonico del Castello Comitale e di poi Ducale di
Montecalvo Irpino,è venuta alla luce una bellissima trabeazione di un
portale cinquecentesco,con la seguente scritta:
HOMO HOMINI DEUS
I caratteri della
scrittura sono riconducibili allo stesso periodo e/o mano della scritta
sul portale e sulle trabeazioni interne della Ottagonale Cappella
Carafa sec. XVI sita all’interno della Collegiata di Santa Maria
Assunta sec. XV eretta all’interno della gran corte superiore del
castello dei Conti Carafa di Montecalvo e poi dei Duchi
Pignatelli di Montecalvo,ultimi feudatari.
Castello Pignatelli di Montecalvo
La scoperta di questa iscrizione apre nuovi scenari
nella ricerca storica e artistica del paese che si connota per molti
evidenti rapporti con il ducato di Urbino.
Il professor Ascher
dell’Università di Haifa ha compiuto un lavoro encomiabile sulla
Cappella Carafa di Montecalvo, mantenendo quella necessaria e
corretta condotta scientifica che esula dalle certezze attributive
lasciando aperto il campo a nuove teorie e a nuove scoperte.
Con la necessaria umiltà
mi appresto a dire la mia opinione su alcune questioni,confortandole con
dati e immagini,al sol fine di dare un contributo di conoscenza.
LA
CAPPELLA CARAFA sec. XVI
Cappella Carafa sec. XVI
(Federico Zuccari ?)
Di pianta ottagonale
e sormontata da una cupola(ormai scomparsa) la Cappella per
l’essenzialità delle forme e il sapiente uso della pietra di roseto è
veramente un piccolo gioiello dell’arte rinascimentale.L’accostamento
chiaroscurale delle pietre e degli intonaci bianchi,in pareti prive di
affreschi, riconducibile alle genialità degli architetti fiorentini,trova
in Michelangelo il suo migliore e più straordinario esempio.
Prediletto di Papa
Giulio II della Rovere ( Della Rovere Duchi di Urbino) per il quale
affrescherà la volta della Cappella Sistina,realizzerà numerose opere
architettoniche,anche con gli altri Papi succedutesi nel tempo,fino ad
arrivare a Papa Paolo IV (Giovan Pietro Carafa) con il quale ebbe
un difficile rapporto,tanto che questi gli preferì Federico Zuccari,
anche per il completamento della Cappella Paolina,scegliendo un urbinate,memore
della valentìa dimostrata al servizio dell’amico Papa Farnese,di cui se ne
sentiva continuatore,tanto da assumerne il nome pontificale.
Lo Zuccari, come tutti
gli artisti del tempo vedeva in Michelangelo un vero geniale maestro tanto
che le sue opere architettoniche e pittoriche si possono collocare nel
pieno manierismo .
Non va dimenticato il
profondo rapporto intercorrente tra la famiglia Farnese e Carafa.
Alessandro Farnese
già arcivescovo di Benevento,allorché divenne Papa col nome di Paolo
III,in uno dei primi concistori nominò Giovan Pietro Carafa
,Cardinale.
Papa Farnese fu il Papa
dell’arte e del bello,seguì le orme di Giulio II e affidò a Michelangelo
grandi opere e l’affresco del Giudizio Universale,nel mentre si servì dei
fratelli Taddeo e Federico Zuccari per le opere di
carattere pittorico-architettonico,dei palazzi di famiglia.
Federico Zuccari è
l’autore del ciclo di affreschi nella ottagonale chiesa di San Gaetano
Thiene in Padova,come di altre pale di altare dedicate al Santo, amico e
confratello di Giovan Pietro Carafa,col quale aveva fondato nel 1524
l’Ordine dei Teatini.
Non è improbabile che
Sigismondo II Carafa- Conte di Montecalvo,o un suo predecessore,avendo in
animo di edificare un Sacro Sacello commemorativo della famiglia,abbia
chiesto a Papa Farnese Paolo III o al cugino Cardinale e poi Papa Paolo IV,di
inviargli un disegno e forse un architetto capace di progettare e di
realizzare un monumento che celebrasse la grandezza della famiglia Carafa.
Recentemente è venuto
alla luce un disegno di Michelangelo,che opportunamente modificato,per
adattarlo alla struttura della Collegiata di Santa Maria Assunta,risulta a
dir poco identico per impianto e prospetto alla nostra Cappella Carafa.
Disegno di Michelangelo Bonarrotti da cui
può essere stato
Ricavato il disegno definitivo per la
costruzione della
Cappella Carafa
Michelangelo
Buonarrotti
Ipotesi di adattamento del disegno alla
Cappella Carafa di Montecalvo
Il taglio della parte superiore è dovuto alla
eccessiva altezza che mal si inseriva nell’architettura della Collegiata
sec. XV,trattandosi di un inserimento laterale con l’aggiunta di una nuova
navata nella parte destra.E’ da notare del come la base centrale sia stata
spostata in alto per riportare la scritta inaugurativa e come le nicchie
laterali siano identiche a quelle della Cappella Carafa.
Disegno di Michelangelo per una
Cappella–Pianta Ottagonale
Federico Zuccari sec. XVI-Urbino
Il
tempietto ottagonale trova uno straordinario riferimento nella pala del
Perugino
Lo Sposalizio della Vergine
motivo che sarà
ripetuto dal suo più illustre e famoso allievo,l’urbinate Raffaello
Sanzio,alle cui intuizioni architettoniche(Cappella Chigi) si può
accostare la Cappella Carafa di Montecalvo(cfr Ascher).
Non va dimenticato che
l’8 è un numero sacro e magico insieme,l’ottagono in architettura può
definirsi il top della struttura,per l’armonia delle forme e la difficoltà
di costruzione,che trova naturale trasposizione in una cupola sormontante.
Basti pensare alla
Sala Ottagona nel Palazzo Imperiale-Domus Aurea di Nerone,a Castel
del Monte di epoca Sveva e al tempietto dell’urbinate
Donato Bramante al cui nome è da sempre accomunata la nostra
ottagonale Cappella Carafa.
Qualcuno si starà
chiedendo come si giustifica tanto splendore in un così piccolo paese.
La storia di Montecalvo è
veramente un unicum,al centro di grandi interessi geopolitici,ha visto la
presenza di grandi casate imparentate con il fior fiore della nobiltà
europea,con le corti e con il papato in oltre 6 secoli di prosperità.
L’attuale decadenza e la
lenta scomparsa delle testimonianze non ci deve deprimere se pensiamo a
come nel 500 la nostra cittadina potesse competere con Urbino e
intrattenere proficui rapporti.
Pergamena di Giovan Battista Carafa sec. XVI
La Cappella Carafa
fu inaugurata nel 1556 da Giovan Battista Carafa, IV Conte di
Montecalvo,come si legge su di una lapide posta sull’arco di ingresso
della stessa,un po’ avulsa dal resto dell’opera,come se fosse stata
realizzata solo per esaltare “l’inauguratore”, che quale cugino del Papa,
eletto l’anno prima,voleva in tal modo suggellare il sacro Sacello, la cui
realizzazione è riconducibile,quasi certamente e per motivi temporali,
alla volontà dei suoi predecessori.
Papa Paolo IV (Giovan PietroCarafa)
Le quattro nicchie
interne sormontate dagli stemmi gentilizi della famiglia ,sembrano
costruite per alloggiarvi delle statue (cfr disegno di Michelangelo),come
a ricordare i 4 Conti di Montecalvo o i 4 rami originari della
Famiglia e lo si evince proprio dalla lettura dell’iscrizione inaugurale
allorché parla di optimimis parentibus ac omnibus comitibus
sacellum posuit MDLVI, sicuramente,per celebrare la grandezza di una
famiglia, rimarcando i vincoli col santo padre e con i rami più potenti e
più in vista:
Carafa della Spina
Carafa della Serra
Carafa di Forlì
Carafa della Stadera
Da cui sono discesi innumerevoli altri rami,tra cui
quelli di Montecalvo.
Stemma della Famiglia Carafa
Carafa è di fatti
un soprannome ,attribuito a quel Gregorio Caracciolo,che ebbe la
concessione per il commercio del vino e che introdusse la Caraffa
come misura.
Nella tradizione
montecalvese viene ricordato il “ Carafone” uno speciale
contenitore in vetro per la suzione del vino,che in una particolare
ampolla strozzata, sgorga da un imbocco sferico e schiacciato,come la base
di una moderna tettarella.
Papa Paolo IV
,l’esponente più importante di questa famiglia, fu il Papa delle grandi
riforme nella Chiesa,con un ritorno alla semplicità e alla carità.
Comprese il disagio del
suo tempo e cercò di far rientrare lo scisma Luterano,favorendo nuove
regole e congregazioni,tra cui l’ordine dei Teatini insieme a
San Gaetano Thiene a cui sono dedicate ben 2 Chiese a Montecalvo.
Statua Lignea di San Gaetano Tiene sec XVIII
Acquasantiera sec XVIII
Cappella omonima Masseria Stiscia C/da Malvizza
Chiesetta San Gaetano Thiene-Masseria Stiscia C/da Malvizza
Simile a quella della Cappella Carafa è provvisoriamente posizionata
nel Santuario della Madonna della Pace nella medesima Contrada
Montecalvo, fin dal
1518 a mezzo del Conte Sigismondo Carafa si era accordata con
l’Ordine degli Eremitani Osservanti di Sant’Agostino e col
loro Padre Priore Frà Felice da Corsano,per creare nuovi e
più consoni criteri di vita sociale,dove la comunità religiosa veniva
inserita,perfettamente,nell’organizzazione della Universitas.
In questo accordo, rivoluzionario per molti aspetti e
che fa intravedere forme di democrazia seppur oligarchiga vengono
anticipati i contenuti dei Patti e delle Condizioni tra Lo Stato e la
Chiesa con una sincera volontà di realizzare qualcosa di
concreto,acquisendo beni e concedendo servizi.
Il documento storico,
esaminato e trattato con cura, è una vera miniera di informazioni, specie
per il fatto che gli Agostiniani subentrano nella gestione della Chiesa
e Ospedale di Santa Caterina e nelle Chiese di San Sebastiano e
San Ciriaco,subentrando anche nel culto originario e nelle festività
solenni dei Santi a cui erano intitolate,garantendo il perdurare delle
tradizioni e delle manifestazioni ad esse connesse,non ultima la Fiera
di Santa Caterina,per i comprensibili motivi economici.
Accadde cioè che gli
Agostiniani acquisirono il tempio,l’ospedale e il culto di Santa Caterina
d’Alessandria,festa il 25 Novembre, che da quel momento rientrò tra le
festività solenni del proprio ordine.
Stemma della famiglia Bozzuti
Montecalvo Palazzo Bozzuti sec. XV
Negli stessi anni, in
Roma ,un altro grande concittadino faceva grande la Chiesa ed era
Annibale Bozzuti che era nato a Montecalvo il 2/2/1521 e che
protonotario apostolico e prelato domestico con Paolo III (
Alessandro Farnese
fu cardinale di Benevento e fu colui che nel 1515 acconsentì al
trasferimento dei monaci Agostiniani del Monastero di San Giovanni in
Corsano presso il Convento di Santa Caterina in Montecalvo),partecipa
come Prefetto, al Conclave del 1550 che elesse Papa Marcello II,che a sua
volto lo nominò arcivescovo di Avignone e poi Governatore di Roma.
Fu creato cardinale da Pio IV pochi mesi prima di
morire il 6 ottobre 1565.
Ma torniamo alla frase
sull’architrave,il cui concetto è riconducibile al pensiero e agli scritti
dei grandi pensatori e filosofi dagli albori del cristianesimo e fino a
tutto il novecento.
Sant’Agostino nel
sermone n°371 del “De Nativitate Dei” ricorre a questa frase per
significare la ricerca del bene comune tra gli uomini,dell’uomo che si
comporta da Dio nei confronti dell’altro uomo,fino ad arrivare alle
aberrazioni manieriste,illuministe, nichiliste,minimaliste e
scetticistiche che daranno vita all’“ HOMO HOMINI LUPUS”,in un
concetto alienante e diseducativo del mondo umano e poi del mondo animale.
Sulla scorta delle
recenti conoscenze naturalistiche ,potrebbe concludersi che le due frasi
hanno perso la loro antinomia proprio perché i lupi hanno una struttura
sociale evoluta e perfetta,tesa al bene comune del branco,in una sorta di
rivincita della natura sulla scienza umanistica.
Se Bacone e
Spinosa cercheranno di comprendere il significato dell’esistenza,che è
lo scopo ultimo della Filosofia, rimane straordinario il fatto di aver
ritrovato un’architrave che riporta una frase così pregnante e fuori dagli
schemi iconografici e architetturali,confermando che in questa nostra
realtà,qualche secolo addietro, vi fosse una vera libertà di espressione
sia nell’arte che nella cultura,e che trova naturale suggello
nell’originale accordo tra Agostiniani e Contea di Montecalvo,iniziando
una tradizione che trova rara esplicazione anche nei più recenti Accordi
di Programma.
Ritorna Sant’Agostino e
gli Agostiniani e i secolari rapporti tra Montecalvo e Urbino,entrambe con
un Monastero dedicato a Santa Caterina d’Alessandria festa il 25
Novembre.
Il monastero di
Montecalvo in vita fin dal 1518 venne definitivamente soppresso nel 1810.
Nel mentre quello di
Urbino è ancora funzionate e vanto della cittadina marchigiana.
Le suore di clausura del
Convento Agostiniano di Santa Caterina di Urbino,ogni 25 Novembre
preparano un dolce a forma di Ruota per ricordare il martirio della
santa,nel mentre nella tradizione montecalvese si parla di
Ruoto(recipiente di terracotta con quattro/otto manici a mo di gran
piatto,utilizzato per la cottura di cibi con carne ,direttamente sulla
brace).
Madonna del Soccorso sec XVI
Monastero di Santa Caterina di Urbino
Madonna della Consolazione sec XVI
(Madonna dell’Abbondanza)
Monastero di Santa Caterina Montecalvo
Il gemellaggio di fede
non può che concludersi che in modo travolgente,allorché si ricorda che la
cittadina marchigiana ospita uno dei più rinomati Collegi degli Scolopi,presso
il quale hanno studiato e si sono formati straordinari ingegni,tra cui
Giovanni Pascoli,che avrà certamente avuto conoscenza del nostro
maestro Padre Pompilio di San Nicolò( San Nicola da Tolentino-Agostiniano
),il cui ritratto campeggia nelle aule di quel centro di cultura e di
apprendimento,vero vanto di Urbino,che forse cela altri segreti e
altri collegamenti.
Per cui mi sembra
doveroso chiudere lo scritto con una frase lapidaria e che ben si confà a
quanto narrato:
MONS CALVUS URBINO CIVITAS
Montecalvo Irpino Settembre 2008
Antonio
Stiscia
|