Cercasi Centro di gravità permanente
Per molti, la
designazione di Giancarlo Di Rubbo a candidato sindaco per lo schieramento che
fà capo alla Margherita, è apparso come il momento conclusivo della lotta
politica di questa campagna elettorale, ma questo non è. Nell'apparente quiete
delle festività pasquali,qualcosa si doveva muovere ed infatti si è mosso. Le
perplessità inerenti l'aggregazione di forze per natura eterogenee all'interno
del movimento "Alternativa per il cambiamento" e la volontà di
alcuni soggetti
politici, volutamente e drasticamente isolati dalle prime schermaglie della competizione elettorale, hanno contribuito
non poco a rimescolare le carte in tavole e a sconvolgere il mondo politico
locale. Misteriosa e intrigante era sembrata l'uscita di scena in modo repentina
del gruppo che sosteneva la candidatura a sindaco di Aurelio Bellucci, di colpo
non considerato più come attore nello scacchiere politico locale. Il silenzio delle forze
centriste orbitanti intorno all'Avv. Alessio Lazazzera,(nella
foto a destra)
appariva come un assenso
al tentativo in corso di arrivare ad un bipolarismo forzato, anomalo per la
realtà montecalvese.Tra il bianco e il nero c'è sempre di mezzo il grigio. E non
poteva non considerarsi che una forza della destra, come quella rappresentata da
Alleanza Nazionale difficilmente si sarebbe rassegnata ad un
ruolo di comprimaria e non poteva rimanere alla finestra ad osservare
,indifferente
,le
lotte che si verificavano all'interno della maggioranza e dell'opposizione
civica senza intervenire. Progetti di alta ingegneria politica costruiti da chi
si pone al di fuori della logica politica locale per riaffermare le proprie
posizioni in cerca di perenne gratificazione personale nelle sfere dirigenziali
più alte delle strutture gerarchiche partitiche. Cosa accadrà? Nessuno può
prevederlo. Ma forse in una cosa possiamo credere ed è che in fondo in fondo
quello che oggi si dà per certo domani sarà incerto e che la speranza in
qualcosa di migliore è sempre l'ultima a morire a patto e condizione che a
morire non sia il nostro paese.
Alfonso Caccese
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