Il tempo, forse,
ci restituisce le vestigia del Largo “Magazéo” ?
Durante
i lavori di abbattimento di alcune abitazioni fatiscenti compresi tra i
vicoli: Acquanetta e Manzelli lungo la direttrice di Corso Umberto nel
centro storico di Montecalvo, sono affiorati dei manufatti, in buono
stato, che tante ipotesi stanno suggerendo agli esperti del settore.
Infatti il ritrovamento di una costruzione di epoca remota costituita da
un arco ben visibile con attacchi di soffitti (probabilmente a crociera
o a botte) lascia spazio a numerose e svariate indagini di natura
architettonica, antropologica e sociale. Anche noi, basandoci su ricordi
e testimonianze tramandatesi oralmente negli anni, proviamo a formularne
una. Partiamo da indizi peculiari, come i rilievi tecnici, che
forniscono quasi verosimilmente la probabile larghezza della base del
manufatto che secondo alcuni si aggirerebbe intorno ai 150-200 mq. La
presenza di altri archi laterali a destra, diruti, a sinistra ancora
visibili, ci fanno optare per una ipotesi ragionevolmente fondata, cioè
quella che ci troviamo in presenza del probabile ingresso sotterraneo
del leggendario “Magazéo” , cioè il magazzino dove i latifondisti
consegnavano, per le misurazioni, le derrate alimentari ai signori del
luogo.
Perché accesso sotterraneo?
L’accesso sotterraneo poteva essere utile anche in caso di assedio,
difesa o rivolte popolari.
Ma
c’è anche un altro motivo oggettivo. Cioè quello che, le carovane dei
carri trainate da buoi in pariglia, non potevano accedere facilmente
alla quota della Rocca o del Castello Ducale per via dei
vicoli stretti e parzialmente costruiti a gradoni, quindi è verosimile
pensare ad un altro accesso a quota più bassa, a livello stradale,
accessibile, ampio e manovriero, noi pensiamo, esattamente dove adesso
si stanno effettuando gli abbattimenti. Si intravedono inoltre gli
attacchi di sostegno di soffitti, dove, a livello superiore, potevano
insistere edifici usati dagli incaricati dei latifondisti per le
operazioni di carico e scarico delle merci, ecc.
Poi
la presenza nel centro storico di una fitta rete di cunicoli naturali e
artificiali che si diramano, a partire dal Castello Ducale, in ogni
direzione, fanno altresì pensare che in epoca lontanissima possa aver
rappresentato una zona “ante murale”, soddisfacente le operazioni
di difesa avanzata rispetto al mastio o alla rocca antica vera e
propria.
Si
deve inoltre considerare, senz’altro, che il manufatto è preesistente
alla costruzione dei palazzi signorili che oggi fanno da contorno al
Castello Ducale, e che quindi rappresenti una realtà storica antecedente
ai secoli XVIII e XVII (millesettecento-milleseicento), e che poi sia
stato inglobato nelle continue edificazioni nella zona fino poi a
scomparire dalla vista. Quindi è molto probabile, che in seguito a
questi abbattimenti di oggi e la futura costruzione di un nuovo
comparto abitativo, si distruggano le ultime vestigia del “Magazéo”
ducale, o quello che l’importanza dell’arco a “tutto sesto”, abbia
potuto rappresentare in passato. Non occorre, infatti, fare ulteriori
considerazioni storiche per sottolineare l’importanza culturale, sociale
e per l’economia locale agricola e pastorale della comunità montecalvese,
che vedeva da una parte, con opposizione di interessi spessissimo
conflittuale, i proprietari latifondisti e dall’altra il popolo dei
mezzadri, coloni, braccianti ,ecc.
Si
tratta forse di pura fantasia?
Crediamo di no, perché pensiamo sempre che il tempo ogni tanto si
sbizzarrisce a presentarci e farci ricostruire un pezzo della nostra
storia millenaria e noi o non apprezziamo o addirittura distruggiamo.
Montecalvo Irpino 12/11/2008
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