Montecalvo Democratica


Qualche tempo fa, ho avuto la fortuna di poter visionare, in copia fotostatica, un manoscritto di Padre Samuele Isabella di Montecalvo sec. XVIII (di cui ho parlato in  altre occasioni e di cui ne ho preannunciato un piccolo saggio biografico) che per dovizia e abbondanza di particolari e di fonti, rimane pietra miliare per qualunque studio storico su Montecalvo, rappresentando quasi una summa storiologica e storiografica per ogni appassionato e ricercatore.

Il manoscritto, prestatomi dall’amico e strenuo ricercatore Mario Aucelli (conosciuto più per la sua attività giornalistica) è una vera miniera di informazioni e sarebbe auspicabile una sua integrale pubblicazione, comprensiva delle note e dei ripensamenti,proprio per far comprendere al futuro lettore (speriamo) come la ricerca sia sempre stata difficile e come nel passato le fonti fossero ancor più scarse. Come del resto, sarebbe auspicabile la pubblicazione dei Registri del Decurionato, che si trovano nell’Archivio Comunale.

Ritratto a stampa di Padre Samuele Isabella O.F.M.

(Archivio Palazzo Stiscia)

 

Il manoscritto riporta intelligentemente, i fatti e le situazione del tempo, quasi nulla tralasciando del vivere religioso e civile, del resto siamo in pieno 700, nel secolo dei lumi,e dove i massimi pensatori, come si è detto più volte, scaturivano proprio dalla componente ecclesiastica, che avrà in alcuni personaggi religiosi un riferimento politico costante, anche per le generazioni future e soprattutto per le vicende romantiche dell’800.
Questo straordinario e copioso manoscritto, gelosamente conservato(e fa bene) dall’amico Mario, sempre presente e sempre pronto a dare il suo indispensabile apporto di conoscenza, riporta tra le altre, una nota, purtroppo incompleta, sulla nascita ed evoluzione del Parlamento Comunale (Decurionato) primo esempio di democrazia, nella storia civile del Comune di Montecalvo (Universitas), dalla nascita dei Comuni e fino ai nostri giorni.
State tranquilli non farò alcuna ricostruzione storica, perché mostruosamente lunga e del tutto inutile, in un tempo in cui non si apprezza il valore della Democrazia, e si cercano formule alchemiche di vivere civile, dimenticando i valori fondanti della nostra storia comunarda.
Ma veniamo al manoscritto che dopo aver fatto cenno al Libro dei Parlamenti del 1660 per un’altra questione, ritiene doveroso ricordare che:
“Ricordevoli finalmente di ciò che sopra cennassimo riguardo à quaranta decurioni,che anche al presente rappresentano tutta la popolazione di questa terra,abbiamo stimato compilar questa ben lunga nota con una breve notizia circa l’origine,il progresso e la riforma dei medesimi.
Prima del contagio del 1656,componendo Montecalvo presso 7000 persone,la maggior parte del volgo naturalmente inclinata alle risse ed avvezza a farsi ragione gridando,vieppiù quando si dovevano fare l’elezioni degli amministratori,e risolvere i pubblici affari,insolentiva, e spropositava,talché accadevano benespesso dé tumulti,e degli enormi misfatti,motivo che nessuna persona del civil ceto interveniva né consessi di codesta turba villania,per non cimentarsi con gente sì temeraria,ed vitiera,che non intendeva cosa avesse voluto significare utile pubblico.
Per riparar tanti mali in mille versi gravissimi,à 29 Giugno del 1605,raunatosi,giusta costume,il Popolo in pubblico consiglio,fu proposta dagli Amministratori la causa dé sconcerti e dicessero,che per ovviarli altro mezzo più proprio non v’era,fuorché quello di doversi venire all’elezione di quaranta Decurioni,che col Sindaco,ed eletti pro-tempore dovevano prendere tutti gli spedienti in vantaggio del Pubblico;che quello da essoloro,e dalla maggior parte si conchiudeva,si doveva come per man legge osservare,e che all’infine tali Decurioni avean da esser sino la loro vita durante,se non che un di essi morendo,gli altri unitamente col Sindaco,ed eletti doveva procedere a nuova elezione,anche coll’eleggersi alcuni di loro per amministratori,e collo scegliersi altri non inchiuso nel numero dei quaranta.
Qual progetto,sendo stato naturamente disciplinato fu con comune applauso determinato e conchiuso doversi scegliere……essi amministratori per segreti suffragi quaranta dé cittadini………………………………………………………………….
Purtroppo, il manoscritto, mutilo della parte seguente (chi sa se ne potrà ricavarne maggior conto dalla lettura dell’originale o da copie perdute…….) non ci chiarisce altri fatti e altri interessanti sviluppi, anche perché lo stesso autore(Padre Samuele) ne ha preannunciato la lunghezza e la dovizia.
Va da sé che quanto riportato ha una valenza straordinaria e per certi versi sconvolge le conoscenze storiche sulla nascita e l’evoluzione del cosiddetto Diritto Italiano.
Per intenderci vanno chiarite alcune questioni di Diritto,per comprendere la totale eccezionalità di quanto riportato nel manoscritto e che fa di Montecalvo a 4 secoli di distanza, ancora una volta, un unicum nella storia italica (basti pensare che il numero massimo dei decurioni consentiti era di 30 e in riferimento alle grandi città e che i 40 Montecalvesi prescelti rimanevano in carica vita natural durante, come i Senatori dell’Antica Roma) e dove la Democrazia viene ad assurgere ad unico  e fondante rimedio ai mali della società civile, in una esponenziale equazione di civiltà:
Più partecipazione e meno caos;
Più rappresentanti del popolo e meno violenza;
Più Democrazia e meno arrivismo.
Il termine Universitas, che troviamo frequentemente nei documenti medioevali e rinascimentali, viene usato nel significato di COMUNE, ma col preciso intento di significare come ai Municipi romani, sottoposti al potere centrale, si fosse sostituito un potere di carattere Parlamentare, affidato cioè ad una adunanza di persone, residenti nel medesimo territorio ed aventi interessi Comuni (Universitas).
Nell’Italia meridionale il Comune ebbe una struttura amministrativa complessa, con un potere suddiviso in organi costituiti.
L’organismo più importante era il Parlamento, con compiti deliberativi e quale diretta emanazione della volontà popolare. (Assemblea pubblica di tutti i cittadini).
Il Consiglio, organo ristretto di rappresentanza, aveva compiti di ordinaria amministrazione.
Del Consiglio, ne facevano parte il Sindaco, gli Eletti e il Rappresentante dell’autorità Regia.
Per farla breve,quando si riuniva la Universitas, si riuniva tutto il popolo e gli organi amministrativi, ognuno però con le proprie competenze.
 
 
Di solito, il Parlamento cittadino veniva convocato con mezzi certamente più efficaci di oggi:
al suono delle campane (a Montecalvo il compito era demandato al Campanone del Santissimo-Collegiata di proprietà della Università) e dai banditori (banna -di reminiscenza longobarda), che giravano per le strade e le contrade annunciando l’avvenimento.
Le riunioni avvenivano in Piazza (Piazza Carmine ?) e  in luoghi all’aperto, appositamente individuati  e stabiliti, per consentire a tutti di  partecipare ed intervenire.
L’ordine pubblico era assicurato dal Capitano di Giustizia, organo di polizia, che affiancato da guardie comunali, sedava i disordini e i tumulti che, frequentemente, si verificavano, per la sanguigna volontà partecipativa dei Montecalvesi, che già all’epoca, divisi in pseudo – partiti ( come oggi), manifestavano le proprie idee, con il calore e la partecipazione, ancor’oggi  evidente.
Ancora una volta dobbiamo stupirci della nostra storia, straordinariamente attuale, specie allorché si va a leggere di come il Senato Cittadino (composta da 40  Decurioni) svolgesse gli stessi compiti di garanzia istituzionale che ha la nostra Corte Costituzionale, con la possibilità che un proprio rappresentante venisse chiamato a responsabilità di governo, in una sorta di cooptatio , e come se fosse un Assessore Esterno.
Come si capirà non si è inventato niente di nuovo, anzi è tutto già  trito, e quindi perché non leggere il passato con attenzione, per non ripeterne gli errori e/o per trovare le soluzioni ?
La storia , come in questo caso, ci conferma che la passione politica dei Montecalvesi è stata sempre fortissima, ma ci da anche le soluzioni ai mali del tempo, che come si vede son sempre gli stessi, ricordando che alla violenza e alla corruzione, si risponde  allargando la base democratica, aumentando i rappresentanti del popolo e perseguendo il consenso popolare(non elettorale).
La Germania, ci ha insegnato, in questi mesi, che una nazione in vera crisi non conosce partigianerie e saprofitismi, ma cerca  le strade migliori e sicure per il bene del popolo (basti pensare all’eccezionalità dell’accordo SPD-CDU, partiti antitetici,oggi alleati).
In Italia ciò è irrealizzabile, per la natura anarchica delle genti e per la partigianeria latente che ci divide su tutto, dalla squadra di calcio alla politica, dal condominio all’ambiente di lavoro, arrivando ad estremizzare anche la fede, con lo scegliere una parrocchia anziché l’altra, in una sorte di gioco dell’oca pericoloso per quei giocatori, che pur avendo perso una partita, rinunciano a giocare, per poi lamentarsi che l’avversario(rimasto solo) continui a vincere.
 
 
Montecalvo Irpino  Dicembre 2005
Dott.Antonio Stiscia

 


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