PROVINCIA DEL PRINCIPATO ULTERIORE

Commissione Provinciale

Per la repressione del Brigantaggio

 

La commissione,sulla mozione del Signor Prefetto di assegnarsi premii adeguati all’importante servigio che renderassi all’ordine sociale assicurando in qualsiasi modo i capibanda,conosciuti sotto i nomi di Gravina,Sacchetta,Sacchitiello*,Callarulo,Cianci, Palomba e Mandra.

Tenuto presente il suo programma del 14 aprile 1863 espresso nei seguenti termini-sarà accordato un premio non maggiore di Lire Mille a chiunque

1.uccida un brigante in conflitto

2. catturi un brigante in atto di resistenza ed a mano armata

3. catturi un brigante disarmato e che non faccia resistenza

4.presenti o faccia presentare un brigante al potere giudiziario

5. dia indicazioni vere ed esatte per sorprendere una comitiva di briganti o anche uno o più di essi isolati-

Il premio sarà proporzionato secondo le categorie segnate di sopra,concedendosi il massimo al numero 1 ed il minimo all’ultimo numero.

Chiunque poi uccida o catturi un Capo Brigante avrà un premio maggiore,in ragione della importanza del servizio reso alla società.

Tenuto presente l’altro programma degli 11 maggio 1863 pubblicato dalla Commissione Centrale in Napoli,con cui si prometteva un’annua pensione di lire 300 ad ogni individuo che avesse assicurato uno dei più famigerati Capibanda.

Considerato che questi mezzi sono riusciti inefficaci per purgare questa Provincia dei suddetti Sette malfattori,i quali da più anni spargono la desolazione per queste contrade ,con atrocità le più inaudite.

Considerato che altre provincie limitrofe sono riuscite a liberarsi di Capibanda non meno feroci,quali furono i Ninco-Nanco ed i Caruso,colle promesse di premi competenti

 

Delibera

 

Che restando fermo quanto col trascritto primo programma si prometteva in ordine ai briganti in generale;in quanto ai seguenti Capibanda,oltre la pensione annua di Lire 300 promessa dalla Commissione Centrale,si assegnino i seguenti premii.

Ad ogni individuo che dalla data del presente manifesto assicurerà in qualunque modo

1.Gravina    Lire   4000                               5.Cianci           Lire  2000

2.Sacchetta            4000                               6.Palomba               1500

3.Sacchitiello        3000                               7. Mandra                1500

4. Collarulo          3000

 

Avellino 21 Marzo 1864

 

Visto il Prefetto                                                                                    Il Presidente

Comm.N. De Luca                                                                    Cav. Domenico Capuano

 

                                                                                                                Il Segretario

                                                                                                     Cav. Pompilio  Barra

* Caporal Agostino

Il documento ufficiale,divenuto pubblico con Manifesto e affisso in ambito provinciale,è interessante per alcuni motivi:

-Si conoscono i nomi di alcuni capi briganti operanti in Provincia;

-Si evidenzia lo scarso successo delle iniziative fino ad allora intraprese per  eliminare il fenomeno;

-vengono previste consistenti somme di denaro, oltre la pensione,per chi assicurerà i Capi briganti ;

-Il riferimento non casuale a Capibanda,non meno feroci(non meno organizzati) come Ninco Nanco e Caruso,passati alla storia per le imprese militari e per il seguito di armati.

 

La Commissione provinciale vede la presenza di un Montecalvese,con le funzioni di Segretario e a nome -  Cav. Pompilio Barra.

 

Sul Brigantaggio andrebbe riscritta buona parte della storiografia ufficiale.

Passarono per delinquenti e malfattori,molti patrioti,colpevoli solo di essere ancora legati al giuramento di fedeltà al Regno delle Due Sicilie e al loro augustissimo sovrano,compiendo una legittima attività di resistenza armata a quella che fu una mera usurpazione.

Alla luce dei nomi di Briganti fin qui riportati,mi è sembrato doveroso citare alcuni avvenimenti legati alle loro imprese delittuose,compiute in Montecalvo o a danno di Montecalvesi.

 

I fatti storici di seguito narrati sono stati estratti dal magnifico Sito Web www.brigantaggio.net

A cura di Fioravante Bosco e di cui se ne consiglia la visione

LA COMITIVA DEL

COLONNELLO CARUSO

di Luisa Sangiuolo

da: "Il Brigantaggio nella Provincia di Benevento 1860-1880" De Martino, Benevento, 1975

Il brigante” Colonnello Caruso

Dopo la capitolazione di Gaeta, Michele Caruso da Torremaggiore viene avvicinato da emissari borbonici che lo guadagnano alla loro causa, affidandogli un incarico di notevole responsabilità: costituire ed organizzare bande reazionarie nelle tre province di Foggia, Benevento e Campobasso.……………………………………….. Il 28 (28 Luglio 1862) seguente,allo scopo di raccogliere vettovaglie, con 39 uomini invade Ginestra degli Schiavoni e nel mentre suscita tra i contadini una dimostrazione antigovernativa, obbliga ben 115 famiglie a dare un contributo in natura o in contanti. Lo ritroviamo nel villaggio di Corsano.

Qui mentre è intento a fumare la pipa sulla porta di un casolare, lo attacca il Capitano Cartacci della 4a compagnia del 18° bersaglieri (9). Muoiono 15 briganti, gli altri a stento si salvano inseguiti dai bersaglieri. Direzione della comitiva Cercemaggiore.

9) Il De Blasio localizza questo episodio a Corsano provincia di Lecce. Trattasi invece di Corsano attualmente frazione di Montecalvo Irpino, provincia di Avellino, distante da Benevento circa 30 Km. e da Montecalvo 5 Km. Cfr. il Giornale Officiale di Napoli ~ 203 del 4 settembre 1862 per la masseria Capriata in Corsano indicata come vicina a Benevento. La data va anticipata almeno di 2 giorni in quanto la notizia è riportata dal Giornale Officiale di Napoli il 4 settembre 1862

IL BRIGANTE

MICHELE CARUSO

di Abele De Blasio

da: "Il Brigante Michele Caruso Ricerche di Abele De Blasio" Stab. Tipografico, Napoli, 1910

 

Il 30 luglio 1837, in Torremaggiore fu visto sulla soglia della sua abitazione il boscaiuolo Vincenzo Caruso più contento del solito e ad un suo vicino che gli aveva domandato a che dovevasi tale insolita allegria rispose con un'esplosione di gioia: La mia famiglia si è arricchita di un'altra bocca! Infatti la moglie Teresa Rateno s'era, in quel giorno, sgravata di un maschietto.

Michele Caruso

28 luglio 1862

Nelle prime ore del mattino del 28 luglio 1862, Caruso, con trentanove dei suoi, entrò in Ginestra, e, sotto il pretesto di sollevare quella popolazione contro l'attuale Governo, danneggiò nella proprietà centoquindici individui.

4 settembre 1862

Il capitano Cartacci, comandante la 4° compagnia del 19° battaglione bersaglieri, venuto a conoscenza che Caruso aveva voluto recarsi nel leccese e che con una parte dei suoi trovavasi nella masseria Capriati, sita in quel di Corsano, vi andò a dare 1'assalto. Caruso, che trovavasi fuori la porta a fumare la pipa, riuscì a fuggire; gli altri, in numero di quindici, furono dai bersaglieri massacrati.

 

da: "Brigantaggio e Risorgimento - leggittimisti e briganti tra i Borbone e i Savoia" di: Giovanni De Matteo - Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000

IL CAPOBRIGANTE

GIUSEPPE SCHIAVONE

Giuseppe Schiavone era un contadino di S. Agata di Puglia, che si era dato "alla campagna per non rientrare al servizio militare come recluta della leva del 1860", e, durante il 1862, come risulta da un attestato del suo Comune, si era reso responsabile di: a) riunione in banda di malfattori, grassazione e sequestro di persona in danno dei fratelli Granato di S. Agata; b) furto di un cavallo in danno di Di Rienzo di S. Agata. Nel 1863 si era reso colpevole di: a) attacco e resistenza alla forza pubblica; b) uccisione di quattro buoi e due muli, incendio della masseria di Lorenzo Mazzo di S. Agata. Inoltre, prese parte ad un massacro fatto nel comune vicino di Orsara, uccise il tenente Lauri della Guardia Nazionale, un capitano e il tenente Paduli; partecipò ai conflitti con il 20° Fanteria ed il 22° Fanteria ………………………… un fascicolo dell'Archivio di Stato di Avellino (fascicolo 397 del Tribunale di Ariano) comincia con una relazione di Antonio Zucchetti per i fatti di Giuseppe Schiavone e della sua donna Filomena Pennacchio, commessi nel 1863:

"Nel mattino del 23 gennaio 1863 la banda brigantesca capitanata dal masnadiero Giuseppe Schiavone, forte di 30 malfattori a cavallo ed armati, si diresse alla masseria dei fratelli Cristino a Montecalvo. Nelle ore pomeridiane lo Schiavone, con Filomena Pennacchio ed altri due briganti, trasse alla masseria D'Agostino e richiese a lui un cavallo e del denaro, minacciandolo di sequestro. I malfattori intanto, per esser sicuri, sequestrarono il figlio del D'Agostino e lo condussero nell'altra masseria dove stava il resto della banda... Verso le due della sera, mentre il messo spedito dal D'Agostino ritornava col cavallo per portarlo allo Schiavone, un drappello di Guardie Nazionali se ne impadroniva. Immantinente due briganti Tedesco Fedele e Piccinno Antonio corsero ad affrontare la forza e sostennero per più tempo il fuoco contro la stessa, ma poi raggiunsero la banda dello Schiavone, cui narravano l'accaduto. Costui tratteneva ancora il sequestrato. Sopraggiunto il messo, che assicurò di esser caduto il cavallo nelle mani della forza, il sequestrato fu lasciato libero. Poco innanzi che la Guardia Nazionale si impegnasse nell'attacco coi briganti Tedesco e Piccinno, i coniugi Angelo Maria Marra e Nicoletta Vergaro*, si fermarono lunga pezza a discorrere coi medesimi; dimandati sui nomi dei briganti, dissero di non averli riconosciuti, e la forza li ritenne in criminosa corrispondenza coi briganti"…………….

* Verzaro

 

La banda Schiavone

 

Montecalvo Irpino  Aprile 2007

Dott.Antonio Stiscia

APPENDICE

LA TARANTELLA DI LI BRIGANTI

 Testo e musica di ANTONIO STISCIA

So arrivati li brianti
So arrivati e songo tanti
Parlano di Masaniello
Vuonno ancora a Francischiello o o o o o
 
TARANTELLA
 
Acciduno a li piemontesi
Currunu pi lu paese
Fannu scigli ai benestanti
E preiano a tutti li Santi i i i i i
 
TARANTELLA
 
La brianta Filumena
Va a cavallo puru prena
Lu cumpare suiu Schiavone
Spara cu lu trombone ee e e e e
 
TARANTELLA
 
Hannu dittu ca so muorti armati
L’hannu accisi mille surdati
Lu rré burbone si ne gghiuto
E natu friscu ave minuto(n’arrivatu natu e scunusciuto)
 
Sulu na vecchia vistuta nera
Chiagni li figli e si dispera
Va dicennu ca li rignanti
So fitienti tutti quanti
E addinucchiata sui corpi  caldi
Ammaledice a Garibbalde