Approvato dalla Regione un progetto da 2 milioni e 320 mila Euro
presentato da 8 comuni irpini.
Che fine devono
fare le centinaia di famiglie che vivono pericolosamente alle
falde del Vesuvio?
Una mano gliela offre
la Valle Ufita: i sindaci di otto comuni ( Ariano, Casalbore,Greci,
Montaguto, Montecalvo, Svignano, Villanova e Zungoli ) hanno presentato
un progetto di accoglienza: Progetto approvato e finanziato dalla Regione
Campania. L’ufficialità è arrivata ieri, 25 gennaio 2008: 290mila euro per
ognuno degli otto comuni ufitani che partecipano all’iniziativa. Un totale
di 2 milioni e 320mila euro che serviranno alle singole amministrazioni
per acquisire recuperare o ristrutturare gli alloggi da mettere poi a
disposizione delle famiglie napoletane. Degli otto comuni irpini quello
capofila è Montecalvo da dove il sindaco Giancarlo Di Rubbo ha accolto
con entusiasmo la notizia del sì della Regione: “E’ una nuova sfida che
questa parte dell’irpinia non può perdere”.
Ci spiega proprio lui
cosa significa questo progetto:
“La regione Campania ha
decretato di assegnare agli otto comuni della Verde Irpinia ( Ariano,
Casalbore,Greci, Montaguto, Montecalvo, Svignano, Villanova e Zungoli ) la
somma di 290mila euro ciascuno per il recupero di alloggi acquisiti o da
acquisire al patrimoni comunale e da mettere a disposizione dei
cittadini provenienti dalle aree vesuviane a rischio vulcanico. Un
risultato che premia la caparbietà dei sindaci irpini e del comune
capofila Montecalvo Irpino, che ha saputo mantenere vivo l’interesse per
un progetto condiviso e apprezzato dagli organismi regionali teso ad
offrire una alternativa abitativa alle popolazioni residenti alle falde
del Vesuvio con alloggi confacenti, infrastrutture a misura d’uomo e
servizi con l’intento di fronteggiare l’impoverimento abitativo di alcuni
Comuni irpini, creando anche nuove opportunità di sviluppo ( artigianale
e commerciale). Al comune di Montecalvo la responsabilità di mettere in
moto la macchina organizzativa utilizzando gli strumenti della moderna
comunicazione e coordinando le iniziative. Prioritario impegno sarà il
recupero degli alloggi e la presentazione ufficiale del progetto nei
comuni Vesuviani per far comprendere i vantaggi e le offerte evidenziando
la qualità della vita e la completezza dei servizi, presentando una realtà
potenzialmente in evoluzione dove poter vivere e produrre.
Un sito internet
collegherà costantemente i comuni Vesuviani e irpini e già si stà pensando
a renderlo funzionale per la promozione dei prodotti per le offerte di
lavoro e per le attività culturali”.
Da "Ottopagine" del
26/01/2008
Intesa
con la Regione per lasciare la zona rossa Da il
Mattino del 10/03/2005
Dalla zona rossa del Vesuvio alla verde
Irpinia. Sembra un facile slogan, invece da ieri mattina
è un capitolo in più del piano di prevenzione che
comunità scientifica e amministratori regionali gli
amministratori hanno avviato per sfoltire l’abitato
(seicentocinquantamila residenti) del comprensorio a più
alto rischio vulcanico. Fondi speciali per ristrutturare
le vecchie case - non sono poche - abbandonate in molti
centri agricoli della provincia di Avellino. La fuga dei
contadini e dei giovani ha provocato il progressivo
degrado del patrimonio edilizio tradizionale. E allora,
quale migliore occasione per rimettere in sesto casali
di campagna e amene palazzine dei centri storici, da
destinare alle famiglie dei diciotto Comuni più vicini
al cratere vesuviano disposti a trasferirsi dalle zone
di origine? L’atto ufficiale dell’operazione ieri
mattina, nella sede dell’assessorato all’Urbanistica. Un
protocollo d'intesa sottoscritto oggi dalla Regione,
dalle Province di Napoli ed Avellino, Comunità montana
Ufita e da otto Comuni irpini. Stanziata una prima
tranche di 250 mila euro destinati agli incentivi per il
recupero degli edifici situati nei centri di Ariano
Irpino, Casalbore, Greci, Montaguto, Montecalvo Irpino,
Svignano Irpino, Villanova del Battista e Zungoli,
attualmente disabitati. «Soltanto un primo passo per
garantire alternative credibili alle comunità costrette
a lasciare le zone più esposte al rischio di una remota,
ma possibile eruzione», ha spiegato l’assessore Marco Di
Lello. Insieme con Regione e altri enti promotori, i
sindaci della zona rossa si sono impegnati ad attuare un
progetto pilota «per la salvaguardia del territorio e
dello sviluppo socio-economico dell'area vesuviana e
contemporaneamente a valorizzare i centri abitati delle
cittadine interne dell'avellinese». Nelle prossime
settimane saranno studiate iniziative per consentire ai
residenti della zona rossa di trasferirsi nei comuni
dell'Ufita e programmare interventi di recupero del
patrimonio edilizio pubblico disponibile nei primi otto
Comuni della provincia irpina. Ma veniamo alla realtà
delle zone che il piano della Regione punta a recuperare
e a valorizzare, con l’esodo spontaneo dei cittadini
vesuviani che accetteranno il bonus di trentamila euro
per sistemarsi in una nuova casa nella verde Irpinia. I
centri di molte zone interne, come la valle dell'Ufita,
soffrono per il progressivo spopolamento. Negli otto
Comuni interessati all’operazione della Regione si
registrò, purtroppo, una vera fuga delle popolazioni
all'indomani del drammatico terremoto che sconvolse la
Campania la sera del 23 novembre ’80. Particolare
attenzione dovrà essere garantita - ma i limiti dei
fondi disponibili sono evidenti - al recupero del
patrimonio edilizio pubblico, in qualche di eccellente
valore storico e artistico. L’impegno degli imprenditori
privati, in questo senso, nei prossimi mesi potrà
rivelarsi determinante. |
Da il " Mattino"
del 10/03/2005 |
«Aspettiamo persone laboriose, la camorra stia alla
larga»
Il
protocollo di intesa sottoscritto da Regione Campania,
Amministrazione Provinciale di Napoli e di Avellino e da
otto comuni irpini (Ariano Irpino, Casalbore, Greci,
Montaguto, Montecalvo Irpino, Savignano Irpino,
Villanova del Battista e Zungoli) consente adesso a
cittadini residenti nelle zone a rischio delle falde del
Vesuvio di potersi trasferire, usufruendo ovviamente di
incentivi , nelle aree interne della nostra provincia.
Può realmente contribuire questa iniziativa a ridare
certezze a chi intende ricominciare qui una nuova vita?
E ai nostri territori di ripopolarsi e sconfiggere
l'isolamento nel quale sono in buona parte ancora
immersi? Il sindaco di Savignano Irpino, Oreste Ciasullo,
che da anni si batte perché le istituzioni abbiamo una
diversa attenzione nei confronti di quello che vene
definito il triangolo dell'abbandono (Greci-Savignano-Montaguto)
non ha dubbi. «Si tratta - sostiene - di una iniziativa
positiva. Innanzitutto perchè si manifesta una vera
solidarietà a chi corre seri rischi vivendo alle falde
del Vesuvio e successivamente perchè, anche se
forzatamente, si favorisce il ripopolamento dei nostri
comuni. Riteniamo che qui verranno famiglie desiderose
di intraprendere attività artigianali e produttive sane
e che quindi sapranno facilmente inserirsi nel nostro
contesto sociale. Non immaginiamo, infatti,
trasferimenti in massa, ma insediamenti scaglionati e
fatti in modo da non provocare alcun sconquasso
sociale». Anche il sindaco di Ariano Irpino, Domenico
Gambacorta, ritiene valido e positivo il tentativo di
alleggerire la presenza di persone nella zona rossa del
Vesuvio. «Mi auguro - sostiene - che si creino sinergie;
che ci possa essere vera integrazione e soprattutto
solidarietà con chi vive un sicuro problema continuando
a vivere nei comuni vesuviani». Anche a Greci, dove
l'indice demografico scende continuamente, si giudica
con favore questa iniziativa. Il sindaco Donatella
Martino è stata tra le prime a firmare il protocollo di
intesa. Il primo cittadino di Zungoli, Antonio de Luca,
che spera nella rivitalizzazione del centro storico,
lega l’iniziativa a due condizioni: «Che effettivamente
si possa usufruire di finanziamenti per riqualificare i
nostri centri urbani e in secondo luogo che qui possano
arrivare persone laboriose, oneste, non implicate in
alcun fenomeno malavitoso. Ovviamente siamo sicuri che
chi viene qui ha già fatto una scelta di vita. Qui non è
mai attecchita la delinquenza e, sono sicuro, non
avverrà neanche in questa occasione». |
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