Montecalvo Irpino
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SAN POMPILIO MARIA PIRROTTI
delle Scuole Pie |
Il 29 settembre 1710 è un giorno molto fortunato ed
importante per Montecalvo e tutta l’Irpinia. In uno
dei palazzi gentilizi e nobili, Palazzo Pirrotti,
vede la luce, Domenico Michele Giovan Battista
Pirrotti, di Girolamo e della nobildonna Orsola
Bozzuti, diventato poi San Pompilio Maria Pirrotti.
Fanciullo di enorme sensibilità, sempre prodigo
verso i poveri, compie gli studi classici sotto la
guida dotta del padre. Innamorato della virtù e
degli studi, lavorava con intensità senza dar tregua
al suo spirito. Il solerte genitore temendo per il
cagionevole stato di salute del figlio lo destina
all’amministrazione delle piccole cose di casa, ma
notando la pena che il figlio prova, lo lascia
riprendere le sue quotidiane occupazioni. Allo
studio dei classici non disdegna l’amore per le
Sacre Scritture di cui assimila il meglio. Colpito
dalla predicazione quaresimale di Padre Nicolò delle
Scuole Pie , smosso profondamente nell’animo, decide
lo sbocco della sua vita. Di sera mette in atto il
suo progetto e, a soli 16 anni, il 14 maggio 1726
fugge da casa e si rifugia dai Padri delle scuole
Pie di Benevento, presso la Chiesa di San Nicola.
Dopo aver svolto gli anni del noviziato, terminati
gli studi Teologici nel 1733 è trasferito a Turi
dove si distingue come educatore di enormi capacità. |
All’età di 23 anni e mezzo il 28 febbraio 1734 ,
riceve il Suddiaconato, e il nella Chiesa del
Monastero 20 marzo del 1734, di S.Benedetto in
Brindisi è ordinato sacerdote dall’Arcivescovo
Monsignor Andrea Maddalena. Dopo aver dedicato circa
dieci anni al desiderio di ampliare la propria sete
d’insegnamento, spinto dal spiritualità, porta la
sua predicazione in ogni parte d’Italia. La sua
opera è molto incisiva soprattutto nell’Italia
centrale, tanto da fargli meritare l'appellativo
di"Apostolo dell’Abruzzo", ma non è meno intenso il
suo vigore spirituale e il fervore nei suoi perenni
spostamenti. Nei luoghi delle sue missioni, ancora
oggi è vivo il ricordo della sua divina parola, e le
popolazioni di Chieti, Ortona, Francavilla, Pescara,
Brindisi, Manfredonia, l’Aquila, e tantissime altre,
conservano intatte la venerazione per quest’uomo che
ha donato se stesso per il riscatto delle persone
povere. Profondamente legato alla sua Montecalvo,
mai perde l’occasione di informarsi sulla vita e la
salute dei suoi concittadini e familiari, nelle sue
numerosissime lettere, salutandoli quasi uno per uno
indirizzate a casa Pirrotti . Molto devoto alla
Madonna che familiarmente chiamava "Mamma Bella",
dedicava giornaliere preghiere, è tra i primi ,
legatissimo alle anime dei defunti, ad istituire la
devozione alla comunione quotidiana e alla recita
del rosario dedicato al " Sacro Cuore di Gesù ".
Dopo il Suo lungo peregrinare giunge a Campi
Salentina, un piccolo paese della provincia di
Lecce. Vi giunge debilitato nel fisico a causa di
una seria malattia all’apparato respiratorio, ma
nonostante tutto non si risparmia e la sua fortezza
di animo gli fanno compiere prodigi soprannaturali a
beneficio di poveri ed ammalati , lascia la vita
terrena il 15 luglio del 1766, attorniato dai suoi
confratelli . A Campi Salentina, dove riposano le
spoglie, alla sua santità è dedicato un maestoso
Santuario. E’ beatificato nel 1878 da Papa Leone
XIII, che ben conosceva Montecalvo per averla varie
volte visitata. con l'incarico di delegato
apostolico è solennemente canonizzato da Papa Pio XI..
Il 19 marzo 1934.
Testo di Alfonso Caccese - Per Cultura e Tradizione
- Montecalvo Irpino 2001 |
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