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PROTESTA DELLA MORTE
SCRITTA PER PROPRIO USO DAL P. POMPILIO
Debbo far passaggio da questa
all’altra vita, e vi sono molti pericoli, chè, il demonio mi sta
aspettando al passo; ma ora io mi
armo, e intendo difendermi
colle armi delle sante proteste, le quali ripetute più volte in
vita, spero dal misericordioso Signore che mi siano valide per il
punto di morte, se mai, allora, non le potrò rinnovare,
come lo desidero. Questo spero dalla
bontà di Dio, la cui volontà,
e non la mia, si faccia in ogni
cosa. Comincio così:
In nome del Padre, del Figliuolo e
dello Spirito Santo. Io N... .... in presenza della SS. Trinità,
della Beatissima Vergine Maria; del mio santo Angelo Custode e di
tutta la corte del Cielo, e di voi;
o N. N., mio Santo Protettore
e mio Avvocato singolare, come a mio Padre spirituale, mi protesto
di voler vivere e morire sotto lo stendardo ed insegna della Santa
Croce. Mi protesto di credere fermamente tutto quello che crede e
tiene la Santa Madre Chiesa Cattolica ed Apostolica Romana e tutto
quello che si contiene nel Credo. (Si reciti il Credo).
I.—
Qualsivoglia tentazione, che
in quella ultim’ora mi darà il demonio contro la Santa Fede, io
adesso per allora detesto e ricuso. Io mi protesto di non volervi
dare alcun consenso, perché intendo di credere e di morire in quella
Santa Fede, nella quale sono morti tanti santi Martiri, Confessori,
Vergini di Cristo, che ora godono la visione di Dio.
II.
—
Se il demonio mi tenterà di
disperazione, col dire che i miei peccati sono tali e tanti, che non
meritano perdono, io, adesso per allora, protesto di non volervi
acconsentire, ma spero in Dio, ad ogni modo per la sua misericordia
e per il prezioso Sangue di Cristo, di salvarmi.
III.
—
Se il demonio mi tenterà di
vanagloria, col dire che io mi salverò per i miei meriti e buone
opere fatte, e che Dio è obbligato per giustizia a darmi il
Paradiso, io dico e protesto che questa è una bugia e bestemmia
grandissima, ma ben confesso di meritare mille inferni per i
miei peccati, e spero
salvarmi per la bontà e misericordia di Dio, mio Creatore e per
i
meriti della Passione del suo
Figliuolo Gesù.
IV.
—
Se il demonio mi tenterà di
scrupoli, con dire che io non
ho fatto bene le mie confessioni e
che non ho avuto dolore dei miei peccati né proposito fermo di
emendarmi; adesso mi pento di tutte le mancanze fatte nelle mie
confessioni, le quali se io conoscessi che fossero state fatte
maliziosamente, e se io me ne ricordassi, le confesserei subito. E
mi dolgo di non aver quel perfetto dolore e contrizione de’ miei
peccati, che dovrei avere, pregando il Signore Iddio che supplisca
colla sua infinita misericordia a quello che io avessi
mancato, e perciò io detesto ogni
tentazione del demonio sopra ciò
che mi potrebbe dire nel tempo della
mia morte.
V.
—
Se il demonio mi tenterà
d’impazienza, col dire che Iddio mi manda soverchi dolori e
infermità più di quello che io meriti e possa sopportare; io dico
che egli mentisce, e mi protesto che è poco a fronte di quello che
io dovrei patire per i miei peccati; e ringrazio Dio che mi dà
occasione di purgarli in questa vita, per darmi poi minor pena
nell’altra in purgatorio.
VI.
—
Se mi tenterà d’invidia con dire che
io muoio presto e giovane, e che potrei campare molti altri anni
mentre gli altri restano in vita sani e forti, risponderò che io mi
contento di quello che fa Dio, il quale ringrazio che col tirarmi a
sé, mi toglie da questo mondo, dove le occasioni per offendere Dio
sono molte. E pur meglio andar giovane in Paradiso, che vecchio
all’inferno. E di quelli che restano in vita, me ne rallegro, atteso
che avrò chi pregherà per me dopo la mia morte.
VII.
—
Se egli mi rappresenterà i peccati
da me scelleratamente commessi, io gli rispondo, che tutto è vero, e
che io li conosco, e li confesso confuso e dolente; ma spero nella
infinita misericordia di Dio
di essere perdonato benignamente, sebbene non lo meriti,
avendo maltrattato la sua Maestà
così immensa e grande, e avendola vilipesa col contravvenire alle
sante promesse, fatte solennemente da me nella Professione
Religiosa.
Così confuso, ripenso tutti gli anni
miei nell’amarezza dell’ anima mia. Ah! pietoso mio Creatore e
Redentore, nella moltitudine delle
mie colpe, perdonami! Perdona al
servo Tuo, che hai ricomprato col Tuo Sangue Prezioso. A quel
Sangue, tante volte da me calpestato, io ora ricorro: conosco che
giusta è la sentenza, che
fossimo puniti in quello in
cui peccammo. Contro il Tuo Sangue ho peccato, facendone poco
conto; vana dunque è la
speranza mia di aver aiuto da
un mezzo da me vilipeso, perché
quello che è stato adoperato da me
in Tua offesa, non potrà valermi che
a mio castigo. Ma ben sa la
Tua bontà mutare l’accusatore in avvocato e il giudice in protettore
e far si che, dove abbondò il
delitto, ivi sovrabbondi la grazia e che la materia del castigo si
converta in occasione di far grazie.
Io, concepito nei peccati, ho
peccato oltre il numero delle arene del mare. I miei sfrenati
desideri di peccare sono stati i motivi che
da Te mi hanno allontanato, e ho
contratto strettissimi legami col mondo, con la carne, col demonio;
sicché non posso, se non con
bugia, dire: Signore, innanzi a te è ogni mio desiderio; dovendo
dire: Signore, ogni mio desiderio è contro di Te. Tutti i moti
dell’animo, tutti gli atti della mia volontà; tutte le forze del
mio essere; ogni mio disegno e volere è stato contro di Te, Signor
mio.
Miserie delle mie miserie, dove mi
conduceste! Dolce mio Bene, pur hai sofferto; hai pur vinto le mie
durezze; mi hai pur dato lume di conoscerti; ecco, che per mezzo
della Tua grazia, si volge una
buona volta il mio cuore a Te. Mi
pento, mi dolgo; mi confondo,
mi vergogno di quanto ho fatto. Oh
tempo malamente speso, dove sei? Oh dissoluzioni commesse, ove
siete? Oh peccati, qual’è ora il frutto vostro? Oh amor proprio,
causa di ogni male, ove mi hai condotto!
Dio mio e Signor mio, a Te ricorro,
a Te vengo, Te chiamo, in Te
confido, ed alla immensità della Tua infinita misericordia e pietà
commetto ogni ragione della
mia vita. Non entrare in giudizio con chi si rende vinto e si
confessa reo, non di un inferno solo ma d’infiniti. Non voler dar
sentenza contro chi con la sua bocca, e molto più col cuore, la
pronunzia contro se stesso; e quando per mia disgrazia fosse riposta
nelle mie mani, non saprei far altro che darmela
di morte; perché troppo ho peccato, né sono degno di veder
le altezze de’ cieli, a cagione
della moltitudine delle mie iniquità.
Detesto, mio Dio, la mala vita mia,
con lacrime di sangue; mi pento di tutti i peccati commessi. Non
cercar soddisfazione dell’offesa
che Ti ho fatta, perché non ho con che pagarti, essendo infinito il
debito: tra finito ed infinito non vi ha proporzione alcuna.
Non chieder conto, o Signore, della
vita mia; perché son reo di
ogni colpa. Non mi dire: Rendimi ragione della Tua condotta,
perché questo è il più acuto
coltello che mi trafigge. Per i favori da Te ricevuti, e malamente
adoprati puoi ben dire: il mio diletto commise molte scelleratezze
nella mia casa.
Ti prego, o Signore, di cancellare
l’iniquità mia. Credo, aiuta la mia fede ed accrescila, chè senza Te
non possiamo niente. Non ispererò nel mio arco, né la mia spada mi
salverà, ma la Tua destra, il
braccio Tuo e l’illuminazione del
Tuo volto. Tu puoi rimetter più
colpe che io commetterne. Più pronto
a perdonare che io miserrimo peccatore a peccare. Maggiore della mia
iniquità è la misericordia Tua.
Dio mio, amor mio, Dio mio e tutto.
Amo Te più di me e non amo me
se non per Te. Ti sovvenga della parola data al tuo servo, nella
quale mi porgesti speranza. Non rigettarmi dal Tuo cospetto. Le Tue
mani mi fecero a Tua immagine e somiglianza. Gesù, siimi
Salvatore e salvami. Suoni la mia
voce nelle Tue orecchie. Ricordati,
Gesù mio, che io son causa della Tua
venuta, non mi perdere in questo giorno. Cercando me, Ti sedesti
spossato e mi ricomprasti avendo sofferto la croce! Deh, non torni
vano tanto patire. Abbi misericordia di me, o Dio; cancella
l’iniquità mia. Lavami ancor più, o Signore. Trafiggi, o Dolcissimo
Gesù, il mio cuore col dardo dell’Amor Tuo. Tardi Ti ho conosciuto,
tardi Ti ho amato, bellezza tanto antica. Opere tutte del Signore,
benedite il Signore; lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedici
anima mia il Signore e non volere dimenticare le retribuzioni tutte
di Lui.
Deh! Signor mio amabilissimo Gesù,
dammi animo in questo tremendo passo, poni in fuga tutti i miei
nemici; supera ogni difficoltà, o Tu che solo fai grandi
meraviglie. Alla Tua virtù l’inferno trema e si apre il Cielo.
Esàltati, o Signore, nella Tua virtù. Apri la Tua mano liberale e
benedici l’anima mia in questo passo. Canteremo nelle salmodie le
Tue virtù. Canterò in eterno queste voci:
Signore, nella moltitudine delle Tue
misericordie entrerò nella Tua casa. Signor mio, confidato nella Tua
misericordia me ne vengo a Te. Ora ho detto: ecco io vengo. Ricevi,
o Signore, l’anima mia. Nelle Tue mani affido il mio spirito. Fa’,
caro Gesù, che io al fiero demonio, il quale in questo punto
rinfaccia i miei peccati e le grandi scelleraggini,
possa mostrare quel misericordiosissimo rescritto: Figlio,
ti sono rimessi i
tuoi peccati; e colle parole già
pronunziate dal glorioso Vescovo 5. Martino, possa ancor io dirgli
francamente, con ogni sicurezza per discacciarlo da me: a che mi
stai presente, bestia
sanguinosa? Niente ritroverai in me che sia a mio danno.
Finalmente, o Signore, dono tutto me
stesso e l’anima mia a Te, o Gesù, mio Creatore e mio Redentore, e a
Maria Vergine, Madre di Dio,
e Avvocata e Patrona mia, e al mio Angelo Santo, Custode
e guida amorevole il quale supplico
e prego che discacci da me tutte le tentazioni del demonio, e mi dia
aiuto e forza per riportare su di lui gloriosa vittoria affinché
l’anima mia vada a quel fine per il quale
è stata creata
da Dio, cioè a goder la Sua divina
Essenza nella Patria Celeste.
Amen.
Per
ulteriori in formazioni rivolgersi a:
—
Santuario di San
Pompilio
Padri Scolopi
Via Pirrotta, 2
73012 CAMPI
SALENTINA (Lecce)
Tel. (0832)
79.10.34 – 72.00.00
E-mail:
zonno@tin.it
—
Padre
Provinciale degli Scolopi
Istituto
Calasanzio
Largo
Donnaregina, 24
80138 NAPOLI
Tel. (081)
44.10.03 - 44.90.95
E-mail:
albanese@scuolepie.it
—
Casa generalizia dei Padri Scolopi
San Pantaleo
Piazza de’
Massimi, 4
00186 ROMA
Tel. (06) 68.68.456
-
68.80.14.94
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